mercoledì 15 gennaio 2014

Rimpasto, Alfano apre: "Lo vogliono tutti, Letta se ne assuma l'onere"


PS: << Il vice premier: "Coppie gay? Solo tutele. Se il Pd fa l'arrogante, noi pronto a uscire dal governo.>>
 umberto marabese

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ROMA - "Sul rimpasto c'è una grande ipocrisia: tutti lo vogliono ma nessuno lo dice. Letta quando rientrerà dovrà assumersi l'onere e la fatica, i problemi sono interni al Pd". Lo dice Angelino Alfano ospite di "Radio Anch'io" su Radio Raiuno, precisando che "non mi sento per nulla di escluderlo, io appartengo alla forza politica del paese più libera".
Renzi e Letta. "Per il bene dell'Italia è bene che Letta e Renzi vadano d'accordo - aggiunge il vicepremier -. Se vanno d'accordo il governo va meglio; se si mettono in competizione su chi deve togliere la sedia all'altro, il governo entra in fibrillazione. Per cui il mio auspicio e la mia richiesta è che non si scarichino sull'Italia le competizioni interne al Pd. Già l'Italia in passato ha pagato, per ben due volte, il conto alla competizione e alla gara all'interno del partito". L'affondo contro il nuovo segretario democratico si sposta poi agli altri temi politici in agenda: "Noi non vogliamo dettare legge - dice -, ma neanche subire quella degli altri. Se i punti di compromesso saranno ragionevoli, manderemo avanti il governo, ma se il governo si paralizza o prevale l'arroganza di chi dice 'o le proposte Pd o non si va avanti' allora noi saremo i primi a dire che noi non andiamo avanti"......



Un invito a Renzi affinché sostenga il governo arriva anche dall'area a sinistra del Pd che chiede al segretario di chiarire la sua posizione: "O questo diventa il governo di Renzi, oppure non si va avanti. Non può essere che un governo sia sostenuto solo dalla minoranza del partito", spiegano alcuni deputati, dando conto della riunione della componente che al congresso Pd ha sostenuto la candidatura di Gianni Cuperlo. In vista della direzione di domani, la minoranza invita il segretario a dire parole chiare sul sostegno all'esecutivo. Un particolare che vale soprattutto in relazione all'eventualità di un rimpasto. Dubbi da sgomberare anche sul fronte delle trattative per la riforma della legge elettorale. La minoranza del Pd non condivide la convergenza sul modello spagnolo che sembrerebbe profilarsi tra democratici e Forza Italia, dopo l'incontro di ieri tra Matteo Renzi e Denis Verdini. "Lo spagnolo ha un effetto disproporzionale maggiore del Porcellum. Se il Porcellum è stato dichiarato incostituzionale, che senso ha andare verso un sistema che è a forte rischio incostituzionalità?", spiega Alfredo D'Attorre.

Caso De Girolamo. Alfano torna poi a difendere Nunzia De Girolamo, il ministro dell'Agricoltuta finita nella bufera nell'ambito dell'inchiesta sulle nomine e gli appalti alla Asl di Benevento. Il leader del Nuovo centrodestra nega, come sostenuto invece da Renzi, che si tratti di un caso ben più grave di quello che portò alle dimissioni di Josefa Idem e sostiene che l'uomo che ha fornito le registrazioni alla base dello scandalo "è un soggetto dalla biografia non proprio cristallina". Il ministro dell'Interno inquadra quindi la vicenda sottolineando che "è stato accolto in casa di una mamma con bambina piccola, che aveva difficoltà a uscire di casa e non potendo dare un appuntamento in una sede ufficiale, gli ha dato appuntamento in casa". "Un registratore - lamenta Alfano - ormai lo abbiamo tutti nello smartphone e in questo caso lo si usa per buttare ombre sulla De Girolamo che allora non era neanche ministro", una pratica che il leader del Ncd definisce "invereconda".

Caso Fonsai. Ma oltre che la collega di governo e di partito, il vicepremier si trova costretto a chiarire anche una nuova rivelazione emersa nell'ambito dell'onchiesta sul caso Fonsai. Alfano la definisce "una telefonata del tutto irrilevante dal punto di vista tecnico. Io non ha mai avuto alcuna preoccupazione sulle intercettazioni: possono pure mettere una microspia tra i neuroni del mio cervello, ma non ho alcuna preoccupazione".

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