Un messaggio al presidente russo Putin inviato da Napoli. Il parroco della Chiesa di San Nicola alla Carità, Padre Mario Rega, ha deciso di affidare all’agenzia Ansa un appello rivolto al leader russo.
«Ho sollecitato nel tempo diverse istituzioni italiane affinché fossero erogate le risorse necessarie per completare il restauro della Chiesa, opere avviate agli inizi del 2018 dopo la scoperta di lesioni importanti nella struttura della chiesa
che è un vero e proprio scrigno di opere d’arte poiché in essa sono racchiuse opere del Solimene, del De Matteis, del De Mura, dello scultore N. Fumo e di molti altri grandi esponenti della cultura artistica e figurativa napoletana, uno scrigno che contiene, naturalmente, raffigurazioni pittoriche e statue di San Nicola».A causa della mancanza di fondi, continua il prete, «sono costretto a dare lo stop agli interventi di restauro bloccando le attività dei giovani restauratori e delle ditte coinvolte, i quali tutti con abnegazione hanno proseguito nel lavoro. In ogni caso, gli impegni economici vanno rispettati. Finora non ho avuto riscontri concreti. La Curia mi ha sostenuto come poteva. È giunto il momento di fare qualcosa: ecco perché chiedo al presidente Putin di aiutarmi nel nome di San Nicola».
Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi: perché il parroco ha chiesto aiuto proprio a Vladimir Putin?
Perché San Nicola in Russia è molto amato. In questa in intervista del 2017, Padre Gerardo Cioffari, membro della comunità domenicana della Basilica di San Nicola, docente in “Storia della teologia orientale ed occidentale” e “Storia della teologia russa” nella Facoltà Teologica Pugliese, spiegava: «L’amore dei russi per San Nicola è un sentimento antico. Fin dagli anni successivi alla traslazione, i russi gli hanno dedicato autentica devozione». Per poi aggiungere: «Difensore dei deboli, per i russi è meglio di Dio. A lui dedicate oltre 1.200 chiese».
Padre Mario Rega, responsabile della parrocchia di via Toledo, prima di rivolgere il grido d’aiuto verso la Russia ha scritto lettere al presidente della Giunta regionale, al presidente dell’Enit, alla Fondazione Banco di Napoli, al ministero per i Beni Culturali e al Comune di Napoli. Ma non è riuscito a trovare i fondi necessari per ristrutturare una chiesa storica che custodisce opere molto importanti.
Forse la vicenda è lo specchio migliore per rappresentare un’Italia sempre più piegata dall’ottusa austerità neoliberista imposta dall’Unione Europea. Una politica scellerata che con Draghi a Palazzo Chigi non sarà cambiata di una virgola. Anzi, l’austerità prossima ventura si annuncia ancor più brutale.
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