NASCITA DEL MONDO MULTIPOLARE (3)
Come immagina la Russia il suo ruolo nella costruzione del mondo multipolare
La Russia ha divulgato il suo «Concetto di politica estera». Dopo aver richiamato la posizione del Paese nel mondo, il documento descrive la fine del dominio occidentale e gli sforzi degli Stati Uniti e dei loro alleati per mantenere l’egemonia di Washington. Lo scritto enuncia gli interessi e i fini di Mosca; sottolinea il primato del Diritto internazionale contemporaneo (una creazione dello zar Nicola II) e termina con la descrizione del mondo in trasformazione.
Il 31 marzo 2023 il presidente Vladimir Putin ha convocato in videoconferenza il Consiglio di Sicurezza. Al termine della riunione ha promulgato l’aggiornamento del «Concetto di politica estera della Federazione di Russia».
Nel documento viene esposta la visione del ruolo della Russia sulla costruzione del mondo multipolare.
Innanzitutto la Russia ricorda le sue importanti risorse in tutte le sfere dell’esistenza, il ruolo di membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la partecipazione a organizzazioni e associazioni internazionali fondamentali, la sua potenza nucleare e il titolo, che le spetta di diritto, di successore dell’URSS. Ma soprattutto, considerato l’apporto decisivo alla vittoria nella seconda guerra mondiale e l’attiva partecipazione alla liquidazione del sistema mondiale del colonialismo, si afferma come uno dei centri sovrani dello sviluppo mondiale e considera missione storica il mantenimento dell’equilibrio globale e la costruzione di un sistema internazionale multipolare.
TRASFORMAZIONE DEL MONDO CONTEMPORANEO
La Russia osserva che il modello iniquo dello sviluppo mondiale, che per secoli ha permesso la crescita economica accelerata delle potenze coloniali spogliando delle risorse le colonie, appartiene ormai al passato.
Gli anglosassoni tentano di ostacolare «il corso naturale della storia» ricorrendo a un ampio ventaglio di strumenti illegali, tra cui le «misure coercitive unilaterali» (illegittimamente chiamate “sanzioni”), l’istigazione di colpi di Stato, di conflitti armati, di minacce, di ricatti, e via discorrendo.
Nel documento non c’è il termine “anglosassoni”. È un’espressione da me usata per sintetizzare le dichiarazioni di diversi ministri. Mosca ritiene che gli Stati Uniti siano il nemico principale, ma prende atto che Washington è riuscita a costruire una coalizione di Stati ostili, ove il Regno Unito svolge ruolo centrale.
La Russia è il Paese più esteso al mondo e le sue forze armate non possono difenderne i confini, quindi può essere facilmente invaso. Nel corso della storia ha imparato a vincere gli invasori sfruttando a proprio vantaggio l’immensità del territorio e il clima. Ha combattuto gli eserciti di Napoleone I e di Adolf Hitler, ma al prezzo di fare terra bruciata del proprio territorio per affamarli. Non avendo retrobasi vicine, gli eserciti nemici hanno dovuto battere in ritirata e il “generale Inverno” ha portato a termine l’opera. A differenza degli altri Paesi, la Russia ha bisogno per la propria sicurezza che nessun esercito ostile possa ammassarsi ai suoi confini.
Giudicando il rafforzamento della Russia una minaccia all’egemonia occidentale, Stati Uniti e loro Paesi satelliti hanno pretestato le misure adottate da Mosca per proteggere i propri interessi vitali in Ucraina per esacerbare la politica russofoba, di antica data, e scatenare una guerra ibrida di nuovo genere. Per interessi vitali si deve intendere la subordinazione delle forze armate ucraine al Pentagono dopo il colpo di Stato del 2014.
INTERESSI E OBIETTIVI DELLA RUSSIA
Gli interessi nazionali della Russia, cito dal documento, sono:
1) protezione dell’ordine costituzionale, della sovranità, dell’indipendenza, dell’integrità territoriale e statale della Federazione di Russia dall’influenza straniera distruttiva;
2) mantenimento della stabilità strategica, rafforzamento della pace e della sicurezza internazionali;
3) rafforzamento del quadro legislativo delle relazioni internazionali;
4) protezione dei diritti, delle libertà e dei legittimi interessi dei cittadini russi, nonché protezione delle organizzazioni russe dalle illecite minacce straniere;
5) sviluppo di uno spazio informatico sicuro, protezione della società russa dall’influenza informativa e psicologica straniera allorquando distruttiva;
6) tutela del popolo russo, sviluppo del potenziale umano, innalzamento del tenore di vita e del benessere dei cittadini;
7) sostegno allo sviluppo sostenibile dell’economia russa su nuove basi tecnologiche;
8) rafforzamento dei valori spirituali e morali tradizionali russi, salvaguardia dell’eredità culturale e storica del popolo multinazionale della Federazione di Russia;
9) protezione dell’ambiente, tutela delle risorse naturali e gestione dell’ambiente, adattamento ai cambiamenti climatici.
