giovedì 9 febbraio 2017

Mamma incinta assunta al nono mese. L'accusa degli ex dipendenti: "Un'operazione di marketing". La replica dell'azienda

MARTINA


La storia della mamma 36enne incinta assunta al nono mese di gravidanza ha fatto il giro d'Italia, si potrebbe dire perfino del mondo, dato che alcune agenzie l'hanno tradotta in inglese. E' una storia stupenda, che dà fiducia e speranza di un cambiamento a quella "generazione perduta" così ben raccontata da un ragazzo, Michele, precario, che si è tolto la vita perché stanco di combattere contro un sistema che non lo valorizza. Ma sue questa storia ora alcuni ex dipendenti accusano: "E' soltanto un'operazione di marketing".
Un punto resta fermo: l'assunzione di Martina Camuffo, che ha firmato un contratto per la "Creative Way" di Mestre con il pancione e il sorriso, è un fatto positivo, lodevole, e per molti versi unico e coraggioso in quest'Italia dei ragazzi senza lavoro.
Tanto positivo che l'ex premier "l'avvoltoioMatteo RenziPd" ieri si è precipitato a telefonare a Samuel Schiavon, l'imprenditore che ha assunto la ragazza ricordando "cosa hanno fatto a mia moglie, licenziata mentre era incinta. E ho scelto di investire su Martina, perché è brava e perché la maternità non può essere una condanna. È una cosa normale". Renzi lo ha ringraziato come cittadino italiano e per quello che ha fatto e, scrive il segretario Pd, perché "la foresta di buone notizie di cui non ci accorgiamo va evidenziata, raccontata, sottolineata. Grazie Samuele, in bocca al lupo Martina".
Ma come ogni storia (altro fatto molto italiano) anche questa favola potrebbe avere( anzi ...ha...) un rovescio della medaglia: "Forse non è tutto oro quello che luccica"....
Così la pensa un'altra Martina. Martina Cognolato, una giovane grafica ed esperta di comunicazione, una delle tante che combattono quotidianamente per sviluppare al meglio le proprie competenze attraverso il lavoro e soprattutto un'ex lavoratrice della Creative Way. Lei, insieme a un manipolo di altri ex lavoratori dell'azienda veneziana, è rimasta a bocca aperta davanti alla "smielata storia del buon imprenditore".
"Perchè non c'è dubbio che assumere una ragazza incinta sia un gesto splendido - dice Martina all'Huffpost - ma forse bisognerebbe chiedersi: come si è comportato questo imprenditore con tutti gli altri suoi dipendenti o collaboratori? Male, molto male. C'è chi è in causa, chi come me aspetta ancora il Tfr, chi deve essere ancora pagato con belle cifre. E allora ce lo siamo chiesti: ma non è che è una operazione di marketing?".
Lo sfogo di Martina Cognolato parte dalla sua pagina Facebook (in fondo all'articolo potete leggere l'intero post). "Fiorellini, uccellini, tutto bellissimo - scrive - ma come ex dipendente di questa azienda quello che posso dire è che ogni medaglia ha due facce. Sì perché nessuno ha indagato sul passato di questa web agency. Nessuno si è informato sul perché tra il 2014 e il 2016 se ne siano andati TUTTI i dipendenti, presi letteralmente in giro da un titolare intento a fare bella figura sui social network postando foto della propria auto sportiva, di orologi costosi e di viaggi in America e trascurando a livello professionale ed economico i propri dipendenti, dallo stagista alle figure più senior, versando gli stipendi a singhiozzo e rimandando con scuse futili e addirittura menzogne le liquidazioni del TFR".
Dopo averlo pubblicato, privatamente ma anche nei commenti che si possono ancora leggere sotto il post, Martina ha ricevuto "la solidarietà di diversi ex colleghi. Mi hanno scritto per dirmi che avevo ragione, che qualcuno doveva farlo. Per dire come stanno le cose in quest' Italia".
Entrata nell'agenzia nel 2012 ha lavorato lì fino al 2016. "All'inizio andava tutto bene, era una agenzia piccola, con tre persone. Si comportavano bene. Mi hanno fatto un contratto di apprendistato e pagavano regolarmente. Pian piano sono aumentati i clienti ma dopo un anno e mezzo c'erano sempre più persone al lavoro, una decina, figure con o senza contratto. Così sono cominciati i problemi nei pagamenti".
La ragazza spiega dopo aver letto la storia sui giornali di aver "chiamato subito Samuel (il titolare, ndr). Ero inviperita, e non è una cosa da me. Gli ho chiesto perché si faceva bello dicendo che aveva assunto una donna incinta ma poi non pagava tutti altri noi. A me deve ancora il Tfr. Una stagista mi ha poi detto che subito dopo averlo chiamato è stata contattata: le hanno assicurato che ora le pagheranno gli arretrati. Spero almeno il mio sfogo sia servito a qualcosa: non dovevamo arrivare a questo".
La rabbia della giovane, come quella di altri ex dipendenti, non sta affatto nell'assunzione dell'altra Martina ("a lei e al nascituro auguro il meglio"), ma per aver visto come "ci si approfitta di una situazione e come non si rispettino i diritti degli altri. Samuel dice che ha assunto quella ragazza perché aveva visto in che condizioni era stata trattata sua moglie quando era gravida. Ecco, io dico, potrebbe guardare anche a tutti noi "fratelli" che non siamo in gravidanza come siamo stati trattati da lui?". E conclude rabbiosa: "Credo si sia fatto portatore di valori non suoi, con tanto di pacca sulle spalle di Renzi. A me sembra tanto l'operazione di marketing di una azienda in difficoltà".
LA REPLICA DELL'AZIENDA "ACCUSE FALSE" - "E' assolutamente tutto falso - replica Samuel Schiavon all'Huffpost - facciamo parlare i fatti: la notizia è che noi assumiamo una ragazza incinta e che ci impegniamo a valorizzare le persone in cui crediamo. Con gli ex dipendenti abbiamo risolto tutti i pendenti. Chi dice il contrario lo fa per avere 5 minuti di notorietà".
L'imprenditore precisa: "Nego che ci siano delle posizioni aperte o delle cause. Sì, con l'altra ditta, quella con cui avevo prima, c'erano stati dei licenziamenti. Come quello di Martina Cognolato, che tra l'altro aveva fretta di andare via lasciandoci con poco preavviso. Ma ripeto: abbiamo saldato tutto".

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