mercoledì 18 febbraio 2015

Obama: 'L'Europa attacca le nostre compagnie tecnologiche perché non può competere'


Obama: 'L'Europa attacca le nostre compagnie tecnologiche perché non può competere'
Decisamente infelici le riflessioni di Obama durante un'intervista con Re/code, che ritiene la Commissione Europea colpevole di privilegiare le aziende europee all'interno delle proprie normative
di Nino Grasso pubblicata il 18 Febbraio 2015, alle 09:31 nel canale WEB
 Durante una corposa e interessante intervista con Re/code, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è lasciato andare ad infelici riflessioni nei confronti della Commissione Europea. Le indagini condotte dai commissari del Vecchio Continente, secondo il Presidente USA, sarebbero "pilotate commercialmente" poiché i fornitori di servizi europei non sarebbero in grado di competere con le compagnie tecnologiche statunitensi.
"I fornitori di servizi europei che non possono competere con i nostri, stanno essenzialmente cercando di creare degli ostacoli perché le nostre compagnie non possano operare in maniera efficace in quei territori", ha detto Obama durante l'intervista, continuando: "Noi abbiamo padroneggiato internet. Le nostre compagnie l'hanno creata, l'hanno estesa e perfezionata ad un livello che loro non possono raggiungere. E spesso ciò che viene rappresentato come frutto di una posizione di una mente elevata è in realtà un espediente per ottenere vantaggi di natura commerciale.".....

Nel corso degli ultimi anni le Autorità europee hanno in effetti cercato di ostacolare le societàamericane più aggressive (dal punto di vista commerciale), tuttavia le motivazioni spesso non sono state di natura economica. Recentemente, ad esempio, l'UE si è appellata a Google per l'introduzione del diritto all'oblio, ovvero una pratica con cui l'utente può concordare con la società l'eliminazione di una pagina dalle routine di ricerca di Big G. In altre occasioni, la Commissione Europea si è occupata di pratiche sleali condotte dalle società americane, o di casi di evasione o elusione fiscale.
In questi casi, così come in molti altri, le Autorità non hanno privilegiato alcuna compagnia europea. Ha sottolineato questo aspetto delle normative un portavoce della Commissione Europea rivoltosi al Financial Times, che ha dichiarato "fuori luogo" le accuse del Presidente degli USA: "Le normative hanno il compito di rendere più semplice la penetrazione delle società non europee all'interno dei singoli mercati", scrive la pubblicazione americana citando un esponente della Commissione. "È negli interessi delle stesse compagnie americane che ci siano norme uniformi", ha concluso il portavoce.
C'è da considerare, inoltre, che molte aziende americane (e non) hanno spesso beneficiato della celerità con cui si approccia la Commissione agli argomenti di natura tecnologica, fattore per cui le riflessioni di Obama appaiono ancora più infondate. Del resto, ci risultano improponibili anche le affermazioni sulla paternità tutta americana della rete, riprese anche su Twitter da Martha Lane Fox della Camera dei Lord britannica, che consiglia al Presidente la lettura di unvecchio articolo del Guardian. Le frasi di Obama però continuano a pesare parecchio, anche perché di fatto non sono poi così lontane dal vero.
È vero che sono state proprio alcune società americane a forgiare il modo in cui oggi ci approcciamo ad internet, ma è anche vero che da utenti e fruitori del servizio abbiamo diritto a conoscere il modo in cui funziona e individuarne eventuali parti oscure.-------------

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