Il viaggio di Putin in Italia – Geopolitica e motivazioni

La settimana scorsa si sono verificati diversi eventi strettamente correlati. C’è stato l’incontro dei sette Capi di Stato occidentali, la visita di Putin in Italia e l’inaugurazione dei “Giochi Europei” a Baku.
Analizziamo la cause e il significato di questi avvenimenti.
L’incontro dei Capi di Stato delle sette maggiori nazioni dell’Occidente si è svolto sulla falsariga degli incontri degli otto Capi di Stato, in quanto la Russia veniva aggiunta agli Stati europei. Il nostro Presidente, insieme ai leaders di USA, Giappone, Italia, Germania, Francia, Canada e Regno Unito, discuteva delle questioni più importanti di politica mondiale. Questo protocollo non è mai stato ufficializzato in quanto i leaders delle otto nazioni venivano invitati alla riunione di volta in volta. Dopo la crisi in Ucraina, la Russia non è più stata invitata.
Le ragioni sono ovvie: espressione di scontento e modo per far pressione sulla nostra nazione.
Per la Russia non ci sono assolutamente conseguenze, solo un’occasione di meno per i leaders occidentali di parlare tutti insieme con Putin.
Preoccuparsene è una perdita di tempo. Per la Russia non c’è isolamento internazionale, e la visita di Vladimir Putin in Italia lo ha chiaramente dimostrato. Infatti, sappiamo che il “mondo” che ha espresso la sua insoddisfazione per la nostra politica, rappresenta una PICCOLA parte dell’umanità, quella che vive sopratutto in Europa e nel Nord America. La visita di Putin Italia ha mostrato che è difficile parlare di isolamento, anche solo in Europa....

La riunione del cosiddetto G7 ha avuto luogo il 7 e l’8 giugno 2015 nella cittadina turistica di Garmish-Partenkirchen, in Germania, dove, per inciso, nel febbraio del 1936 l’Occidente permise ad Hitler di tenere i Giochi Olimpici Invernali.
I leaders del gruppo dei sette hanno annunciato che le sanzioni saranno rimosse se saranno rispettati gli accordi di Minsk(2), altrimenti – e la CNN cita alcune fonti – nei prossimi mesi ci potrebbe essere un ulteriore pacchetto (di sanzioni) contro individui ed entità finanziarie.
Durante l’incontro dei sette Capi di Stato, contro la Russia sono state formulate accuse generiche, sebbene sia ovvio che è la Russia ad essere interessata alla pace in Ucraina. Ma il bello è arrivato dopo questa riunione.
Il 7 e l’8 giugno il Primo Ministro italiano era all’incontro in Germania, pieno di solidarietà per i suoi partners, pronto ad incolpare la Russia, dicendosi certo della necessità delle sanzioni e, il 10 e l’11 giugno ha incontrato il Presidente Putin…in Italia.
La cosa è diventata molto interessante. Se immaginate che il Primo Ministro Italiano Renzi consideri veramente la Russia un “aggressore”, e il suo Presidente responsabile della crisi ucraina, allora è molto strano vederlo, un paio di giorni dopo il summit del G7, stringere la mano a Vladimir Putin in Italia.
Questo significa che l’Italia non ritiene la Russia nè aggressore, nè parte in causa colpevole, altrimenti la visita del Presidente russo sarebbe stata cancellata.
Ancora più significativo è stato l’incontro di Putin con il capo della Chiesa Cattolica. Papa Francesco ha donato al nostro Presidente una medaglietta del secolo scorso con l’immagine di un angelo che, secondo il Pontefice “porta pace, giustizia, solidarietà e protezione”. E’ ovvio che il segnale mandato a un miliardo e mezzo di cattolici e alle classi politiche non può essere male interpretato: pace con la Russia e fine del confronto. Il nemico numero uno della Cristinità oggi è l’ISIS, made in America, e non la Russia. E’ Barak Obama a considerare la Russia un nemico, il capo dei cattolici ha assunto una posizione differente.
I risultati della visita di Putin in Italia sono stati meravigliosamente espressi da un analista politico italiano:
“La visita in Italia del Presidente russo Vladimir Putin suggerisce che in Occidente c’è disaccordo per quanto riguarda le relazioni con la Russia”, ha detto in un’intervista a RT France Dario Citati, responsabile del progetto “Eurasia” presso l’ISAG, Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie. “In primo luogo, la visita di Putin significa che in Occidente non c’è una posizione univoca sull’Ucraina e sulla crisi con la Russia”, ha detto Citati. Secondo Citati, questa visita è importante per l’Italia, perchè gli italiani capiscono che le sanzioni introdotte contro la Russia sono controproducenti, non hanno cambiato la posizione della Russia e sono troppo gravose per l’economia italiana. “Per cui, questa unanimità, che si vede bene quando le nazioni europee parlano a nome dell’EU, o in eventi come il G7, si frantuma, per così dire, quando ci si scontra con la realtà”, scrive Citati. Il significato dell’incontro del Presidente (Putin) con il Primo Ministro italiano, secondo l’analista, va ricercato nelle differenze di posizione all’interno dell’EU, perchè, se da un lato ci si sarebbe potuti aspettare la cancellazione della visita, questa, non solo non è stata cancellata, ma è stata seguita da una ulteriore viaggio in Vaticano, istituzione che gioca un ruolo molto importante nelle relazioni internazionali”.
Alcune parole ora sulle motivazioni della venuta di Putin in Italia, e perchè proprio ora.
