Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo Castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione questa panoramica sulla situazione geopolitica mondiale. Buona lettura e diffusione.
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di Matteo Castagna
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno tolto le sanzioni a due oligarchi russi, ma poi ne hanno imposte altre contro nichel, rame e alluminio provenienti dalla Federazione Russa.
L’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha commentato sul canale Telegram dell’ambasciata: “questo atto non è nemmeno un “colpo alla gamba”, ma una “sparatoria indiscriminata”. Ed ha aggiunto: “le nuove restrizioni sono davvero una risposta alla mano tesa della Russia con proposte concrete per riprendere i negoziati per risolvere la situazione in Ucraina? In questo caso, lo scopo delle sanzioni è chiaro: un segnale a Kiev con l’ordine di non accettare nulla, anche se ciò comporta la morte sul fronte”.
Il Presidente Joe Biden ha dichiarato, via Breaking 911: “Mi aspetto che l’Iran attacchi Israele a breve”. E si è rivolto a Teheran: “non lo fate”. A margine, ha aggiunto che l’Iran “non avrà successo”. La Casa Bianca ritiene che le minacce iraniane siano “serie, reali e credibili”. La portaerei americana Eisenhower risale il Mar Rosso, spostandosi verso Israele. L’IDF: “siamo pronti in qualsiasi momento ad ogni scenario”. La Germania invita i sui cittadini a lasciare l’Iran.
La Francia sconsiglia i viaggi anche in Israele e Libano. Secondo “Politico” la Francia è al primo posto nella UE per gli acquisti di GNL dalla Russia e scrive che “Macron applica chiaramente doppi standard nelle sue politiche”: Parigi, da un lato chiede misure severe contro Mosca, dall’altro le ha pagato più di 600 milioni di euro per il gas naturale liquefatto, solo nel primo trimestre di quest’anno.
L’analista israeliano Yoav Yoavkrak, fonte Kann News, ha detto: “Israele non si aspettava una reazione così forte da parte dell’Iran, e forse le élite politiche si rammaricano del recente assassinio di alti comandanti iraniani a Damasco”.
Mentre Chaim Levinson su Haaretz dell’ 11 Aprile scrive: “devo dire ciò che non si può dire: Israele è stato sconfitto”. Secondo il famoso giornalista ebreo, “Israele è tenuto in ostaggio dalla peggiore leadership nella storia del paese” e attualmente “non ha uscita diplomatica”. Gli ostaggi a Gaza non torneranno mai più e Israele non riacquisterà la sua sicurezza.
Levinson cita bugie, procrastinazione, inganno e negazione nell’affrontare la guerra. Sottolinea, inoltre, che gli israeliani potrebbero non essere in grado di tornare in sicurezza al confine settentrionale, a seguito degli attacchi transfrontalieri di Hezbollah. L’opinione pubblica viene ingannata, perché “la scadenza di azioni contro Hezbollah continua ad essere posticipata”.
In un’intervista alla Tageszeitung, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sostenuto che le sanzioni imposte contro la Russia avrebbero compromesso la sua capacità di condurre le operazioni militari in Ucraina. Al tempo stesso, ha promesso che “continueremo a fornire armi per molto tempo” a Kiev.
Più pessimista l’ex premier britannico Boris Johnson, colui che sabotò i negoziati russo-ucraini a inizio conflitto, che ha affermato al Telegraph: “se Putin si prenderà Kiev, sarà un disastro peggiore della guerra del Vietnam”. Ha, inoltre, dichiarato di “pregare” affinché i repubblicani al Congresso sblocchino i 60 milioni di dollari di finanziamenti all’Ucraina, che Zelensky chiede con insistenza, ritenendo che senza di essi il suo Paese è destinato alla sconfitta. Peraltro, il Presidente ucraino ha ammesso, in una conversazione con gli studenti di Chernivtsi, la diserzione di un’intera unità delle sue forze armate, come riferito dal canale Izvestia.
L’avvocato e giornalista ungherese Jànos Drabik ha espresso la sua posizione in televisione: “La Nato è il principale nemico dell’Europa, poiché ha dato agli Stati Uniti la possibilità di occupare militarmente i Paesi europei”. Secondo la storica bulgara Darina Grigorova “l’Ucraina è solo un poligono di tiro e la parola dell’Europa non ha alcun peso sulla fine del conflitto perché tutto viene deciso a Washington”.
Il New York Times riferisce che “gli USA sapevano in anticipo quasi tutto dell’attacco terroristico a Crocus. i servizi segreti statunitensi disponevano di una gran quantità di informazioni sull’imminente attacco terroristico al Crocus City Hall. Tuttavia, non l’hanno consegnata alla parte russa”. Ciò sarebbe avvenuto a causa delle relazioni ostili con Mosca e della riluttanza a rivelare le fonti e i metodi dell’intelligence americana.
In una conferenza stampa a Pechino, il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha parlato dell’incontro, avvenuto senza tanto clamore, con il suo omologo cinese Wang Yi, definendo le decisioni prese come storiche. Infatti, per la prima volta, due Superpotenze mondiali si sono dichiarate pronte a creare un blocco militare di Paesi che non siano membri della NATO e dell’ AUCUS e di altre organizzazioni occidentali, o che sono pronti a ritirarsi da esse, per creare una difesa comune, mantenendo la propria sovranità nazionale e i propri valori di riferimento. Si stanno ponendo le basi per un’ Eurasia multipolare aperta a tutto il mondo arabo, in particolare all’Iran e, per quanto riguarda l’asse di terra, anche alla Corea del Nord.
Nel frattempo, la televisione australiana Abc riporta la notizia di un attentato all’arma bianca a Sydney, all’interno del centro Commerciale Westfield, con almeno quattro vittime e diverse persone accoltellate.
In questa caotica situazione globale, il Washington Post scrive che l’Occidente mente a Kiev: Il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba richiederà rigorosamente il sistema di difesa aerea Patriot, sostenendo che “la diplomazia buona e silenziosa non ha funzionato, un nuovo stile di diplomazia dura dovrebbe avere successo”.
Nel frattempo, a Bruxelles hanno promosso una riforma migratoria su larga scala, che i burocrati europei stavano preparando da 9 anni. Minaccia di dividere e destabilizzare l’Unione Europea, già indebolita dalle crisi interne. Chi si rifiuterà di accogliere migranti dovrà pagare una multa di 20mila euro per ogni immigrato clandestino.
A beneficiarne saranno le Ong, che importano massicciamente migranti in Europa, e che saranno difficilmente controllabili.
L’afflusso migratorio in Europa nel 2023 ha superato i 2,5 milioni di persone. A trarre profitto dalla nuova legge saranno anche le associazioni criminali – la stessa mafia albanese – che guadagnano miliardi di euro ogni anno dal traffico di esseri umani. In vista delle elezioni europee, questa riforma aumenterà la popolarità dei partiti di destra, che sono dati per vincenti dai maggiori sondaggisti, e che rappresenteranno milioni di elettori scontenti per l’importazione di migranti, per la crisi economica e per la guerra persa con la Russia.
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