giovedì 4 gennaio 2018

Sacchetti bio, il ministeroPd dell’Ambiente: «Si devono pagare. Prezzo in scontrino»


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umberto marabese
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Sacchetti bio:«Sì ai monouso portati da casa, niente riutilizzo». MinisteroPD dell’Ambiente: «Si devono pagare». La precisazione del dicastero: «No al riutilizzo perché si rischiano contaminazioni, sì a chi porta i sacchetti da casa ma solo monouso e idonei per gli alimenti».

 No alla possibilità di riutilizzare i sacchetti per la spesa bio già usati per frutta e verdura, ma si potranno portare da casa, a patto che siano monouso. È la precisazione del ministero della Salute sulla nuova normativa sulla spesa che ha scatenato le polemiche.

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Il segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco ha spiegato che i sacchetti bio non potranno essere usati più volte perché «esiste il rischio di eventuali contaminazioni», sì invece alla possibilità per il cittadini di «portare i sacchetti da casa, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti». Resta per i titolari degli esercizi commerciali la «facoltà di verificare l’idoneità dei sacchetti monouso introdotti». Sulla questione del riutilizzo degli shopper interviene anche Bruxelles: un portavoce della Commissione Ue ha precisato che la direttiva comunitaria del 2015 sulle buste di plastica ha l’obbiettivi di ridurne l’uso assicurando che non vengano fornite gratuitamente, ma non entra nel merito per quanto riguarda il riutilizzo dei sacchetti per frutta e verdura. «Bisogna fare in modo - ha spiegato il portavoce - di utilizzare le buste di plastica solo quando non se ne possa veramente fare a meno e, in alternativa, ricorrere ad altri contenitori riutilizzabili per il trasporto dei prodotti dal negozio a casa».
Il prezzo
Nel pomeriggio la precisazione del Ministero dell’Ambiente secondo cui «le borse di plastica di qualsiasi tipo non possono essere distribuite a titolo gratuito» dai supermercati, e «il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino». L’informativa è stata inviata alla grande distribuzione (Coop, Federdistribuzione e Conad)

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Gli esposti del Codacons
Intanto il Codacons ha fatto sapere di aver presentato un esposto sui sacchetti biodegradabili a pagamento in 104 procure di tutta Italia. «Chiediamo di aprire indagini sul territorio alla luce del possibile reato di truffa, verificando il comportamento di ipermercati, supermercati ed esercenti nella vendita dei sacchetti biodegradabili - commenta il presidente Carlo Rienzi - perché stanno arrivando segnalazioni da parte dei consumatori di tutta Italia che denunciano come il costo degli shopper venga loro addebitato anche in assenza di acquisto dei sacchetti, in modo del tutto illegittimo». In sostanza, spiega l’associazione dei consumatori, se si acquistano prodotti ortofrutticoli senza imbustarli, al momento della pesatura la bilancia addebita in automatico il prezzo del sacchetto, anche se non lo si è acquistato. L’associazione ha annunciato anche un’istanza al ministero dello Sviluppo Economico per sapere quali siano le aziende che in Italia producono sacchetti bio, i profitti e le tasse pagate e eventuali rapporti dei vertici societari con membri del Governo e del Parlamento.

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http://www.corriere.it/economia/18_gennaio_04/produttrice-sotto-accusa-brevetto-nostro-costato-lavoro-e36bafce-f0c6-11e7-b9c8-ca7b03c62ba9.shtml

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