Alla Camera è in discussione il decreto "svuotacarceri". Pubblichiamo iI
testo della lettera inviata dai parlamentari delle Commissioni
Giustizia del Movimento 5 Stelle al comandante della Polizia, dei
Carabinieri, della Guardia di Finanza, ai vertici delle procure, ai
presidenti di tribunali e di corti d'appello, nonché all'Anm.
di M5S Commissione Giustizia Camera e Senato
Al Capo della Polizia, al Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, al Comandante generale della Guardia di Finanza
La giustizia è morta. Oggi alla Camera si celebrerà il suo funerale. Causa della morte è l'ennesimo decreto. Lo chiamano "svuotacarceri" e dietro l'intenzione nobile c'è la solita truffa semantica e l'incapacità dei partiti di risolvere i problemi. Le carceri sono fatiscenti? Ecco la soluzione! Non migliorarle ma svuotarle: di assassini, stupratori e mafiosi. E i nuovi detenuti o quelli che rimangono dentro? Pazienza.
Con questa lettera aperta ci rivolgiamo a voi. A voi che amministrate questo povero essere malridotto da decenni di impunità, la giustizia. A voi che dirigete le forze dell'ordine, che assolvete o condannate, che provate a proteggere i cittadini tutti i giorni.
Gli effetti di questo "svuotacarceri" si vedono già: grazie ai conteggi più favorevoli del premio di liberazione anticipata, passato da 45 a 75 giorni per semestre di detenzione, ogni settimana ci sono 200 detenuti in meno nelle celle.Per perseguire l'obiettivo di "svuotare le carceri", si produce un vero e proprio indulto che ha già fatto uscire mafiosi, stupratori, assassini, e ne farà uscire molti altri. Basta che "abbiano dato prova di partecipare all'opera di rieducazione". Questo governo oltre ad aver ha perso ogni dignità, si dimentica del primato del Parlamento in materia di indulto. Nessun ministro che ha firmato questo decreto ha il coraggio di dirlo chiaramente: aumentando le liberazioni anticipate, vengono liberati pericolosi criminali prima del tempo!....
di M5S Commissione Giustizia Camera e Senato
Al Capo della Polizia, al Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, al Comandante generale della Guardia di Finanza
La giustizia è morta. Oggi alla Camera si celebrerà il suo funerale. Causa della morte è l'ennesimo decreto. Lo chiamano "svuotacarceri" e dietro l'intenzione nobile c'è la solita truffa semantica e l'incapacità dei partiti di risolvere i problemi. Le carceri sono fatiscenti? Ecco la soluzione! Non migliorarle ma svuotarle: di assassini, stupratori e mafiosi. E i nuovi detenuti o quelli che rimangono dentro? Pazienza.
Con questa lettera aperta ci rivolgiamo a voi. A voi che amministrate questo povero essere malridotto da decenni di impunità, la giustizia. A voi che dirigete le forze dell'ordine, che assolvete o condannate, che provate a proteggere i cittadini tutti i giorni.
Gli effetti di questo "svuotacarceri" si vedono già: grazie ai conteggi più favorevoli del premio di liberazione anticipata, passato da 45 a 75 giorni per semestre di detenzione, ogni settimana ci sono 200 detenuti in meno nelle celle.Per perseguire l'obiettivo di "svuotare le carceri", si produce un vero e proprio indulto che ha già fatto uscire mafiosi, stupratori, assassini, e ne farà uscire molti altri. Basta che "abbiano dato prova di partecipare all'opera di rieducazione". Questo governo oltre ad aver ha perso ogni dignità, si dimentica del primato del Parlamento in materia di indulto. Nessun ministro che ha firmato questo decreto ha il coraggio di dirlo chiaramente: aumentando le liberazioni anticipate, vengono liberati pericolosi criminali prima del tempo!....
Uno che senz'altro trarrà beneficio sarà Totò Cuffaro, l'ex governatore della Sicilia ora in carcere grazie a uno sconto di pena di oltre un anno. E' già uscito un boss imporante, tale Nicola Ribisi, pezzo grosso della mafia di Agrigento.
Chi risponderà di tutto ciò? La responsabilità viene riversata in capo ai magistrati di sorveglianza, non di certo ai ministri. Questi sono i magistrati che già nel momento in cui avevano condannato ogni singola persona che si trova ora in carcere, avevano giudicato caso per caso, valutando anche ogni circostanza aggravante ed attenuante. La Cancellieri si nasconde dietro un dito, affermando che il giudice valuterà con attenzione prima di concedere la scarcerazione preventiva, perché il 100% dei detenuti che già avevano ottenuto lo sconto previsto dalla vecchia legge, adesso otterrà l'ampliamento fino al 40% di sconto della pena. Il nostro guardasigilli è come uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia, e allo stesso tempo, gira la chiave nella toppa e libera tutti.
Chi avrà il coraggio di assumersi la responsabilità di raccogliere l'appello di Franco Roberti, il capo nazionale antimafia, che ha denunciato che siamo di fronte a qualcosa di peggio di un indulto mascherato? Chi ascolterà le parole di Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che ha dichiarato al 'Il Fatto Quotidiano': "Questo provvedimento avvantaggerà i mafiosi"? Come restare sordi alle dichiarazioni del procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, e del magistrato della Corte di Cassazione, Raffaele Catone, ascoltati entrambi in commissione Giustizia, che hanno denunciato come in Italia stiamo radendo il paradosso: per ogni anno di reclusione si sconterebbero sette mesi. Chi al di là della solidarietà ipocrita, ascolterà le parole di Nino Di Matteo che ha criticato duramente il decreto?
Con i mafiosi per strada, usciti dalle patrie galere prima del tempo, con che coraggio continuerete a guardare le foto di Falcone e Borsellino? Con che coraggio guarderete in faccia un poliziotto in divisa, quando il suo sacrificio quotidiano viene mortificato da un provvedimento che rimette in libertà migliaia di detenuti?
Fate sentire la vostra voce, perché questo decreto ha già causato troppi danni e deve decadere.
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