venerdì 5 febbraio 2016

De Mistura accusa la Russia «Sta accelerando il conflitto...rischia con l'esercito Siriano di vincere...»

PS: <<Sfogo del mediatore Onu: a Ginevra fingono di negoziare, ora cessate il fuoco....>>...il che ha significare che, visto ormai la sconfitta dell'ISIS-USA, prima che l'Esercito dello Stato Siriano aiutato dalla Russia, sconfigga definitivamente i "tagliatori di teste" pseudi musulmani, ma in realtà mercenari al soldo degli USA , della Turkia, dell'Arabia saudita, del Katar.....cessino di "liberare" il proprio paese(...non vi dice niente il "nostro 25 aprile e la liberazione dai Nazisti?...) e scendano a trattare ....ma che cosa devono trattare?...Avanti tutta...fuori i mercenari !...e tutti coloro i quali li difendono, De Mistura in testa!

umberto marabese
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«Non voglio dare colpe a nessuno, ma lanciare una sfida a tutti quei Paesi che hanno influenza in Siria a fare di tutto perché nella prossima tornata, che potrebbe aver luogo anche prima del 25 febbraio, ci siano sul tavolo fatti concreti che l’una e l’altra parte possano offrire come segnali di buona volontà. È ciò che è mancato in questi due giorni a Ginevra. Spero che la sospensione funga da acceleratore: la prossima settimana, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, verificheremo con il gruppo di Vienna quali sono gli elementi che possano dare serietà ai colloqui». Staffan de Mistura è l’inviato speciale dell’Onu per la Siria. Il suo tentativo di tessere un filo di dialogo tra il regime di Assad e le opposizioni si è scontrato mercoledì con i sospetti, i veti incrociati e la malafede dei diversi protagonisti.....
Ci racconta cos’è successo in questi due giorni e mezzo a Ginevra?
«Primo, nessuna delle parti era pronta a fare la minima concessione. Secondo non si è parlato di sostanza, ma si è giocato a rimpiattino su banali dettagli di procedura. Terzo, non c’è stata alcuna indicazione di un gesto di buona volontà, né da parte del governo, né dell’opposizione, come lo sblocco dell’accesso umanitario alle città assediate, in cui le popolazioni muoiono letteralmente di fame».....
In queste ore, le truppe di Assad stanno completamento l’accerchiamento di Aleppo, appoggiate dall’aviazione russa. Non rischia questo sviluppo di creare una situazione nuova sul terreno, che porrà un ulteriore ostacolo alla ripresa dei colloqui?
«Se questo avvenisse cambierebbe i dati di fondo del negoziato. Ma è un motivo in più per sospendere la conferenza, evitando che diventi un alibi alla continuazione di attività militari mentre si fa finta di trattare a Ginevra. Bisognerà confrontarsi a Monaco e dirsi che solo un cessate il fuoco incondizionato potrà permetterci di parlare di cose serie: la lotta all’Isis, discussioni di merito sul nuovo governo, la nuova Costituzione, le elezioni gestite dall’Onu».
Allo stato dei fatti il suo grado di ottimismo è diminuito?
«Il segretario generale e io non vogliamo che venga sprecata la terza occasione, in cui per la prima volta tutti gli attori hanno accettato di esserci. Voglio anche credere che l’impegno militare della Russia sia uno stimolo a cercare la soluzione politica, perché non penso che Mosca gioisca all’idea di rimanere a lungo impelagata in Siria. Inoltre spero che l’impegno profuso dagli Stati Uniti, con il coinvolgimento personale di John Kerry, le preoccupazioni che l’onda dei rifugiati provocano in Europa e il timore collettivo di una avanzata dell’Isis siano incentivi sufficienti a fare sul serio».
Ma in questo momento non sembra che i russi stiano esercitando un’influenza moderatrice su Assad.
«La posizione ufficiale russa è che loro combattono il terrorismo e che nello stesso tempo hanno convinto il governo siriano a venire a Ginevra. La realtà è che un’accelerazione violenta del conflitto nel momento in cui si deve parlare di pace, non aiuta né il momento umanitario, né il dialogo politico».
Ha notizie di movimenti di truppe turche alla frontiera con la Siria, che preluderebbero a un intervento?
«Assolutamente no. Ma il pericolo di tensioni e conflitti interni e regionali è presente e va evitato a ogni costo. Anche se prevalessero le forze governative, nessuno vincerà in Siria. Se rompi qualcosa, i cocci sono tuoi. Chi gestirà un Paese distrutto? Chi garantirà la sicurezza sul territorio, impedendo attentati e sommosse? Chi fermerà i profughi? Non c’è soluzione militare. Se fallisse la conferenza, com’è ancora possibile, semplicemente la Siria non esisterà più».
È soddisfatto dell’esito della conferenza dei donatori a Londra?
«Molto. La cifra di 10 miliardi è un grande successo. È il segnale che la comunità internazionale intende aiutare i Paesi confinanti, che reggono il peso maggiore dei rifugiati. Ma dimostra anche che esiste un vero impegno alla ricostruzione della Siria, se solo le parti si metteranno d’accordo. Paradossalmente la sospensione dei colloqui ha messo un senso d’urgenza ai donatori, che hanno così voluto dare un incentivo alla ripresa della trattativa»..............

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