giovedì 11 dicembre 2014

Riforme, scontro nel Pd. Delrio: "Se la minoranza vuole il voto, lo dica". D'Alema: "Non minacci i parlamentari"

Duello dopo lo stop in commissione Affari Costituzionali. Forza Italia presenta 1650 emendamenti alla legge elettorale. 
ROMA - La corsa per le riforme di Matteo Renzi trova un nuovo ostacolo nella minoranza del suo stesso partito. Ed  scontro aperto fra i due 'big' Graziano Delrio e Massimo D'Alema. Il primo condanna lo stop imposto ieri in commissione Affari costituzionali alla Camera, dove il governo è andato sotto su due emendamenti, che eliminano i 5 senatori a vita e portano la firma del fuoco amico dei dissidenti dem e di Sel. Il secondo scende in campo in difesa della libertà dei parlamentari.  

L'attacco di Delrio. "Se la minoranza del Pd vuole andare a votare lo dica. Noi vogliamo continuare e arrivare fino al 2018", ha detto questa mattina Delrio, "gli incidenti parlamentari possono anche capitare - ha continuato il braccio destro del premier- ma quello che è successo ieri non esiste. C'è un accordo, il governo è impegnato ad andare avanti con il programma, basta segnali di vecchia politica".

La replica di D'Alema
. In risposta arriva nel pomeriggio una pungente nota diMassimo D'Alema: "E' stupefacente che una persona ragionevole come il sottosegretario Delrio, nel giorno in cui escono i dati della produzione industriale con l'ennesimo segno meno a conferma della gravità della crisi del nostro paese, non trovi di meglio che minacciare i parlamentari".

"Delrio - ha proseguito D'Alema - dovrebbe sapere che le riforme costituzionali sono materia squisitamente parlamentare e che i deputati e i senatori hanno il diritto e il dovere di cercare di migliorare testi che restano contraddittori e mal congegnati malgrado il notevole impegno della relatrice".....

Rughetti e la 'palude'. In difesa di Renzi e del suo operato sulle riforme si è schierato invece il deputato Pd e sottosegretario alla Pubblica Amministrazione.
La nota del Mattinale. Critiche a Renzi sul tema delle riforme sono arrivate anche dal Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati, che ha ribadito la scala delle priorità: "Noi diciamo e lo ribadiamo con forza: prima elezione del nuovo Presidente della Repubblica, poi la riforma della legge elettorale e quella del Senato. Non è una questione di opportunità politica ma di buon senso nei confronti del Paese e delle istituzioni. Di rispetto verso il nuovo inquilino del Colle e del Parlamento. Cosa dice Matteo Renzi? Vuole anche in questo caso fuggire dalla realtà e rifugiarsi negli annunci e nelle minacce?" conclude 'Il Mattinale'.

Italicum, più di 12 mila emendamenti. 
Intanto si è appreso che dopo la Lega Nord è proprio Forza Italia il partito che avrebbe presentato il maggior numero di emendamenti alla legge elettorale - ben 1650 - all'esame della Commissione Affari costituzionali del Senato. In totale gli emendamenti predisposti dalle forze politiche sono circa 12 mila. Solo 23 quelli presentati dal Pd e 10 quelli del Movimento 5 Stelle, 108 sono di Sel. Proprio oggi ne sono arrivati altri 5443 dal Carroccio sulla legge elettorale.

E' stato il vicepresidente del Senato ed esponente della Lega Nord Roberto Calderoli a portare i tre scatoloni di nuovo in Commissione, insieme a questi anche una nota di colore: un 'mattarello' di legno per 'giocare' sull'ipotesi avanzata da maggioranza e governo di usare il sistema Mattarellum in caso di elezioni anticipate. "Mattarellum per Renzi", c'era scritto sul cartello appiccicato al mattarello di Calderoli che ha spiegato: "Il Mattarellum è così osannato da tutti che lo portiamo fisicamente".--------------

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