Nel giorno del tripudio per il maglioncino dei due mondi arriva
l'ennesima doccia fredda delle immatricolazioni. Il manager
italo-canadese ha creato un gruppo globale, tra i più indebitati nel
mondo, ma sul piano industriale è un vero enigma.
Ieri si è scritta la storia oggi conviene occuparsi di cronaca. A meno
di ventiquattr’ore dall’annuncio della “storica” acquisizione
dell’intera proprietà di Chrysler da parte della Fiat per Sergio Marchionne è
tempo di fare i conti con la realtà. Anzitutto con quella delle
vendite. I dati diffusi oggi sul mercato dell’auto in Italia mostrano
come persino in un mese, lo scorso dicembre, che ha segnato una seppur
cauta crescita, la Fiat arretra: le vendite sono scese del 2,62% a
24.809 unità, contro le 25.476 di un anno fa. A novembre le
immatricolazioni del gruppo Fiat erano già scese del 12,33%. E sull’anno
trascorso il bilancio non è meno pesante: nel 2013 il Lingotto ha
immatricolato in Italia 373.771 nuove vetture, in calo del 9,94%
rispetto alle 415.046 del 2012. Nel complesso, la quota di mercato di
Fiat Group Automobiles in Italia si è attestata al 28,67%, in calo
rispetto al 29,58% del 2012. A dicembre invece la quota del Lingotto è
scesa al 27,97% dal 29,12% di un anno fa. A novembre la quota di mercato
del gruppo Fiat era al 27,19%. Insomma, una disfatta. Certo determinata
dal contesto nazionale, ma è un fatto che la casa torinese patisce più
dei suoi concorrenti....continua a leggere...
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