lunedì 15 settembre 2014

G. Chiesa V&S F. Santoianni - La via della pace. M5S e altri. Ci vuole una strada larga, subito...!

Un botta e risposta fra Francesco Santoianni e Giulietto Chiesa sulla questione ucraina, il tema della pace e le remore del Movimento Cinque Stelle.

PS: <<Francesco Santoianni · Grazie per questa risposta che condivido in pieno
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Carissimo Giulietto

C'ero anche io, ieri a Napoli, ad applaudire la tua splendida conferenzasull'Ucraina e sulla imminenza di una ancora più devastante guerra. Davvero splendida. Problemi di tempo, non sono potuto intervenire dal pubblico, per cui mi esprimo qui su una tua affermazione e cioè sul Movimento Cinque Stelle unica forza sulla quale potere costruire una mobilitazione contro la guerra. Credo di poter contraddirti con cognizione di causa in quanto, da anni - a differenza di tanti altri compagni che non vogliono "sporcarsi le mani" - stando nel Movimento Cinque Stelle, ho cercato di schiodarlo dal suo sostanziale immobilismo, tentando anche di coinvolgerlo in iniziative contro la guerra.
L'ultimo mio fallimento in ordine di tempo è stata la mobilitazione per Gaza che pure sembrava nel cuore di molti attivisti Cinque Stelle a giudicare dai loro innumerevoli post su Facebook. Il Movimento Cinque Stelle non c'era alle pur affollate manifestazioni contro il massacro di Gaza; e quei pochissimi attivisti Cinquestelle che si vedevano - assolutamente privi di bandiere, distintivi o altro - si guardavano le spalle verosimilmente preoccupati di essere poi additati come "eretici" o dissidenti da espellere. Perché?...... Perché Grillo (che pure aveva concesso al suo blog e ai suoi parlamentari qualche interessante esternazione su Gaza e sulla Palestina) non aveva indetto nessuna mobilitazione in tal senso. E lo stesso continua ad accadere per l'Ucraina o per la nuova guerra in Iraq. Del resto, perché mai il Movimento Cinque Stelle dovrebbe scendere in piazza insieme ad altri movimenti quando la sua "linea politica" ufficiale è un illusorio raggiungimento del 51% elettorale? Un obbiettivo da raggiungere sposando mediaticamente a 360 gradi qualsiasi opinione; maevitando, nel contempo, un  suo coinvolgimento nelle conseguenti mobilitazioni che potrebbero allontanare preziosissimi  "elettori". Insomma, un immobilismo totale (che sta già erodendo il formidabile consenso ottenuto da Grillo) e che ti auguro tu possa scardinare.
Ma c'è un altra questione sulla quale non concordo con te. E cioè dare per definitivamente morto e sepolto il movimento contro la guerra che pure, in Italia, aveva portato in piazza milioni di persone. Anche in questo caso, credo di poter parlare con cognizione di causa in quanto sono tre anni che, insieme a pochissimi compagni - come quelli dellaRete NoWar o della redazione di Sibialiria - cerco di porre la questione guerra all'interno degli appelli per le manifestazioni nazionali e gli scioperi generali contro il governo (27 ottobre 2012, 18 Maggio 2013, 18 ottobre 2013.). Un altro buco nell'acqua. In Italia la questione "guerra", (dopo la sciagurata adesione a quella alla Libia, dettata dalla davvero demenziale equiparazione Gheddafi-Berlusconi e dallaenfatizzazione delle "primavere arabe") si direbbe archiviata per sempre. Ma, forse, non è così: dapprima un timido accenno alla questione "guerra" nella Manifestazione nazionale sui Beni Comuni del 17 maggio 2014  e, sopratutto, l'imponente manifestazione di ieri in Sardegna a Capo Frasca lasciano intravedere una qualche inversione di tendenza che mi auguro possa essere confermata dallaManifestazione nazionale per la Palestina prevista per il 27 settembre.
Da questo punto di vista, escludere la possibilità di un "ravvedimento" di tanti compagni e il coinvolgimento di questi in una mobilitazione per l'Ucraina e contro l'imminenza di una guerra, privilegiando, invece, la scorciatoia del Movimento Cinque Stelle mi sembra sbagliato. Certo, c'è da rovinarsi il fegato tentare di convincere i tanti Maître à penserche, indaffarati nel tentativo di rimettere insieme i cocci dell'"estrema sinistra" sperano che questo possa avvenire ignorando la questione guerra o continuando ad additare Putin o Assad. Ma credo che per scongiurare la catastrofe imminente non ti manchi la determinazione.
Tutto qui quello che avrei voluto dirti ieri a Napoli.
Con stima,
Francesco Santoianni


