giovedì 20 agosto 2015

Il tedesco "chiagne e fotte" (intanto si compra la Grecia)



PS: Ricevo, copio, incollo....<<Sono d'accordo su quasi tutto, ma con una precisazione. Queste elite criminali che ricorrono nella storia tedesca, esattamente come quelle americane, se le sono scelte i tedeschi (e gli americani nel caso americano). Il sig. Schäuble, che ormai fatico a considerare ancora un essere umano, è il politico più popolare in Germania. Il complesso di superiorità di cui soffrono moltissimi tedeschi è qualcosa di radicato, che non è possibile continuare a ridimensionare. E' qualcosa che sta nel loro dna, spesso magari a livello inconscio, ma alla fine dei conti molti di loro continuano a considerarsi una razza superiore rispetto ai "barbari" dell'Est e del Sud del mondo. Al netto del territorio della ex-DDR, feudo della Linke e popolato da persone di grande dignità e umanità che di tedesco hanno soltanto la lingua, questo popolo germanico rimane uno dei grandi problemi irrisolti che affligono questo sventurato pianeta. Chi non è d'accordo mi dia pure del "razzista al contrario", ma mi deve dimostrare che le cose non stanno così, e che i tedeschi in realtà non hanno responsabilità quasi collettive per le grandi catastrofi che hanno colpito l'Europa negli ultimi due secoli. Ragionamento esattamente speculare, se non persino rafforzato, per gli americani. Mi spiace, ma quando è troppo è troppo, questa gente mi ha schifato e sinceramente non voglio più averci nulla a che fare, nè dentro un'organizzazione assassina come la NATO nè dentro a un contenitore vuoto, ipocrita e neonazista come l'Unione Europea. Saluti.>>
umberto marabese
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La notizia della vendita di 14 aeroporti greci a una società tedesca, la Fraport, sta suscitando indignazione; eppure non dovrebbe stupire. 
 di Marcello Foa.
La notizia della vendita di 14 aeroporti greci a una società tedesca, la Fraport, sta suscitando indignazione; eppure non dovrebbe stupire. Noi siamo abituati a mitizzare i tedeschi, a farci intimidire dal loro rigore morale e - da quando il senso di colpa per l'Olocausto è evaporato - anche dal loro senso di superiorità. 
In realtà sbagliamo e dovremmo cominciare a giudicare le élitestedesche - perché il popolo, come sempre, c'entra poco - per quello che sono. E soprattutto per i loro difetti......
Il primo è la superbia: quando il tedesco di successo (e di potere) troppo spesso diventa sprezzante e non sa darsi il senso della misura. L'empatia, il senso delle proporzioni e dell'equilibrio, quel buon senso che induce gli uomini di successo più avveduti a non esagerare, riflettendo i principi di Sun Tzu, scompare. Il tedesco non si accontenta di vincere, deve stravincere e possibilmenteschiacciare l'avversario; non concepisce alcuna attenuante né comprensione umana ma soltanto il raggiungimento dei propri obiettivi, in sintonia con la propria concezione morale, che naturalmente coincide con i propri interessi e non contempla né gli interessi né le spiegazioni degli altri, per quanto possano essere fondati. La relatività morale delle élites tedesche è una costante storica, e tra l'altro spiega molti crimini dei tedeschi ai tempi dei nazisti. Ma non solo.

Se analizziamo la storia recente ci accorgiamo che questo atteggiamento è ricorrente. Nel suo splendido saggio Anschluss-L'annessioneVladimiro Giacché dimostra come l'unificazione tedesca non abbia condotto al salvataggio della ex DDR da parte della Repubblica federale tedesca, bensì a una spoliazione del tessuto industriale ed economico della Germania dell'est da parte delle aziende dell'Ovest in sintonia con il sistema bancario e la classe politica, secondo modalità che definire immorali è persino riduttivo. Allora andò in scena un grande furto collettivo, roba da Casta all'ennesima potenza (altro che Italia!), che di fatto trasformò in un insuccesso economico e sociale quello che avrebbe dovuto essere un processo di integrazione economica.La grande ruberia, naturalmente, non fu denunciata dalla stampa e non fu oggetto di commissioni di inchiesta
Il costo sociale fu scaricato sui Länder dell'Est, che da allora non si sono più ripresi, e quello economico sui conti dello Stato e, indirettamente su tutta l'Europa, che a causa di quella pessima gestione sprofondò, all'inizio degli Anni Novanta, in una lunga recessione.

Le élites tedesche non hanno mai pagato alla Grecia i debiti di guerra (vedi qui) sostenendo per oltre 50 anni che "non era il momento".

I tedeschi che con tanta irruenza hanno giudicato la Grecia di oggi, dipingendola come corrotta, inaffidabile, indolente, sono gli stessi che le hanno venduto armamenti per miliardi e che coprono, per legge, la corruzione delle proprie aziende all'estero, inclusa Atene (vedi lo scandalo Siemens ); sono coloro che un paio di anni fa hanno permesso alle proprie banche di liberarsi del debito pubblico greco, scaricandolo sui contribuenti europei, con un'operazione che ancora una volta fu presentata come un salvataggio naturalmente del popolo greco.

I tedeschi non hanno mai messo la Grecia nelle condizioni di risollevarsi veramente ma, d'accordo con la Troika, l'hanno caricata di tasse, balzelli, "riforme" che hanno avuto come unico effetto quello di far crollare del 25% il PIL greco
Le hanno cavato un paio di litri di sangue e poi le hanno detto: non sei abbastanza in forma, devi correre più veloce. Non ti dai abbastanza da fare, devi dare altro sangue. Naturalmente avanzando pretese morali e continuando a incolpare il popolo greco nel suo insieme.

A Napoli direbbero che la Germania "chiagne e fotte". Il fottuto oggi è la Grecia.
Oggi. E domani?


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Fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/08/19/il-tedesco-chiagne-e-fotte-intanto-si-compra-la-grecia/#
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=123015&typeb=0&il-tedesco-chiagne-e-fotte--intanto-si-compra-la-grecia-

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