giovedì 13 giugno 2013

Pd, si infiamma la corsa alla segreteria

Scontro sulle regole del congresso
Solo segretario o anche candidato premier, primarie aperte o elezione riservata agli iscritti. La battaglia delle regole per il congresso del Pd è davvero iniziata, con le diverse aree che iniziano a uscire allo scoperto.
Pier Luigi Bersani sarebbe per riservare la scelta del leader agli iscritti, Walter Veltroni per non toccare lo statuto. Ma dietro alle dispute sui tecnicismi resta lo scontro sulla natura stessa del partito e soprattutto su chi dovrà guidarlo. E il rischio che più d’uno vede è che tutto appaia, agli occhi degli elettori, un percorso a ostacoli per fermare Matteo Renzi, a danno di un dibattito vero sul futuro del Pd....continua...
http://www.lastampa.it/2013/06/13/italia/politica/pd-si-infiamma-la-corsa-alla-segreteria-
Guarda anche il Video: Franceschini riunisce AreaDem e frena: «Si rifletta sulla consultazione popolare». Bersani: niente veti sul sindaco di Firenze ma no a un partito padronale. L’ex leader
a LaStampa.it: «Matteo eviti fuoco amico»Veltroni: “Renzi si candidi alla segreteria".....

http://www.lastampa.it/2013/06/13/multimedia/italia/walter-veltroni-in-video-chat-7RlsHqzqtrETtbfP2e1ScI



Dopo il documento dei suoi fedelissimi, è uscito allo scoperto Bersani che in poche righe di una lunga intervista a Repubblica ha messo paletti chiari. «Sarei anche pronto a sostenerlo» Renzi, ha assicurato, a patto che si chiaro che «si discute della segreteria del Pd» e non della candidatura a premier perché a palazzo Chigi c’è già Enrico Letta. Dunque le due figure vanno separate e il leader del Pd andrà scelto con «primarie aperte ma agli iscritti». Non condivide il fondatore del partito, Walter Veltroni, che ancora difende la «vocazione maggioritaria» e un bipolarismo in cui il leader del Pd è naturalmente anche candidato premier. Se Letta è presidente del Consiglio, ha spiegato in videochat a La Stampa, è a causa di «una situazione d’emergenza» e non per un’investitura popolare. Quindi «io sono per non toccare lo statuto» e per «primarie aperte».

Per ora la maggioranza interna tiene, anche se su un equilibrio precario. Dario Franceschini ha riunito Area democratica nella riunione si è ribadito il legame forte sia con Bersani sia con Letta, un fronte comune nel rapporto con Renzi. Ma un sostegno al sindaco di Firenze è tutt’altro che escluso. «Nessuna pregiudiziale per nessuno», ha spiegato un deputato. E neppure dai lettiani arriva una chiusura, a patto che tutto non si riduca a uno scontro di prime donne. «Se Renzi decide di starci, molti di noi gli chiederanno di accettare per la sfida di un congresso costituente, non come grimaldello per andare a Palazzo Chigi», ha spiegato un parlamentare lettiano. Se così sarà, «rischia l’unanimità».

Quanto a Letta, «è sereno perché il governo ha una forza sua. Anzi. È Renzi che potrebbe essere in difficoltà a decidere se candidarsi con la prospettiva di un governo che duri fino alla fine del semestre europeo. Lo regge Renzi un ruolo che non gli permette di sparare ogni giorno su palazzo Chigi?», ha sottolineato la stessa fonte.
Di certo ora sarebbe controproducente una battaglia sulle regole. «O le regole si cambiano perché si modifica la struttura del partito, dai circoli o meglio lasciarle così, passerebbe l’idea di un dispetto a Renzi», ha avvertito.
«Perseverare sarebbe diabolico», ha ammonito il senatore renziano Andrea Marcucci.

In realtà sono cadute molte pregiudiziali sul sindaco di Firenze. Dopo l’apertura di Massimo D’Alema oggi è arrivato anche l’endorsement di Veltroni, anche se entrambi hanno chiesto a Renzi più spessore.
Resta granitico il fronte bersaniano. Quello di ieri «non è un documento anti-Renzi, ma la traccia di una discussione aperta e non di una corrente chiusa», ha assicurato Alfredo D’Attorre.
Sullo sfondo però si lavora per una candidatura “di sinistra”. Nicola Zingaretti si è tirato indietro, ma c’è chi non dispera in un ripensamento. Restano le ipotesi Fabrizio Barca o Guglielmo Epifani. O l’ipotesi di un puntare su un giovane, magari Roberto Speranza, e a quel punto se si separasse il ruolo di segretario da quello di candidato premier Renzi avrebbe comunque un’autostrada davanti a sé.
 

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