Caro Francesco, 
ti ringrazio per la  tua lettera, la quale, più che per i complimenti che mi rivolgi, mi consente di mettere meglio a fuoco i punti su cui tu dici di dissentire. Rispondo dunque a te, sulle "colonne" di Megachip, anche per rispondere a molti altri, sulla cui alleanza io conto.
Tu dici che io "spero" nel Movimento Cinque Stelle, ma non è così. Io non "spero", io "lavoro" sul e nel M5S.  E lo faccio con cognizione di causa, perché so di avere, tra i suoi militanti e attivisti, una vasta ormai influenza. Sono perfettamente consapevole di quello che tu dici. E cioè del fatto che i due "Dioscuri" che lo tengono in pugno mantengono una ambiguità suicida, che finirà per demolire lo stesso potente strumento che essi hanno saputo creare. Io agisco con lealtà, a carte scoperte. Non adulo, non chiedo. Quando ho potuto ho cercato di aiutare a capire. Fin dall'inizio non mi sono fatto illusioni, ma non ho ignorato i fatti e i dati. Lì c'è una forza ancora grande, che può e deve essere messa in movimento nella direzione giusta. In questo caso in direzione della pace. Io non ho fatto i clamorosi errori delle sinistre, che l'hanno bollata in cento modi diversi, tutti negativi, precludendosi così ogni possibilità di influenzarne gli sviluppi e i comportamenti.
E' una questione di tempi. Io sono certo che i due "Dioscuri" stanno dissipando il loro patrimonio: per insufficienza politica, per incapacità di comprendere la natura stessa, cangiante, della forza che hanno evocato. Non è di loro che mi occupo, o preoccupo. Mi preoccupo di evitare che la loro uscita di scena, inevitabile in queste condizioni, produca solo macerie. La grande parte dei loro quadri, dei loro attivisti, è una ricchezza inestimabile per l'Italia, che non deve andare perduta. Per questo dialogo con loro mettendo a loro disposizione la parte della mia esperienza che ritengo utilizzabile.
Ritengo che un movimento di massa contro la guerra non possa prescindere da questa forza. Per cento e una ragione, che mi paiono tutte ovvie. In primo luogo perché verifico, ogni incontro che faccio, che sono in gran parte in attesa di proposte come quelle che io faccio. Se non seguono ancora è solo perché - come anche tu scrivi - sono impediti e paralizzati. Ma non sarà così a lungo. Il M5S sta perdendo i pezzi e ne perderà molti altri se continua così. Il 51% - che comunque è una chimera - invece di avvicinarsi si allontana. Ed è un obiettivo sbagliato, come lo è ogni idea di autosufficienza per cambiare una società complessa e lesionata come la nostra. Enrico Berlinguer disse, nel 1973, dopo il Cile che il 51% non sarebbe bastato. Oggi quell'affermazione è 1000 volte più vera. Dunque l'erosione è inevitabile, e sarà seguita dal collasso elettorale. Considero questa una iattura. Se mi rivolgo a loro è per aiutarli a evitarla.
Questa è la mia linea, di assoluta lealtà e di rispetto nei loro confronti. Non vado in giro per l'Italia a blandirli. Non sono una forza rivoluzionaria, ma sono una forza  di rinnovamento e di pulizia morale, che va sostenuta nella sua difficilissima transizione.
Né corrisponde alla realtà delle cose il tuo secondo rimprovero. Io non intendo seppellire nessuno, né penso che non ci possano essere "ravvedimenti" a sinistra. Al contrario io penso che ci siano milioni di persone, a sinistra, che cercano una maniglia cui aggrapparsi. Ma penso che un movimento di massa contro la guerra, che si fermasse dentro i confini della sinistra, semplicemente non nascerebbe neppure. Non si può tornare indietro su quei sentieri, lungo i quali si sono consumati milioni di delusioni e di doppiezze. "Quel" movimento per la pace non potrà risorgere. Per una ragione cruciale: perché non ha capito da dove e perché risorgeva l'urgenza della guerra. E, se non si sa da dove viene la guerra, non la si può né prevedere né fermare. Ma, soprattutto, io penso che un movimento di massa contro la guerra non possa e non debba essere solo "di sinistra". E' questa la questione che io pongo all'attenzione di molti, sia del M5S che di forze ingenti, che non sono mai state di sinistra, ma che oggi percepiscono il pericolo e si scuotono dal loro torpore e dalle loro illusioni. La "coazione a ripetere" della sinistra le impedisce di andare alla ricerca di alleati. Nei suoi schemi non ci sta né una destra ostile alla guerra, né un movimento anomalo e imprevisto come il M5S.
Io propongo di includere gli uni e gli altri. Lo faccio anch'io, come te, con cognizione di causa,  dopo avere parlato con gli uni e con gli altri. Del resto, dopo avere criticato i "Dioscuri", anche tu riconosci i "buchi nell'acqua" che hai "scavato" a sinistra. Io so che non esiste nessuna "scorciatoia". Non la cerco nel M5S, ma non perdo tempo neanche nella defatigante illusione di convincere i maitre a penser a smettere di recitare le loro varie giaculatorie, concepite per dividere invece che per unire. Il M5S perduto nella sua autosufficienza, le sinistre ossificate nei loro schemi.
Le strade si aprono a colpi di piccone e devono essere larghe se si vuole che sopra ci camminino le masse popolari. Che sono le uniche che potranno fermare la guerra.

Ti ringrazio per la stima, che ricambio.
Giulietto Chiesa

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