I fini della politica estera della Russia, cito ancora, sono:
1) instaurazione di un ordine mondiale equo e duraturo;
2) mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, della stabilità strategica, garanzia della coesistenza pacifica e dello sviluppo progressivo di Stati e popoli;
3) sostegno all’elaborazione di risposte complesse efficaci della comunità internazionale alle sfide e minacce comuni, compresi i conflitti e le crisi regionali;
4) sviluppo di una cooperazione, reciprocamente vantaggiosa e di uguaglianza di fronte al diritto, con tutti gli Stati esteri e loro alleati che hanno una condotta costruttiva e offrono garanzia della tenuta in conto degli interessi russi nel quadro delle istituzioni e dei meccanismi della diplomazia multilaterale;
5) opposizione all’attività antirussa di alcuni Stati stranieri e loro alleati, nonché creazione delle condizioni per la cessazione di tale attività;
6) instaurazione di relazioni di buon vicinato con gli Stati limitrofi, nonché sostegno alla prevenzione e all’eliminazione dei focolai di tensione e dei conflitti sui loro territori;
7) assistenza agli alleati e partner della Russia per la promozione di interessi comuni, della garanzia della loro sicurezza e del loro sviluppo sostenibile, indipendentemente dal riconoscimento internazionale di questi alleati e partner e del loro statuto di membri in seno a organizzazioni internazionali;
8) emancipazione e rafforzamento del potenziale dei sodalizi regionali multilaterali e delle strutture d’integrazione con la partecipazione della Russia;
9) rafforzamento delle posizioni della Russia nell’economia mondiale, raggiungimento degli obiettivi nazionali di sviluppo della Federazione di Russia, garanzia della sicurezza economica, realizzazione del potenziale economico dello Stato;
10) promozione degli interessi della Russia nello spazio marittimo mondiale, nello spazio aereo ed extra-atmosferico;
11) formazione di un’immagine obiettiva della Russia all’estero, rafforzamento delle sue posizioni nello spazio informatico globale;
12) rafforzamento dell’importanza della Russia nello spazio umanitario globale, rafforzamento della posizione della lingua russa nel mondo, sostegno alla salvaguardia all’estero della verità storica e della memoria del ruolo della Russia nella storia mondiale;
13) difesa esaustiva ed efficace dei diritti, delle libertà, degli interessi legali dei cittadini e delle organizzazioni russe all’estero (la Russia ha sempre protetto le minoranze di cultura russa all’estero);
14) sviluppo delle relazioni con i compatrioti residenti all’estero e assistenza esaustiva affinché possano godere appieno dei loro diritti, i loro interessi siano protetti e l’identità culturale russa in generale preservata.
PRIMATO DEL DIRITTO
Il Diritto internazionale contemporaneo è nato alla Conferenza dell’Aia del 1899, convocata dall’ultimo zar, Nicola II. Vi parteciparono 27 Stati. I lavori riguardarono la «ricerca dei mezzi più efficaci per assicurare a tutti i popoli i benefici di una pace veritiera e duratura». Durò 72 giorni.
Tre i temi affrontati, ma solo il secondo e il terzo furono coronati da successo:
– limitazione degli armamenti, degli effettivi e degli stanziamenti militari;
– attuazione di convenzioni per ridurre in guerra l’uso delle armi più letali e le sofferenze inutili (la Conferenza adottò la clausola di Martens, secondo cui tutto ciò che non è espressamente vietato da un trattato non è implicitamente autorizzato: pone così le basi del Diritto umanitario internazionale e giustificherà l’istituzione del Tribunale di Norimberga);
– riconoscimento, nei casi che vi si prestano, del principio di arbitraggio (su proposta francese, la Conferenza istituì la Corte permanente di arbitraggio dell’Aia).
La delegazione francese – di cui facevano parte Léon Bourgeois, Paul d’Estournelles de Constant e Louis Renault, tre futuri premi Nobel della Pace – vi si distinse.
