(Tommaso Merlo) –
Altro che maglietta rossa, dovrebbero indossarne una sporca i reduci piddini e i Comunisti col Rolex che in queste ore infestano i social media in nome di chissà quale deriva razzista in Italia. Una maglietta sporca dalle ipocrisie con cui cercano d’infamare i vincitori delle elezioni. Poveretti, del resto se avessero combinato qualcosa di buono a quest’ora non sarebbero a casa ad imbastire certe pagliacciate estive. Per anni il centrosinistra ha sottovalutato il trauma dell’immigrazione clandestina di massa su una popolazione già martoriata dalla crisi peggiore dal dopoguerra. Non ha capito cosa abbia significato l’arrivo illegale di centinaia di migliaia di disperati nei piccoli comuni di provincia dove i neri li avevano visti solo in qualche film americano e nelle periferie delle città sempre più ghetto. Non ha capito il trauma culturale, non ha capito la paura scatenata da un fenomeno andato completamente fuori controllo. Mentre gli italiani si ritrovavano giorno dopo giorno più poveri, il centrosinistra ha subito passivamente l’emergenza migratoria limitandosi a parlare di accoglienza e mettendo in piedi un abnorme business col quale si è cercato di nascondere il problema sotto al tappeto. Ma mentre cooperative e albergatori si godevano il nuovo Eldorado, i cittadini covavano rabbia. A quella per il proprio impoverimento, si aggiungeva la rabbia di vedere gli intrusi venir mantenuti generosamente coi loro soldi. Una beffa. E passi per chi scappa dalle guerre, ma se tutti i migranti per ragioni economiche dovessero mettersi in viaggio in massa, salterebbe all’aria il pianeta, altro che l’Italia...
Ed è questo il crimine politico più grave commesso dai reduci piddini e dai Comunisti col Rolex. Non dare risposte di lungo periodo. Non dare un senso, una prospettiva a quello che sta succedendo. La società multietnica è una ovvietà, ma quanto velocemente e il come avviene tale trasformazione epocale, è sostanziale. C’è una differenza enorme tra migrazioni fisiologiche e legali che sono peraltro inarrestabili ed invece veri e propri esodi di popoli disperati. Per anni il centrosinistra ha minimizzato, ha dato la colpa all’Europa e in cambio di maggiore flessibilità per distribuire la mancia elettorale degli 80 Euro, Renzi ha trasformato l’Italia in qualcosa a metà tra un villaggio vacanze a sbafo e un campo profughi. Poi quando finalmente hanno capito che la situazione gli stava sfuggendo di mano e gli italiani gliel’avrebbero fatta pagare nelle urne, hanno sguinzagliato Minniti che ha ridotto gli sbarchi dell’80 percento. Un buon lavoro ma compiuto fuori tempo massimo. Da qualche settimana tocca al governo gialloverde che sta dando finalmente voce alle paure degli italiani e sta reagendo con determinazione nella convinzione che l’immigrazione clandestina di massa sia ingestibile e debba cessare. Lo sta facendo tentando di coinvolgere l’Europa e stroncando il traffico di uomini dai paesi di origine fino alle nostre coste. La questione è complessa ed è troppo presto per vedere risultati duraturi, ma lo sforzo è più che apprezzabile. E il razzismo non c’entra nulla. Il razzismo c’è in Italia come in tutti i paesi del mondo, ma in piccole dosi per fortuna. Quello dell’immigrazione clandestina di massa è un problema oggettivo dalle potenziali conseguenze devastanti per una società e la politica ha il dovere di affrontarlo. E se invece di organizzare cene di gala nei palazzi e brindare con le multinazionali, i reduci piddini e i Comunisti col Rolex avessero ascoltati gli italiani, lo avrebbero capito in tempo anche da soli. Quella della maglietta rossa è solo l’ennesima strumentalizzazione politica da parte di caste che hanno fallito ed invece di chiedersi il perché, lucrano sulla situazione in cerca di patetiche vendette. Non c’è dubbio, una maglietta sporca rappresenterebbe meglio la loro iniziativa.
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