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Stiamo parlando ancora una volta di geopolitica e gasdotti. C’è un’invisibile lotta nella scelta dei percorsi per il trasporto del gas russo verso l’Europa. Il progetto russo è quello di costruire una condotta al di fuori dell’Ucraina, per privare gli Stati Uniti della possibilità di ricattare Europa e Russia per mezzo dei loro fantocci di Kiev, facendo cessare le consegne di gas attraverso l’Ucraina. Lo scopo degli Stati Uniti è quello di non permettere alla Russia di creare una condotta che “bypassi” l’Ucraina, e questo risultato cerca di raggiungerlo facendo pressioni sull’Europa e sulla Russia. Dopo il blocco del “South Stream”, Mosca ha realizzato un accordo con la Turchia per la costruzione di un (nuovo) gasdotto, il “Turkish Stream”. Il progetto della condotta è quello di raggiungere prima la Turchia e poi la Grecia. L’ulteriore passo avrebbe dovuto essere verso la Macedonia, ma di colpo in questa nazione si sono verificati episodi di “Maidan” e attacchi di guerriglieri albanesi, dopodichè il Primo Ministro di Macedonia ha “capito” l’antifona e ha dichiarato che il gasdotto verrà costruito solo dopo la firma di un accordo fra la Commissione Europea e Gazprom. Dal momento che proprio la mancanza di un tale accordo aveva già ucciso il “South Stream”, la Russia deve cercare altre opportunità per il percorso della condotta.
I nostri tirano allora fuori l’artiglieria pesante, cioè il nostro Presidente. Lui va in Italia e spiega ai colleghi italiani quello che è ovvio. Dopo la Grecia, la condotta può arrivare in Italia, da dove poi il gas viaggerà verso tutta l’Europa. Resistere a questo piano vorrebbe dire forzare la Russia a….terminare la condotta in Grecia o anche solo in Turchia. E’ giusto e logico estendere il gasdotto fino all’Italia, questa è un’eccellente prospettiva per tutta l’Europa e per l’Italia stessa è praticamente perfetta.
Non è casuale che durante la sua visita in Italia, Putin abbia parlato di relazioni bilaterali fra le due nazioni, come se non ci fosse di mezzo nessuna “Commissione Europea”.
“Si è parlato della necessità di mantenere lo slancio nello sviluppo di relazioni bilaterali in tutti i campi, per non permettere che le (suddette) relazioni diventino ostaggio delle varie difficoltà che si osservano al momento”, ha riferito l’addetto stampa del Presidente Russo.
Come risponderanno i “partners “ italiani lo sapremo in futuro.
In ogni caso il percorso del viaggio del nostro Presidente è molto indicativo. Il 12 giugno 2015 è volato all’inaugurazione dei “Giochi Europei” nella capitale dell’Azerbaijan (Baku). Lo sport è una gran cosa, bisogna sostenere la nostra squadra, ma la cosa principale per il Presidente russo è stato l’incontro con il leader turco che ha avuto luogo a Baku, a porte chiuse.
Tutto è molto logico, prima i colloqui in Italia sulla destinazione del “Turkish Stream”, per poi riferire tutto di persona ai turchi, di prima mano, senza intermediari e giornalisti.
“Di importanti progetti energetici, compresa la costruzione del “Turkish Stream”, si è discusso oggi fra il Presidente Vladimir Putin e Recep Tayyp Erdogan a Baku, dove entrambi si erano recati per l’inaugurazione dei primi Giochi Europei. I colloqui si sono tenuti a porte chiuse e i dettagli si sono saputi solo un’ora fa…”.
Possiamo immaginare cosa si siano detti a porte chiuse i Presidenti di Russia e Turchia guardando alla composizione delle delegazioni. La partecipazione ai negoziati dei dirigenti di Gazprom e del Ministro per l’Energia lascia chiaramente intendere che si è parlato di energia, e più precisamente di trasporto di gas. Anche se, di fronte alle telecamere, Putin ed Erdogan hanno parlato solo delle ultime notizie, l’inaugurazione a Baku dei primi Giochi Europei, senza perdere l’occasione di scherzare sull’Europa Unita”.
Comunque i colloqui di Baku hanno anche un altro aspetto. Turchia e Russia possono discutere “l’affare del gas” con l’Azerbaijan. Il fatto è che l’America vuole usare il gas dell’Azerbaijan come alternativa al gas dalla Russia.
“I rifornimenti di gas dall’Azerbaijan saranno per l’Europa nei prossimi anni l’unica alternativa reale al gas Russo…Il “Southern Gas Corridor” è uno dei progetti prioritari per l’EU, progetto che prevede il trasporto del gas dalla regione del Caspio, via Georgia e Turchia, fino alle nazioni europee. Nella fase iniziale, si pensa che il gas prodotto dalla seconda fase di sviluppo del giacimento Azerbaijano di gas condensato “Shah Deniz”, possa essere la fonte principale del progetto “Southern Gas Corridor”. Nelle fasi successive si potrebbero collegare al progetto altri giacimenti. Il gas del secondo stadio di estrazione potrebbe essere esportato sui mercati turco ed europeo espandendo il gasdotto del Sud-Caucaso e con la costruzione di una condotta Trans-Anatolica (TANAP) e Trans-Adriatica (TAP)”.
Tirando le somme:
  • Di nuovo, come alcuni anni orsono, la politica mondiale è concentrata sulla rete dei gasdotti.
  • La battaglia è dura ed è difficile prevederne l’esito. Non abbiamo meno speranze di vittoria dei nostri avversari.
  • Il nostro Presidente è costretto a prendere l’iniziativa nei momenti più difficili e a fare da artiglieria pesante per “sfondare” le posizioni nemiche.
Auguriamo il successo a lui, e a tutti quelli che lo aiutano e ai quali si possono affidare le missioni più delicate….
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Articolo di Nikolay Starikov pubblicato su Fort Russ il 15/06/2015
Traduzione in italiano a cura di Mario per Sakeritalia.it