La Conferenza dell’Aia stabilì due principi innovativi:
– parità giuridica tra Stati, quali essi siano;
– ricerca del compromesso e di un voto unanime quale fonte di legittimità.
Il metodo della Conferenza dell’Aia, che la Russia ha sempre rispettato, corrisponde al suo modo di pensare (e a quello dei radicali francesi di Léon Bourgeois). Mosca ritiene che lo spirito della Conferenza dell’Aia trovi espressione attualizzata nella Carta delle Nazioni Unite (1945) e nella Dichiarazione relativa ai principi del diritto internazionale, concernenti le relazioni amichevoli e la cooperazione tra Stati, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite (1970).
In contrasto con il Diritto internazionale, definito collettivamente in seno all’Onu, gli Occidentali tentano di sostituirvi un insieme di “regole”, da loro stessi stabilite, senza la partecipazione di altri. Soltanto l’unione degli sforzi in buona fede dell’intera comunità internazionale, basata sull’equilibrio delle potenze e degli interessi, può assicurare efficacemente lo sviluppo pacifico e progressivo dei grandi e piccoli Stati.
Nel documento del 31 marzo scorso, la Russia ricorda che l’operazione speciale in Ucraina è autorizzata dall’articolo 51 della Carta dell’Onu. Fa riferimento all’attacco del Donbass pianificato dal governo ucraino, di cui Mosca ha pubblicato uno dei documenti, con annotazioni manuali dei capi di stato-maggiore dell’Ucraina. Si capisce quindi che, alla vigilia dell’operazione speciale in Ucraina, il riconoscimento delle Repubbliche del Donbass come Stati indipendenti alleati della Russia fosse condizione necessaria per l’applicazione dell’articolo 51.
Si tratta di stabilire rapporti contrattuali tra Stati, consapevoli che il più forte potrà sempre tradire la parola data e distruggere i più deboli. Si devono quindi adottare garanzie per evitare che lo Stato in posizione di forza ne abusi. Garanzie che possono essere efficaci solo se si riconosce alla Russia, come a ogni altro Paese, il diritto d’accesso agli spazi mondiali, compreso quello spaziale, e se si mettono in atto meccanismi di prevenzione alla corsa agli armamenti.
DESCRIZIONE DEL MONDO UNIPOLARE
Mosca vede il mondo multipolare attraverso una visione culturale del mondo. Vuole intrattenere relazioni con tutte le culture e incentivarle a dotarsi di organizzazioni intergovernative.
Afferma inoltre che nel momento in cui chiede agli Stati viciniori di non ospitare truppe e basi militari ostili, è disposta a sostenerli nel processo di stabilizzazione, compreso l’aiuto a reprimere manovre di destabilizzazione condotte sul loro territorio da Stati ostili. Non vuole assistere impotente ad altri Stati che imboccano la stessa via dell’Ucraina: rovesciare istituzioni democraticamente elette appoggiandosi su gruppuscoli neonazisti.
Il documento attribuisce grande importanza al rafforzamento della cooperazione con la Cina e al coordinamento con la sua azione internazionale. Deve nascere un mondo multipolare, ma partorito con l’assistenza di due levatrici: Mosca e Beijing.
Sul piano militare Mosca accenna a un partenariato strategico con l’India.
Un passaggio riguarda anche il mondo islamico, che, con la vittoria della Siria e l’accordo di pace tra Iran e Arabia Saudita, esce dalla dominazione occidentale.
Riguardo all’Europa Occidentale, Mosca spera che si renderà conto dei propri errori e si staccherà dagli anglosassoni. Nel frattempo però la Russia diffida non soltanto della Nato, ma anche dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa.
La Russia non si pone come nemica dell’Occidente, non si isola, non ha intenzioni ostili nei suoi confronti e spera che in futuro gli Stati della comunità occidentale prenderanno coscienza dell’inutilità della loro politica conflittuale e aderiranno ai principi di uguaglianza sovrana e di rispetto degli interessi reciproci. In questo contesto la Federazione di Russia si dice pronta al dialogo e alla cooperazione.
La politica della Russia verso gli Stati Uniti ha un carattere duale, in considerazione del ruolo di questo Stato come uno dei centri sovrani influenti dello sviluppo mondiale da un lato e, dall’altro, del ruolo di ispiratore, organizzatore, realizzatore fondamentale della politica aggressiva antirussa degli Occidentali, fonte di rischi vitali per la sicurezza della Federazione di Russia, per la pace internazionale, lo sviluppo equilibrato, equo e progressivo dell’umanità.
Rachele Marmetti
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