venerdì 27 luglio 2018

Peppino Caldarola: “Renziani, per favore, andate via, anzi: jatavenne”



PS: <<Hanno distrutto culture e identità, portando il partito verso il baratro. E pretendono ancora di imporre la loro linea. Per questo l’unica via per rinascere passa da una vera rivoluzione>>...signor Peppino non crede che quello che lei sostiene( io lo condivido da "esterno"...) non sia colpa di chi lo ha sostenuto e votato parecchie volte?...lei compreso, naturalmente.

umberto marabese
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(Peppino Caldarola – lettera43.it) – 
Poco importa cosa si siano detti giovedì notte i 150 parlamentari che fanno riferimento a Matteo Renzi nella cena organizzata dall’ex premier sull’Aventino a Roma. La notizia è che si siano riuniti per organizzare una controffensiva nel Partito democratico sia su problemi di linea, «nessun dialogo con i 5 stelle», sia soprattutto sul problema di leadership non andando bene a loro l’ex alleato Maurizio Martina e avendo l’ambizione di portare un renziano alla guida del Pd. Non c‘è niente di strano che una corrente di un partito si riunisca, per giunta fingendo una cena di auguri d’estate. Continuo a sostenere una banalità che molti dimenticano: anche gli sconfitti del 4 marzo hanno diritto di continuare a fare politica compreso il maggior responsabile del maggior disastro della sinistra.

IL PD RENZIANO HA DISTRUTTO CULTURE E TRAVOLTO IDENTITÀ

Quello che, però, è inaccettabile, e fa danno alla sinistra, è che questo gruppo e la sua leadership vogliano proseguire lungo la strada che ci ha portati dentro un burrone profondo. La classe dirigente del disastro comanda i gruppi parlamentari e domina le poche nomine di spettanza del Pd. Come niente fosse successo. Renzi addirittura è arrivato a minacciare l’altra parte...
, che per lui è sempre minoranza, di annichilirla nel prossimo congresso. E tutto ciò senza uno straccio di idee su quel che è accaduto e sulla linea di ricomposizione di un blocco elettorale sgretolato. Al capezzale del Pd ci sono molti medici. Troppi. Io mi limito a osservare che il progetto è visibilmente fallito perché, come scrive su Italianieuropei Marco Follini è fallita la teoria della melassa, dell’unità indifferenziata che ha distrutto culture non creandone di nuove, che ha travolto identità che sono invece ancora vitali, quella cattolico democratica, quella ex comunista, quella laica e quella socialista.

DA DESTRA E SINISTRA SOLO COPIE DI IDEE USATE

È venuto fuori quell’amalgama impazzito che non poteva riuscire e che ha consentito, nella debolezza via via crescente dei contraenti, a un gruppo d’avventura capitanato da Renzi di prendere il potere e di guadagnare un consenso sulla base di vecchie parole d’ordine blairiste. Dobbiamo sapere che l’Italia è precipitata tutta intera, a destra e sinistra, nel mercato delle pulci delle idee usate. La destra sta esponendo la propria peggiore e antica mercanzia, la sinistra, con Renzi, un progetto già fallito quando il “ragazzo” ha vinto le primarie. Le idee usate spacciate in questo mercato delle pulci non sono grandi idee. Nessuno propone di trovare, come suggeriva Nadia Urbinati, un nuovo significato alla parola “socialismo”, o, a destra, di ridefinire propositi di origine liberale. No, su quel mercatino si sono vendute copie di idee finte, come finti sono nei mercatini in cui prevalgono gli ex cittadini sovietici i distintivi e le icone.

IL GOVERNO HA GIÀ ESAURITO IL SUO PROGRAMMA

Voltare pagina è necessario. La destra l’ha fatto. Il populismo grillino anche. Hanno un forte consenso ma fra un po’ il vento a loro favore si calmerà. In fondo hanno già esaurito il programmaVitalizi parlamentari cancellati (per ora), odiosi provvedimenti anti-migranti, guerra ai rom e da giovedì scontro aperto con le famiglie arcobaleno e i diritti dei gay. Nel loro programma non c’è niente. I provvedimenti economici che hanno promesso non si faranno. Emergerà con forza il loro grande imbroglio di fronte a un elettorato che purtroppo ancora a lungo vorrà credere a loro prima di buttarli a mare come accadrà fra un paio d’anni, o forse meno.

PER RINASCERE SERVONO MENO CONVEGNI E PIÙ VOLANTINI

A sinistra non c’è scampo senza una vera rivoluzione che si deve fondare su due pilastri. I renziani devono andare via. Per carità nessuno li cacci, ma se hanno governato così bene, se è il popolo che si è sbagliato, se la loro linea e il loro leader sono indiscutibili, vadano da soli. Senza nostalgia e rancore ma vadano via con passi lunghi e ben distesi. Vorrei vedere in tivù i loro rappresentanti col il sottopancia di un loro nuovo partito e non sotto la sigla di un partito che hanno distrutto. Gli altri accettino di sottoporsi a un giudizio popolare, sollecitandolo persino, che faccia emergere le nuove esperienze, le nuove leadership. Un consiglio ai più giovani. Meno convegni e più volantini. La convegnistica di sinistra ormai è vorticosa, stiano tornando alle macchine da scrivere contro il capitale, a un nuovo dottrinarismo. Se è così, preferisco i volontari cattolici che lavorano nella società e creano società.---

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