domenica 18 settembre 2016

Libia, il generale Haftar( ex braccio destro di Gheddafi) avanza verso Sirte con l’appoggio di Egitto ed Emirati

Libia, il generale Haftar avanza verso Sirte con l’appoggio di Egitto ed Emirati. Ancora nulla di fatto per la fiducia al governo di unità di Al-Sarraj, mentre quello di Al-Thani si stabilisce a Bengasi. Il generale Khalifa Haftar riconquista Bengasi e punta verso Sirte, per sconfiggere l’Isis e diventare di fatto leader della nuova Libia. Mentre a Tobruk - anche per l’opposizione dei deputati che fanno riferimento al generale - il governo di unità nazionale voluto dall’Onu non riesce a farsi votare la fiducia, le forze dell’esercito nazionale libico (Lna), guidato da Haftar, hanno messo a segno in tre giorni importanti progressi contro i gruppi islamisti a Bengasi. Dopo aver ripreso il quartiere dell’università, questa mattina l’esercito ha riaperto la strada di al Hawari che collega la città di Bengasi, epicentro delle proteste anti-Gheddafi del 2011. ...

Attacco al Califfato  

Le forze libiche sono state rafforzate, secondo fonti di Intelligence occidentale, da egiziani vicini all’ex raiss Muammar Gheddafi, e da rifornimenti di armi e mezzi da parte degli Emirati arabi uniti. Lo stesso Haftar è stato a lungo braccio destro di Gheddafi, prima della defezione a favore degli americani in seguito alla sconfitta militare in Ciad. 
La strategia  
Dopo aver conquistato la fabbrica di cemento, ex roccaforte dello Stato islamico nella città, le forze di Haftar intendono ora conquistare anche la zona di al Qawarsha, ultimo avamposto del gruppo jihadista nella zona. A quel punto il generale, che ambisce a un ruolo guida nella nuova Libia ma è inviso alle forze politiche di Tripoli per i legami con ambienti gheddafiani, potrà spingersi verso Ovest e la zona petrolifera che va da Mara Brega a Ben Jawad, al confine con il territorio controllato da l’Isis di Sirte. Di lì Haftar potrebbe puntare al cuore del Califfato libico dell’Isis e diventare il liberatore della Libia. 
Il governo a Bengasi  
Haftar gode dell’appoggio dell’asse franco-egiziano, cementato dalla visita del presidente François Hollande al Cairo e l’incontro con il leader dell’Egitto Abdel Fatah al-Sisi. Sotto questa spinta il governo libico transitorio sostenuto da Haftar e guidato dal premier Abdullah al-Thani si è trasferito dalla cittadina di Al-Bayda a Bengasi, che di fatto sta diventando la capitale dell’Est della Libia.  
Stallo a Tobruk  
Ancora nulla di fatto, invece, per la fiducia al governo di unità nazionale libico guidato da Fayez al-Sarraj. Il Parlamento di Tobruk ha rinviato ancora il voto, per la sesta volta consecutiva. Una parte dei parlamentari, quelli più ostili a Tripoli, quelli della zona petrolifera di Brega e quelli legati ad Haftar, continuano a frenare il riconoscimento all’esecutivo riconosciuto dalla comunità internazionale che si è insediato in una base navale a Tripoli due settimane fa. 
L’incontro con Aguila Saleh  
L’inviato dell’Onu Martin Kobler ha lasciato questa mattina Tobruk, dove era arrivato lunedì per «spingere» il Parlamento a votare la fiducia. Gli accordi prevedono che Camera dei rappresentanti, il Parlamento libico riconosciuto dalla comunità internazionale che è dovuto fuggire da Tripoli a Tobruk nell’estate del 2014, debba dare il via libera al governo di riconciliazione nazionale di Al-Sarraj.  
Colloqui a vuoto  
Dopo una lunga riunione avuta martedì col presidente del parlamento, Aguila Saleh, ancora ostile ad Al-Sarraj, Kobler ha deciso di lasciare la città, nella speranza che lunedì prossimo si tenga un’altra sessione del Parlamento. Al termine dell’incontro, Kobler ha ricordato in un tweet che «il terrorismo non deve essere parte della cultura democratica della Libia», chiedendo ancora una volta ai deputati libici «di restare uniti al servizio del Paese». ----- 


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