domenica 26 gennaio 2014

Le rughe sul Sunday Times, Berlusconi: «Non ho paura di mostrarmi vecchio» - di Tommaso Labate

«Così io più vero di Renzi». Dietro la scelta anche una strategia di conquista dei voti over 60.

ROMA - «Bene, molto bene. Questo servizio è uscito molto bene». Nessuna imboscata. Nessun accordo violato. Nessun piano di comunicazione nato bene e finito male. Al contrario, quando ha visto il suo volto riflesso sulle pagine del Sunday Times Magazine , quando ha soppesato le rughe, la pelle che pareva increspata, lo sguardo serio che sembrava volgere al triste, e financo l’occhio sinistro leggermente più chiuso del destro, ecco, di fronte a quelle foto Silvio Berlusconi non è riuscito a trattenere un ghigno beffardo di soddisfazione. Come quello del Dorian Gray di Oscar Wilde, il cui responso dello specchio era decisamente più lusinghiero. Una soddisfazione comprovata dal fatto che quegli scatti, che due giorni fa avevano fatto il giro d’Europa via Internet, ieri sono stati ripubblicati in prima pagina solo dal Giornale e da Libero .
Dietro quelle foto scattate da Paul Stuart, che compongono quel servizio che il settimanale britannico ha mandato in pagina dedicandogli la copertina (titolo «After the fall», traduzione «Dopo la caduta»), ci sono due storie. Una piccola storia, che è quella del contatto col Sunday Times . E una storia più grande, che dimostra come la scelta berlusconiana di mostrarsi senza alcun trucco risponde in realtà a un «piano» su cui ad Arcore hanno meditato parecchio......


Sembrava una mossa suggerita dagli «uomini nuovi». E invece no. A prendere per buone le confidenze che Giovanni Toti ha fatto ai colleghi - «Quelle foto le ho viste direttamente in pagina, non ne sapevo nulla» - nessuno del nuovo cerchio magico era al corrente dell’uscita del servizio. Su cui infatti avrebbero trattato, per conto del Cavaliere, due forzisti di antico conio. Innanzitutto Valentino Valentini, il ministro degli Esteri personale di Berlusconi, uno che conosce la stampa straniera meglio di quella italiana. E poi Deborah Bergamini, deputata ed ex manager della Rai, oggi responsabile del settore comunicazione di Forza Italia. Senza dimenticare il via libera, che in questi casi è sempre decisivo, della fidanzata Francesca Pascale e della senatrice-assistente Maria Rosaria Rossi.
Ma per comprendere a fondo la scelta del Cavaliere di mostrare le sue rughe bisogna introdurre nella storia un altro personaggio: l’inconsapevole Matteo Renzi. Da quando il sindaco di Firenze ha iniziato la sua marcia trionfale verso la leadership del Pd, diventando di fatto «lo sfidante» dell’ex premier, più d’uno ha sentito Berlusconi abbandonarsi a una frase inizialmente scambiata per una battuta. «Renzi non solo è giovane. Ma è anche più giovane di me. Io sono più vecchio e più vero. E non ho paura di mostrami così». Da qui l’intuizione che nella war room di Forza Italia spiegano con poche parole: «A differenza di quanto non accadesse con Prodi, o Veltroni, o D’Alema, magari anche con Rutelli, Berlusconi non sembrerà mai un signore della stessa fascia d’età di Renzi. Ogni sforzo per mostrarsi più giovane, di fronte a cotanta differenza di anni, sarebbe controproducente...».

Oltre i puntini di sospensione c’è un ragionamento politico. Il Cavaliere ha capito che l’ingresso sulla scena del quarantenne sindaco di Firenze, unita alla presenza solida del Movimento Cinquestelle nello scacchiere politico, lo mette sì in difficoltà sulla caccia al voto degli «under 40». Ma potrebbe favorirlo sugli «over 60», dove il Pd pre-renziano la faceva da padrone. Per capire quanto sia decisivo «coprirsi» sugli ultrasessantenni basta incrociare - come hanno fatto alcuni berlusconiani - i dati di ascolto dei programmi televisivi e le fasce d’età dei telespettatori. «Qualche settimana fa, un pubblico di 5,5 milioni di italiani, che aveva come età media 63 anni, ha fatto di un concerto in differita di Al Bano trasmesso da RaiUno il programma più visto della prima serata», racconta uno degli uomini-comunicazione più scaltri di Forza Italia. Che poi si fa una domanda, a suo dire retorica: «È o non è il paese in cui un settantasettenne, che per giunta si chiama Berlusconi, può ancora vincere le elezioni?».

Tutto questo è stato trasformato in strategia. Renzi gira in camicia? Berlusconi abbandona la camicia e punta sul pullover. Renzi parla da un palco sobrio ma moderno alla Leopolda? Berlusconi punta sui palchi tra il kitsch e l’improvvisato sotto casa sua a Palazzo Grazioli. Renzi è giovane? Berlusconi si definisce, come mai aveva fatto prima, «un vecchietto». E qualcuno giura che la prossima mossa del Cavaliere sia intestarsi una campagna contro il taglio delle pensioni. Nel frattempo, «niente trucco stasera», come nella vecchia canzone di Renato Zero. Con quei versi che ad Arcore sembrano quasi un auspicio: «Qualunque trucco sbiadirà, la mia canzone resterà».


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