martedì 15 settembre 2015

Putin riconosce i diritti della minoranza italiana in Crimea:Incontro storico a Yalta,

L'incontro tra Putin e i rappresentanti dell'Associazione degli italiani di Crimea

Incontro storico a Yalta, Putin riconosce i diritti della minoranza italiana 
in Crimea

Un venerdì mattina qualunque a Kerch, in Crimea, poi squilla il telefono. "Il presidente Putin è in visita a Yalta e vuole incontrarvi". Così l'11 settembre 2015 per la comunità degli italiani di Crimea è diventato un giorno storico.

Una delegazione dell' Associazione Emigrati Italiani in Crimea "C.E.R.K.I.O." ha avuto l'onore di essere ricevuta dal presidente Vladimir Putin e Silvio Berlusconi, come racconta in un'intervista esclusiva a Sputnik Italia Igor Fedorov — Ferri, discendente di una delle famiglie italiane che negli anni delle purghe staliniane furono deportati in Kazakhstan, ed ora vedono finalmente riconosciuta la verità sulla loro storia.
Che giornata è stata quella di ieri per voi?
E' stata una giornata storica, senza dubbio. A metà mattina ci hanno telefonato dall'amministrazione della Repubblica di Crimea dicendo che il presidente Putin era a Yalta e voleva incontrarci. Abbiamo lasciato tutto quello che stavamo facendo, poi ci è venuta a prendere la scorta e siamo giunti a Yalta, dove in un caffè ci aspettava il presidente Putin. Seduto al tavolo insieme a lui c'era anche Silvio Berlusconi, ma noi non sapevamo nulla della sua presenza....

Come siete arrivati a sedervi al tavolo col Capo dello Stato?
Quand'eravamo ancora sotto l'Ucraina abbiamo inoltrato molte richieste, ma non siamo stati mai ascoltati ed è andato tutto nel dimenticatoio. Dopo il referendum del marzo 2014, la Federazione Russa ha emesso un decreto riconoscendo lo status di deportati ai discendenti di 5 nazionalità presenti in Crimea, ma non quella italiana. Abbiamo scritto una lettera sul sito del Cremlino, ma abbiamo ricevuto solo una conferma che era stata letta. Poi, due giorni fa, ci ha ricevuto il vicepresidente della Crimea, Ruslan Balbek, si è interessato alla nostra causa ed ha lavorato per organizzare l'incontro con il presidente Putin. Che è avvenuto dopo due giorni.
Il presidente Putin con Igor Fedorov e Silvio Berlusconi, insiema al deportato Natale De Martino.
Il presidente Putin con Igor Fedorov e Silvio Berlusconi, insiema al deportato Natale De Martino.
Che cosa avete chiesto al presidente Putin?
Noi chiediamo la riabilitazione della minoranza italiana in Crimea ed il riconoscimento dello status di deportati. In Crimea vivevano 5000 italiani e lavoravano allo sviluppo della penisola, nel settore agricolo e vinicolo. Poi nel gennaio 1942 queste famiglie italiane vennero accusate di spionaggio, svegliate nel mezzo della notte, costrette a raccogliere in fretta quello che avevano e poi spediti in Kazakhstan e Siberia. Delle tre navi che partirono una venne affondata dai tedeschi. Le altre due poi vennero trasbordate sui treni e molti morirono nel viaggio fino all'Asia. Dopo la morte di Stalin tanti ritornarono, altrettanti no. Per chi rientrò fu molto dura: era proibito parlare in italiano e molte persone si videro costrette a cambiare il cognome. Oggi la nostra associazione riunisce la minoranza degli italiani di Crimea e conta 500 persone.    
Il presidente Putin ha accettato le vostre istanze?
Si. Il presidente Putin ha ascoltato la nostra storia e promesso di riscrivere il decreto legge sul riconoscimento delle minoranze deportate dalla Crimea, inserendo la minoranza italiana.
Quale valenza ha per voi questo gesto?
Questo gesto per noi ha un significato prima di tutto morale. Significa il riconoscimento della verità storica sulla deportazione degli italiani di Crimea. Un segno di scusa dello Stato nei confronti del nostro popolo e delle sofferenze che ha patito. Un gesto che rende onore alla memoria dei nostri nonni e bisnonni. 
Silvio Berlusconi invece che cosa vi ha detto?
Berlusconi ha ascoltato il nostro discorso con Putin. Credo che gli abbia fatto piacere parlare con noi come connazionale. E da parte nostra ci ha fatto piacere vedere la sua presenza italiana a questo incontro.
In autunno hanno annunciato una visita in Crimea alcuni deputati del Movimento 5 Stelle. Non pensate che il vostro incontro con Berlusconi possa avere ripercussioni su un eventuale loro visita a voi?
La nostra è un'associazione apolitica. Sappiamo che in Italia ci sono sempre tante discussioni politiche ma non ci interessano le differenze tra i singoli partiti. Abbiamo tanto da fare per il presente e il futuro della Crimea. La nostra penisola è oggetto di un vuoto informativo ed il nostro interesse è farla conoscere e coltivare i legami con l'Italia e svilupparli sempre più. Noi non vogliamo divisioni. Diciamo a tutti "benvenuti" e siamo contenti di vedere e incontrare gli italiani che visitano la nostra terra.
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