venerdì 13 giugno 2014

J'accuse di Corgiat: Fassino(Pd) “Capocorrente. Pensa solo alle poltrone”

Fassino sul banco degli imputati
“Capocorrente. Pensa solo alle poltrone”

Pubblicato Venerdì 13 Giugno 2014, ore 21,31

J'accuse di Corgiat alla direzione torinese del Pd. Spara ad alzo zero sul sindaco e il suo sistema di potere: una "corrente autostradale" che piazza i suoi sodali. Mazzù commissario a Nichelino. Il segretario Morri chiede una amnistia per gli espulsi

Il Pd ha vinto, forse persino convinto una parte dell’elettorato piemontese, di certo quel 40 e fischia per cento che ha messo una croce sul simbolo del partito di Matteo Renzi. Ma a Torino, come in gran parte della regione, fatica a presentarsi come classe dirigente credibile e autorevole. E a mettere il dito nella piaga di queste contraddizioni è Aldo Corgiat,ex sindaco di Settimo Torinese ma soprattutto il principale esponente della componente cuperliana, da sempre legato all’ala sinistra del partito, che per la prima volta intervenendo alla direzione provinciale del partito ha puntato il dito su Piero Fassino.....


«Mi pare evidente che ha deciso di esercitare il ruolo di capocorrente, sfruttando il suo incarico amministrativo per distribuire cariche ai suoi fedelissimi. Un atteggiamento grave per un politico che ha come indole la necessità di occupare ogni posto libero». L’ultima in ordine di tempo è quella di Rosanna Abbà, nominata al vertice di Extra.To, società che ha riunito le 21 concessionarie storiche del trasporto pubblico extraurbano nella provincia del capoluogo, dopo il mancato inserimento nel listino di Sergio Chiamparino in Regione. Nel suo intervento Corgiat rilancia la questione della cosiddetta «corrente autostradale», quella che comprende i tanti dirigenti del Pd con incarichi di comando all’interno di Sitaf, la società che gestisce l’autostrada Torino-Bardonecchia e il Traforo del Frejus: da Giancarlo Quagliotti a Salvatore Gallo, da Mario Virano aGioacchino Cuntrò, tutti fedelissimi del Lungo. Un intervento di oltre un quarto d’ora, articolato, che riprende alcune delle questioni che erano state alla base delle lacerazioni post-congressuali: «Per esempio – prosegue Corgiat – si era parlato di una commissione sul tesseramento, poi accantonata perché altrimenti avrebbero dovuto spiegare come fosse possibile che in alcuni circoli erano tesserati interi condomini». Il fiume è in piena e si passa dalla questione morale alla Città Metropolitana in un unicum che coinvolge tutto e tutti. Non lo cita direttamente ma ce n’è anche per l’ex segretario regionale Gianfranco Morgando, eletto nel consiglio comunale di Borgiallo, piccolo centro del Canavese, si dice per avere un ruolo nell’ente che sta per costituirsi sotto l’egida – guarda un po’ – di Fassino. «Penserà mica di poter dare le carte anche lì, premiando chi gli è stato fedele?». Parla di «bulimia di poltrone» di un’intera classe politica e non risparmia neanche l’attuale numero uno del partito,Davide Gariglio che si accinge a ricoprire l’incarico di capogruppo a Palazzo Lascaris, oltre a quello di segretario.

Insomma, i nervi sono tesissimi come testimoniano i tanti capannelli formatisi subito dopo il suo intervento, mentre di mano in mano veniva fatto circolare un altro documento, promosso da un’altra ala della minoranza, in cui si chiede conto del pasticciaccio brutto di Nichelino a 24 ore dalla decisione del segretario provinciale Fabrizio Morri di commissariare il circolo (cui aveva dato pieno mandato durante la fase pre-elettorale), affidandone le redini all’ex sindaco diGrugliasco Marcello Mazzù. Non solo: per evitare ulteriori lacerazioni, lo stesso Morri ha lanciato la proposta di una amnistia per tutti gli espulsi, da Leini a Druento, passando ovviamente per Nichelino, dove i ribelli, oltre alle primarie (poi disconosciute dal partito) hanno vinto anche le elezioni.

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