Intervista a Joao Pedro Stedile
per il Giornale "Diario da Manha" (di Renato Dias, Goiania 21 maggio 18)
1.
Prima, la deposizione senza crimine di responsabilità di Dilma Rousseff. Poi, le riforme ultraliberiste. In terzo luogo, la prigionia di Luiz Inácio Lula da Silva. Tre atti di un golpe intrecciati tra loro?
Chiaro. Non siamo paranoici se diciamo che tutto questo era pianificato. Ma è così che funziona la logica degli interessi dei capitalisti e delle imprese transnazionali (vedi impero degli USA) in Brasile. E tutto è cominciato a causa della crisi economica che colpisce tutto il mondo ed è arrivata con forza in Brasile a partire dal 2013. Quando c'è crisi, la crescita, i profitti e l'eccedenza di beni cessano.
In questo contesto la borghesia vuole avere il controllo assoluto dello Stato per applicare misure che la proteggano dalla crisi e gettino tutto il peso del recupero dei profitti sulla classe lavoratrice.
Questo è il copione della storia del capitalismo e si applica anche qui in Brasile. Nel febbraio 2017, il comandante dell'esercito, il generale Vilas Boas, ha scritto un lungo articolo su Valor e ha comparato la situazione del Brasile a quella del Titanic, che affondava senza una guida, senza direzione. Si è solo scordato di proseguire la descrizione e dire che, in queste circostanze, nella prima classe ci si impadronisce delle scialuppe e ci si salva, mentre in seconda e terza classe si affoga. E inoltre c'è stata anche la beffa di far suonare l'orchestra per illudere quelli che non avevano le scialuppe. E questo è il ruolo della Globo, illudere il popolo.
Questo sta succedendo di fatto in Brasile, le scialuppe per la borghesia, per salvarsi controllando giudiziario, congresso e, con il golpe, anche l'esecutivo....