domenica 28 maggio 2017

Pippo Civati all'HuffPost risponde all'appello di Massimo D'Alema per un'unica lista di sinistra: "Io ci sono"




Lentamente, il progetto politico a sinistra del Pd prende forma. All'appello, lanciato con un'intervista al Corriere della Sera, di Massimo D'Alema per un'unica lista alternativa al Partito Democratico risponde Pippo Civati, leader di Possibile e in Parlamento "alleato" di Sinistra Italiana. "Noi ci siamo e siamo promotori di una sinistra alternativa al Pd da quando abbiamo lasciato il principale partito di maggioranza", dice Civati all'HuffPost. Primo tra i fuoriusciti, poi seguito da tanti altri in rotta con la metamorfosi renziana del partito, Civati guarda favorevolmente non solo ai partiti di sinistra ma anche a chi è ancora all'interno del Pd. In particolare, soprattutto dopo la rottura tra i dem sui voucher, a diversi esponenti delle aree di Andrea Orlando e Michele Emiliano, usciti sconfitti dalle primarie del Pd: "Molti non nascondono il loro disagio per questo riavvicinamento di Renzi a Berlusconi"....

D'Alema ha lanciato un appello per una sinistra unita ma alternativa al Partito Democratico. Come risponde?
Era la mia idea fin dall'inizio. Renzi ha scelto Berlusconi, ed è evidente che la scelta non lascia indifferenti diversi esponenti del Pd, tanto dell'area Orlando quanto dell'area Emiliano. Lo ha detto anche il ministro nella sua intervista di venerdì al Foglio. E anche informalmente sappiamo che, in alcune aree dem, c'è del disagio per la deriva centrista del Pd. La mia proposta in un certo senso supera quella di D'Alema: non solo una lista unica, ma un progetto intorno al quale raccogliere persone che non necessariamente facciano politica, anche perché è inutile far distinzioni tra chi fa parte di un partito e chi di un altro come a Gargonza. Chi vuole cambiare non può votare Renzi o Berlusconi.
D'Alema ha chiamato i Comitati del No, la società civile, il cattolicesimo democratico. Dimentica qualcuno?
Oltre ai soggetti citati ci sono le forze laiche e repubblicane più o meno organizzate. Ma l'esigenza, prima ancora di ricostruire la sinistra, è quella di ribaltare un quadro politico che parla ormai del nulla. In questo senso, le nostre non sono ricette diverse, anzi sono molto simili. Ed è chiaro che raccolgo la sfida. D'Alema dice, ad esempio, che la scissione andava fatta prima. Tutti quei passaggi, qualcuno li ha fatti: prima in solitudine, adesso in un quadro più largo. Ma non è il caso di rivendicare la primogenitura. L'unico punto che contesto è quello che riguarda il partito unico, perché forse sarebbe il caso di costruire prima un contesto culturale e politico dove poter lavorare insieme. Poi le formule verranno dopo, l'importante è che vi sia un unico progetto elettorale. Noi ci siamo e siamo promotori fin da quando abbiamo lasciato il Pd.
Sarebbe singolare che tanti esponenti, prima tutti nel Pd, una volta usciti - e per le stesse ragioni o quasi - non riescano a trovare un accordo su un progetto politico.
In due anni mi sono preso molta solitudine e tante difficoltà, come è ovvio quando esci da un grande partito di maggioranza. Avevo messo in conto che non sarebbe stato facile, ma ricostruire la sinistra è stato sempre il mio progetto.
Siamo nel pieno del dibattito parlamentare sulla legge elettorale. Si parla di una soglia di sbarramento al 5%...
Guardi, io sono dell'idea che sia meglio avere una soglia del 5% che ti sprona a fare il 10%, invece di una soglia al 3% che rischia di portare alla sconfitta. Bisogna puntare a fare più del 5 per cento, può essere uno sprone a costruire un fronte più largo e plurale e nello stesso tempo ad affermare un'idea.
Il Governo sembra voler reintrodurre i voucher, dopo averli cancellati per evitare i referendum promossi dalla Cgil. Avete in cantiere qualche iniziativa nel caso la discussione parlamentare prosegua su questo piano?
Noi siamo stati i primi a denunciare l'uso disinvolto e alternativo dei voucher. Se si tratta di risolvere i problemi delle famiglie, noi ci siamo. Ma in un quadro di chiarezza e tracciabilità. Se poi si vuole estenderli allora non si è capito il vero senso della raccolta delle firme per i referendum della Cgil. Il Governo continua a giocare all'equivoco, e non si capisce il perché. Il problema è che nella politica italiana bluffano tutti.
Venerdì Sinistra Italiana ha fatto una conferenza stampa per contestare un emendamento alla manovrina che favorirebbe la speculazione edilizia in relazione alla costruzione di nuovi stadi. Il ministro per lo Sport Lotti ha replicato affermando che si tratta di un fatto inesistente.
Al di là della polemica di queste ore, quello della speculazione edilizia e dell'abusivismo è un tema. Consumo di suolo, rivoluzione ecologica e gestione dei beni comuni sono tutti argomenti che hanno preso cinque anni di pausa durante i governi di larghe intese.------
http://www.huffingtonpost.it/2017/05/26/pippo-civati-allhuffpost-risponde-allappello-di-massimo-dalem_a_22111291/?utm_hp_ref=it-homepage

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