L'opposizione siriana legata all'Arabia saudita si presenta ai negoziati di Ginevra frantumata e demoralizzata. Ovunque le Forze Armate Siriane avanzano.
di Talal Khrais (Beirut), Mohammad Eid (Damasco), Shadi Martak(Aleppo).
Fonte degli aggiornamenti news: Siria: Mosca colpisce, Daesh si ritira (http://www.pandoratv.it/?p=6054).
Dopo l'incontro con la delegazione dell'opposizione siriana - legata a Stati stranieri alcuni dei quali sono perfino privi di costituzione - l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan De Mistura, appare sempre più deluso..... I colloqui proseguono con trattative assai difficili. «Non sono state delle buone giornate per i colloqui di Ginevra», sembra sfogarsi De Mistura, che ha incontrato anche la delegazione del governo di Damasco, martedì 2 febbraio 2016.
Bashar Al-Jafaari, il rappresentante della Siria nelle Nazione Unite, ha dichiarato: «Dopo due ore e mezzo di colloquio, De Mistura non ha ancora fornito né un programma preciso dei colloqui né una lista dei partecipanti dell'opposizione». Secondo Jafari, che ha incontrato alcuni nostri colleghi nella sua residenza, i colloqui sono ancora in fase preparatoria e ha smentito l'affermazione di de Mistura secondo cui sarebbero ufficialmente partiti lunedì primo febbraio quando ha incontrato l'opposizione rappresentata dall'Alto Comitato per i Negoziati (Hnc).
Non è stato possibile fino questo momento assistere alla presentazione di una lista dei membri della delegazione dell'opposizione, prevista entro mercoledì 3 febbraio. In ogni caso, Al-Jafaari ha ribadito che il governo siriano prenderà in considerazione le richieste dell'opposizione solo quando il dialogo comincerà ufficialmente. Al-Jafaari ha anche smascherato le preoccupazioni umanitarie dei ribelli, che non hanno trovato nemmeno parole di circostanza per condannare l'attentato dell'ISIS di domenica 31 gennaio nel santuario sciita Sayyida Zeinab, che ha causato oltre 60 morti.
La nomina da parte dell'Arabia Saudita di una delegazione con rappresentanti di organizzazioni considerate terroristiche sia dagli Stati Uniti che della Federazione Russa ha complicato ancora di più la situazione. Due tra i membri della delegazione (un presidente e un portavoce del Comitato dei negoziati), sono stati scelti tra ex ministri baathisti praticamente sconosciuti in Siria. Il portavoce dell'Hnc, Salim al-Muslet, ha perfino esplicitamente accusato la Russia di aver messo a repentaglio l'intero processo di pace: «la situazione corrente dimostra che il regime e i suoi alleati, in particolare la Russia, sono determinati a rigettare gli sforzi dell'Onu di applicare il diritto internazionale».
Al-Muslet ha sollecitato la comunità internazionale a far pressioni su Mosca, lamentando anche che nessuno sembra sia disposto ad aiutarli per davvero e che, sebbene nutrano fiducia nei loro amici, hanno bisogno di vedere che facciano realmente qualcosa.
La stessa Arabia Saudita è in grosse difficoltà con l'Occidente e con gli Stati Uniti, per non citare la rabbia russa. L'espansione del wahhabismo pone problemi più che mai seri agli europei. L'Europa non ripete più la vecchia litania, quando si faceva piacere il Regno ravvisandovi "saggezza e moderazione", perché invece ora il velo è caduto ed è costretta a vedere una monarchia che sostiene i gruppi più radicali e oscurantisti in Siria, Iraq e Libia.
Malgrado gli sforzi dell'Arabia Saudita di mostrare le fazioni Ahrar al-Cham e Jaich al-Islam come organizzazioni "moderate", l'opposizione sponsorizzata da Riad, nonostante le figure di facciata, è ormai unicamente composta dai principi del terrore.
La Siria, invece deve cercare di rafforzare più i contatti con l'opposizione interna democratica e con alcuni importanti riferimenti dell'opposizione della diaspora, come il leader laico Haytham Manna.
Nel frattempo, proseguono le offensive delle Forze Armate Siriane su tutti i fronti, specie in varie aree nell'ovest del paese, mentre martedì 2 febbraio Damasco, con il sostegno dell'aviazione militare russa, ha colpito le linee di rifornimento delle bande terroristiche nella città settentrionale di Aleppo, dove dal primo febbraio le forze governative avanzano senza sosta.
La Federazione Russa, dal canto suo, rafforza la sua presenza militare in Siria, dispiegando i nuovissimi jet Su-35, punta di diamante della sua aviazione, che vanno ad aggiungersi a decine di altri cacciabombardieri e batterie missilistiche già operativi sul terreno. Una serie di foto satellitari del 'Fisher Institute' israeliano mostra almeno 30 aerei da combattimento di Mosca e batterie di missili S400 e SA22 nella provincia di Latakia. A confermare il dispiegamento degli Su-35 è stato direttamente il ministero della Difesa russo.
Mosca, dopo l'abbattimento del velivolo russo Su-24 da parte turca, conduce incessanti attacchi, sostenendo che a ridosso del confine turco non esistono più invalicabili "linee rosse".
Con la copertura dei bombardamenti russi, l'esercito siriano ha proseguito la sua avanzata a nord di Aleppo ed è ora in pieno controllo delle colline strategiche. Abbiamo visto con i nostri occhi nei giorni scorsi che quasi tutta la provincia di Latakia è stata liberata. Poco più a nord di Latakia l'Esercito ha conquistato Rabia, e poi Salma vicino alla frontiera turca, l'ultima città rimasta sotto il controllo delle bande armate. Da questa area strategica le forze armate riescono dominare pian piano tutta la frontiera con la Turchia, insieme ai curdi.
Durante i tentativi di contrattacco, in una certa misura appoggiati da oltre confine, l'Esercito siriano ha respinto gli assalti con l'uccisione di decine di terroristi rimasti sul terreno.
I risultati sul campo si riflettono sulla Conferenza di Ginevra 3. Si può dire che i colpi subiti sul terreno hanno indebolito la cosiddetta delegazione di opposizione sconvolgendo il precario equilibrio dei veti incrociati, che soccombono di fronte ai rapporti di forza reali. La Russia non accetterà che siano presenti gruppi coinvolti nel terrorismo e insisterà affinché i curdi, nemici della Turchia, siano presenti.
Mosca e Washington non accettano di trattare seriamente con i rappresentanti dell'High Negotiations Committee: non possono bastare gli eufemismi né tutto il peso dell'Arabia Saudita, perché USA e Russia sanno bene cos'è davvero il potente gruppo armato Ahrar al-Sham, e quanto sia dannoso per qualsiasi durevole ipotesi di pace.------------
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=125211&typeb=0&caro-renzi-nei-miei-panni-tu-cosa-faresti-
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