Dal Campidoglio alla Pisana, trema il Pd romano. Alemanno rimette gli incarichi in Fratelli d'Italia. L'indagine sulla "cupola" mafiosa romana ha provocato un terremoto nella politica della Capitale. A tremare è soprattutto il Pd romano: ieri hanno deciso di lasciare il Campidoglio Daniele Ozzimo (assessore alla casa) e Mirko Coratti (presidente dell'Assemblea), mentre oggi si è dimesso Eugenio Patanè, presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio.
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"A Roma c'è un problema", ha ammesso ieri sera Maria Elena Boschi a Otto e Mezzo, chiedendo chiarezza. Marino potrebbe cogliere la palla al balzo per il rimpasto di giunta che nel partito chiedono a gran voce da tempo. Tra gli indagati, del resto, c'è persino il responsabile della Direzione Trasparenza del Campidoglio Italo Walter Politano, rimosso oggi dall'incarico.
"C’è a Roma la necessità di voltare pagina in modo radicale, ha detto ieri il segretario romano, Lionello Cosentino, "Il Pd è ben consapevole che molto a Roma è da cambiare. Anche nella politica". Intanto oggi l'attenzione si è spostata alla Pisana, sede della Regione, dove - dopo una riunione del gruppo democratico - ha rimesso il mandato Eugenio Patanè, presidente della Commissione Cultura......
"Sono estraneo ai fatti", dicono gli indagati. Ma da carte e intercettazioni lo scenario che viene fuori è un altro: la "cupola" aveva piazzato una persona fidata in ogni posto chiave. E, quando Marino è succeduto ad Alemanno hanno trovato il modo di agganciare anche gli esponenti Pd.
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"E mo vedemo Marino, poi ce pijiamo ’e misure con Marino", dice in un’intercettazione Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati, "Se vinceva Alemanno ce l’avevamo tutti comprati". E non mancano i nomi: "C’avemo Ozzimo, me so' comprato Coratti... Lui sta con me, gioca con me ormai". E poi c'è Luca Odevaine, ex vice capo gabinetto di Walter Veltroni e ora membro del Tavolo nazionale sui richiedenti asilo.
Nell'inchiesta è finito anche Gianni Alemanno, che ha deciso oggi di autosospendersi da tutte le cariche del FdI-An "fino a quando la mia posizione non sarà pienamente e positivamente chiarita". Secondo gli inquirenti sarebbe stato una sorta di "burattino" nelle mani di Carminati e i suoi, che gli avrebbero pagato le cene elettorali e avrebbero versato fondi alla sua Fondazione "Nuova Italia". Nella registrazione della puntata diPorta a Porta l'ex sindaco della Capitale sottolinea di essere "uscito dall’esperienza di sindaco di Roma più povero di prima, ho dovuto vendere una casa e contrarre un mutuo perché il Pdl non mi ha aiutato nella campagna elettorale". Ammette poi che la sua fondazione ha ricevuto "complessivamente 75 mila euro tutti dichiarati e tracciati, dal Consorzio di cooperative" guidato da Buzzi. Elencando le spese della sua campagna elettorale per la tentata rielezione a sindaco, Alemanno rivela di aver speso due milioni di euro, di cui 1,5 milione di finanziamenti e 500 mila euro di debiti personali". E precisa che i contributi alla sua fondazione "sono contributi per attività assolutamente lecite".
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