venerdì 26 febbraio 2016

Roberto Speranza: "Su Verdini sono schifiltoso, congresso subito"


SPERANZA

Roberto Speranza arriva dritto al punto: “È inutile girarci attorno o far finta di non vedere. Siamo di fronte a un fatto politico enorme. D’un colpo solo è cambiata la maggioranza con l’ingresso di Verdini, perché da che mondo è mondo se uno vota la fiducia entra in maggioranza. Ed è cambiato il Pd in cui prevalgono le spinte conservatrici. Di fronte a tutto questo, che tocca la natura e l’identità del Pd, è necessario un congresso”.

Sta anche dicendo che si candida?
Non sto parlando di persone. Quelle verranno. Sto parlando di linea e di progetto politico. Avevamo detto “mai più con la destra” ed ora ci troviamo Verdini in casa. E quello che sembrava un compromesso parlamentare su singoli provvedimenti sta diventando un orizzonte strategico e identitario.
Il partito della Nazione.
Appunto. E vedo che non sono il solo a fare questa analisi: quando un renzianissimo della prima ora come Matteo Richetti parla di rottamazione tradita è un segnale non trascurabile. Glielo ripeto. Siamo a un punto di svolta: sui territori il Pd imbarca non voti, ma ceto politico che stava con Cosentino, con Cuffaro, riciclati di una stagione di destra e fallimentare nel paese; in Parlamento vota la fiducia Verdini, il più fedele collaboratore di Berlusconi ai tempi della compravendita parlamentare e delle leggi ad personam. È caduta la maschera: Renzi doveva compiere la rottamazione e invece siamo di fronte all’ennesimo capitolo del trasformismo italiano.....

Il premier direbbe che coi voti non si deve essere “schifiltosi”.
Innanzitutto un conto sono i voti, un conto è il ceto politico. E quando Cuffaro dice “i miei sono tutti nel Pd e fanno tessere” io, francamente, un po’ schifiltoso lo sarei. Ma bisogna esserlo anche quando Cuffaro dice “il mio sistema di clientele e i miei voti hanno cambiato nascondiglio”. Ricorda, lei che è un cronista attento, quando Walter Veltroni, da segretario del Pd, girava per il Mezzogiorno dicendo “noi certi voti non li vogliamo”? Bene, secondo me il Pd deve essere anche il partito che “certi voti non li vuole”. E su questi temi suggerirei maggiore serietà e meno slogan.
Secondo lei, Renzi non doveva mettere la fiducia?
Non c’è dubbio che le ambiguità e i doppi giochi dei grillini hanno pesato, però si poteva comunque essere più coraggiosi portando la legge in Parlamento e affrontando un dibattitto libero e democratico. Secondo me ne sarebbe uscito un provvedimento più avanzato.
Ma se lei fosse stato capogruppo, che avrebbe detto su Verdini?
Mettiamola così: che cosa fissa il perimetro di una maggioranza di governo? Il voto di fiducia. Dunque c’è poco da fare sofismi dopo sui numeri, se sono più o meno aggiuntivi, più o meno determinanti. La sostanza resta che quando Verdini dichiara che vota la fiducia, il Pd avrebbe potuto e dovuto dire “no grazie, noi siamo un’altra cosa”.
Però nessuno l’ha detto. Ora, Speranza, parliamoci chiaro. Verdini non serve solo a garantire una navigazione tranquilla al governo. Ma la sua pattuglia rende innocua la vostra al Senato. Se domani Gotor si alza e chiede a Renzi di discutere sul prossimo provvedimento, Renzi ha Verdini che garantisce i suoi voti. È il buttafuori della sinistra, o no?
Francamente non so se Verdini ambisce a essere anche buttafuori, come coronamento della sua brillante carriera, con Berlusconi, Dell’Utri e Cosentino. Io dico: è tempo perso. Noi stiamo nel Pd e daremo battaglia, ascoltando il nostro popolo che vive certi personaggi come impresentabili ed è preoccupato per la direzione che ha preso il Pd. Per questo chiediamo un congresso per discutere e definire natura e

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