lunedì 26 gennaio 2015

Avvertite Vendola che Syriza in Italia c'è già: è il Pd del 41%...(!?!?!?!?)...Maurizio Guandalini, Giornalista,


Maurizio Guandalini Headshot





PS: ...c'era una volta il Mago Casanova chiamato in arte Matteo Renzi che con la promessa di 80€ al mese a prescelti cittadini era riuscito a "comprare " il 41% dei voti ma con il guaio che andarono a votare solo qualcuno in più del 50%. Oggi il Mago Casanova sta "precipitando" nei sondaggi fatti dai suoi prodi sondaggisti e.....questo emerito t...a di c....o ci spiega che un Tsipras c'è già ed è in Italia...Matteo Renzi. ...ricoveratelo!
umberto marabese
---------------------
In Grecia finisce l'austerità? Finirà il rigore? Gli ellenici usciranno dall'euro? Calma e gesso. L'euro rimarrà la moneta greca (l'80% dei greci non vuole rompere ma trattare con l'Ue). Sul resto tutto è possibile. Su un punto destra, sinistra, centro - buona parte degli stati della fascia mediterranea (Italia, Spagna e Francia inclusi) - sono d'accordo: è ora di voltare pagina. Le ricette della Troika - e dei rigoristi conservatori, Merkel in testa e dietro tutto il Nord Europa - sono fallaci.
Il programma di Tsipras è condivisibile in molte parti. Taglio del debito, investimenti e aumento delle pensioni: cosa c'è di così rivoluzionario? Tsipras deve lavorare di fino e con strategia (avrà il tempo?). Può essere la testa di ariete per altri paesi stanchi di stress-test. In Spagna si vota a novembre e Podemos (un frullato di grillini e Syriza) è la prima forza politica con lo slogan no all'austerità.
Il capo delle sinistra greca è obbligato a portare a casa qualcosa. Non può disilludere chi ha sperato in lui. Quindi, ora, la partita si sposta in Europa e solo alleandosi con altri paesi (la Grecia è il 2% del Pil europeo) arriveranno degli spiragli concreti. Non si scappa quando arriva il 'realismo di governo' si smorzano gli slogan elettorali......

Non a caso alcuni consiglieri di Syriza, prima delle elezioni, hanno detto che Renzi sarà un ottimo alleato. Vendola (e altri del Pd) sono rimasti un po' indietro: oggi cantano vittoria, chiedendo a gran voce per l'Italia una svolta di sinistra per combattere l'austerità dei tecnocrati ma dimenticano che una forza politica con queste caratteristiche c'è già. È il Pd legittimato su questa linea a cambiare verso in Europa dalle recenti consultazioni europee che hanno dato al Pd il 41%: per consenso è il più grande partito del Vecchio Continente.
Quel 41% è stata la leva del premier Renzi per rimescolare le carte. Partita complessa, ardua, quasi interamente incompiuta, ma che continua ad essere giocata. E proprio durante il gioco se si trovano alleati, come la Grecia di Tsipras, la si può portare a compimento con maggiore efficacia.
Occorre ricordare a Vendola, e compagnia, che una trasposizione automatica di Syriza in Italia sarebbe fallimentare, in termini di consenso. Prima di tutto l'Italia non è la Grecia e gli italiani non sono i greci. E inoltre la crisi greca non è paragonabile a quella italiana. Slogan (che rimarranno solo slogan) troppi barricadieri, come ad esempio l'uscita dall'euro, in Italia non attecchiranno mai. Grillo nella disperazione di argomentazioni ha abbracciato l'idea dell'uscita dall'euro ma nemmeno il suo elettorato più fedele ne è convinto. Salvini addirittura non ne parla più: alcuni imprenditori, piccole imprese, del Veneto o della Lombardia gli hanno detto di piantarla con queste piazzate antistoriche.
Tutti convengono sul solo step possibile: trattare con l'Unione europea. E in quel 'trattare' ci sta qualsiasi cosa: dal debito agli investimenti.
Il Pd di Renzi deve cogliere la palla al balzo del risultato greco per cambiare ulteriormente le carte in tavola in Europa: costruire un fronte comune (sulla Francia è sempre un enigma fare affidamento, vittima di una grandeur che non c'è più da tempo e di un presunto, ormai defunto, rapporto privilegiato con la Germania) con la Grecia di oggi, con la Spagna di domani, con la Gran Bretagna anch'essa impegnata a maggio con le elezioni. Il Pd deve scuotere anche il soporifero Partito Socialista Europeo, da sempre nelle mani dei tedeschi e dei francesi, troppo ancorato alle mediazioni e all'embrassons nous partigiano con i conservatori.
Non deve essere però la compagnia di don Chisciotte e Sancho Panza, il gruppo degli 'sfigati' che vanno con il cappello in mano, degli svogliati che non fanno i compiti e vogliono un bel 10 in pagella. Renzi, criticabile fin che volete, con l'Europa ha impostato relazioni alla pari e per raggiungere questo traguardo ha dovuto faticare non poco visto dove ci avevano lasciato i governi Berlusconi, Monti e Letta: Italia, ultima ruota del carro, muta e sommessa.
In politica, più che in economia, alla fine i conti devono tornare. Syriza deve entrare nell'idea che se governi e non vuoi mandare tutto a rotoli, e vuoi rimanere dentro l'Europa, ci sono dei passaggi obbligati ai quali non 'conviene' sottrarsi.
Alla Troika (Bce, Commissione europea, Fmi), si può dire tutto il male possibile, ma i denari, in Grecia, li manda, senza sosta, permettendo al Governo di pagare stipendi e pensioni.
Quindi fare lobby, fare gruppo, dialogare per ribaltare le sorti di una Europa ancora troppo cieca, lenta e inadeguata alle sfide, è la sola strada possibile di Tsipras. E anche di Renzi. Se necessario rimettendo sul tavolo la discussione di trattati e responsabilità: ad esempio è assurdo che tutti i posti che contano siano occupati da tedeschi. È assurdo che una Europa da risollevare e ricostruire sia nella mani di Juncker.
Troppe anomalie, troppe assurdità, dell'Europa di oggi, che possono 'aiutare' fare un eccellente programma politico di una Europa alternativa.
Guarda anche:
Close
La festa dei sostenitori di Syriza dopo gli exit poll
1 di 11


Ansa/Ap/Reuters

http://www.huffingtonpost.it/maurizio-guandalini/avvertire-vendola-syriza-italia-pd-41_b_6544694.html?utm_hp_ref=italy

Nessun commento:

Posta un commento