PS: <<La classe politica italiana – vecchia e
nuova – si è invece autoassolta ancora una volta. Peggio. Ha rieletto al
Quirinale il ministro dell'interno d'allora, quel Giorgio Napolitano
che ha ancora la faccia di ammonire, riprendere, consigliare,
condannare, chiedere riforme costituzionali contro l'attuale
Costituzione...
Come si può leggere ancora oggi sulla pagina Facebook del Dott. Antonio Marfella, componente del Coordinamento Comitati Fuochi e dei Medici per l’Ambiente della Campania: “Scoprire
che Giorgio Napolitano era il Ministro dell’Interno all’epoca delle
dichiarazioni segretate di Schiavone è una notizia che mi da un dolore
profondo, insopportabile, veramente una pugnalata in petto… Ve lo giuro…
Non me lo aspettavo…”.>>....è scritto tutto, ognuno di noi ne tragga le conclusioni!
umberto marabese
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La contestazione di
massa che ha costretto Giorgio Napolitano rinunciare al tradizionale
caffè di capodanno al “Gambrinus” richiede qualche spiegazione e una
ricostruzione storica decente.
I protagonisti della manifestazione sono stati i
comitati della “terra dei fuochi” e molti si saranno chiesti: perché se
la prendono con Napolitano, quella specie di “nonno buono” ancora
luciferinamente in gamba, che li ha persino citati nel suo ficchissimo
discorso di fine anno?......
Ci corre l'obbligo di ricordare le dichiarazioni fatte dal boss pentito Carmine Schiavone
alla Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e rimaste segrete,
rese nel lontano 1997, ma rimaste “secretate” fino ad oggi.
Una serie di
informazioni raccapriccianti, in cui il boss dava conto della quantità
immane di rifiuti tossici seppelliti in alcuni comuni tra le province di
Napoli e Caserta. Il clan dei Casalesi, per “smaltire in questo modo
sostanze tossiche provenienti dal Nord Italia e da mezza Europa,
intascavano 500 mila lire a fusto. Il costo di uno smaltimento regolare,
a quel tempo, si aggirava sui due milioni e mezzo. Un bel risparmio per
le imprese, un bel guadagno per la camorra. È il mercato bellezza, che
ci vuoi fare?
Il problema è che – sul mercato – la salute e la vita
delle persone non valgono nulla davanti al profitto. Non è retorica
“comunista”, ma una semplice constatazione che nella “terra dei fuochi”
ha preso corpo manifestandosi in tumori e leucemie, con percentuali da
sterminio di massa.
Ne erano consapevoli gli stessi camorristi che lavoravano con e per Schiavone, negli anni '80 e '90. “Entro venti anni gli abitanti di numerosi Comuni del casertano rischiano di morire tutti di cancro”, aveva spiegato
Schiavone alla Commissione nel 1997. Oggi sta avvenendo. “Gli abitanti
di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così
via, avranno, forse, venti anni di vita”.
Se l'aveva capito
Schiavone, impossibile che non lo capissero i parlamentari che lo
ascoltavano, i magistrati che ne registravano le confessioni, i ministri
interessati per competenza (interni e sanità, in primo luogo), il
presidente del consiglio.
Ma nulla è stato fatto
per salvare quella popolazione. Uno Stato degno di rispetto avrebbe
ordinato di perimetrare l'area contaminata, spostare le famiglie in
altre zone, vietare la coltivazione e l'allevamento su quei terreni. Uno
Stato povero si sarebbe fermato a queste misure; uno anche ricco
avrebbe magari anche disposto una costosissima bonifica del territorio
(circa il 10% delle du province interessate).
Cosa ha fatto lo Stato
italiano da allora a oggi? Ha tenuto segreta la notizia. E basta. Ha
lasciato che la popolazione continuasse ad abitare, coltivare, allevare,
tirar su l'acqua dai pozzi avvelenati. E quindi ad avvelenare se stessa
e tutti i consumatori dei prodotti – soprattutto quelli alimentari – lì
confezionati. Uno Stato normale, alla scoperta che i vertici d'allora
hanno fatto una cosa del genere, li avrebbe incriminati per una serie
sconfinata di reati contro la persona, la salute pubblica, la dignità
dello Stato stesso.
La classe politica italiana – vecchia e
nuova – si è invece autoassolta ancora una volta. Peggio. Ha rieletto al
Quirinale il ministro dell'interno d'allora, quel Giorgio Napolitano
che ha ancora la faccia di ammonire, riprendere, consigliare,
condannare, chiedere riforme costituzionali contro l'attuale
Costituzione...
Come si può leggere ancora oggi sulla pagina Facebook del Dott. Antonio Marfella, componente del Coordinamento Comitati Fuochi e dei Medici per l’Ambiente della Campania: “Scoprire
che Giorgio Napolitano era il Ministro dell’Interno all’epoca delle
dichiarazioni segretate di Schiavone è una notizia che mi da un dolore
profondo, insopportabile, veramente una pugnalata in petto… Ve lo giuro…
Non me lo aspettavo…”.
La
risposta minima a questa scoperta non poteva che essere quella di
capodanno: Napolitano, a Napoli e dintorni, è da ora e per sempre
“persona non grata”. Un complice consapevole di un'”epidemia procurata”.
Senza nemmeno dover ricordare da chi
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