giovedì 12 luglio 2018

Claudio Messora - Per non dimenticare il 22 marzo 2011:L'Italia in guerra con la Francia

   
22 marzo 2011  -  

PS: Ecco perchè naqcque, ed è viva ancor più oggi, l'immigrazione forzata dalla Libia alle nostre costiere.
umberto marabese
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Che Berlusconi sia addolorato per il Rais è il minimo che ci si possa attendere e non mi sconvolge affatto. Né tantomeno, per un uomo che ha sempre fatto della politica una questione personale, può sembrarmi questo il vero caso politico. Il caso politico semmai si poneva prima, quando nessuno lo denunciava. Dopo i baciamano e le dimostrazioni di stima ai limiti della devozione, sarebbe stato incomprensibile, disumano e anzi francamente mostruoso – se non ridicolo – il contrario.


Piuttosto, è evidente che non siamo in guerra con la Libia, ma con la Francia. Sarkozy sa bene che il nucleare non è un’opzione – e del resto contribuisce per il 39% alla produzione energetica del suo paese -, sa che i francesi non permetteranno la costruzione di nuove centrali sul suo territorio e sa che tantomeno questo accadrà in Italia....

Secondo l’Oil and Gas Journal (OGJ), la Francia ha una produzione interna di circa 70 mila barili di petrolio al giorno, una riserva disponibile sul territorio di circa 100 milioni di barili un consumo mondiale che la vede 12° tra i divoratori di oro nero. Si beve quasi 1 milione 875 mila barili di petrolio al giorno, ne esporta 597.800 e ne importa 2 milioni 386 mila, classificandosi come il nono importatore mondiale (i decimi siamo noi), principalmente dalla Norvegia, dall’Arabia Saudita, dalla Russia e dal Regno Unito. In compenso la Total SA, la compagnia petrolifera francese, è il quarto gruppo mondiale: opera in Africa, in Europa e in Medio Oriente, controlla il 55% delle operazioni di raffineria interna e quando si tratta di affari non ci va giù tanto per il sottile: per lo sfruttamento della manodopera locale in Birmania, la Total nel 2007 viene messa sotto accusa per presunti reati di complicità in crimini contro l’umanità, mentre nel 2008 l’amministratore delegato di Total Italia ed altri dipendenti vengono arrestati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d’asta, alla concussione e alla corruzione con riferimento agli appalti per le estrazioni petrolifere in Basilicata.
Quanto a gas naturale, poi, la Francia può contare su una riserva di poco più di 7 mila miliardi di metri cubi, che nel 2003 le ha permesso di soddisfare meno del 5% del fabbisogno domestico. Il resto arriva più che altro dalla Norvegia, dalla Russa e dall’Algeria. Vuoi mettere le riserve complessive di 1539 trilioni di metri cubi di gas naturale di cui dispone la Libia? E vuoi mettere quelle di 46,4 miliardi di barili di petrolio che Gheddafi estrae al ritmo di 1,8 milioni di barili al giorno (*), esattamente tanto quanto ne serve alla Francia?
La Francia non vuole la Nato tra le balle. Vuole fare tutto da sola: è molto volenterosa. Neppure la Spagnavuole la Nato tra le balle e intanto, attraverso il gasdotto transpirenaico, si approvvigiona di gas naturale dalla Norvegia, passando per la Francia, mentre è atteso per il 2011 il gasdotto Medgaz, che trasporterà il gas dall’Algeria alla Francia, proprio attraverso la Spagna. Un bell’incrocio di interessi congiunti. E proprio la Spagna, per bocca del Ministero dell’Industria, fa sapere che il consumo di gas naturale è passato dai 23,7 miliardi di metri cubici del 2003 ai 44 del 2011.
L’Italia, di contro, ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la Libia. Baciamano a parte, abbiamo sempre rifornito Gheddafi di armi in cambio di appalti per l’Eni, per Finmeccanica, per Impregilo, per Anas ed altri. Ora si intuisce meglio perché Berlusconi è così sicuro che i razzi libici non possano costituire una minaccia: glieli abbiamo dati noi, con un piccolo bug nel software di crociera che gli impedisce di cadere su Arcore. Oltre alla guerra tra l’Italia e la Francia, che vuole spezzare l’asse Tripoli-Roma, c’è così un’altra piccola questione di orgoglio nazionale ed industriale: riusciranno i caccia francesi ad avere la meglio sugli armamenti italiani che difendono la Libia? No, perché in tal caso, non ci conviene litigare con Nicolas.
E Obama? Voleva piantare qualche altra bandierina in nordafrica, magari per costruire un’altra delle sue basi militari di cui ha costellato il mondo come se fosse una partita a Risiko. Ma questa è un’altra storia: magari ne parliamo domani..
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(*)Zawia: 120.000 bbl/d (barili al giorno); Ras Lanuf: 220.000 bbl/d; Brega: 10.000 bbl/d; Sarir: 8.000 bbl/d; Tobruk: 20.000 bbl/d. La produzione libica maggiore si concentra a occidente. La parte controllata da Gheddafi.

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