di Alessandro Bianchi
L'atteggiamento degli ostaggi israeliani liberati da Hamas suscita legittima discussione:
Non in Italia dove i media "liberi" semplicemente hanno scelto di censurare queste immagini. Ma sui social in molti si interrogano, anche giustamente, sulla spontaneità o meno di questi atteggiamenti.
Dubbi legittimi. Divenuto virale ieri anche il messaggio di Mia Shem, tenuta in ostaggio da Hamas dal 7 ottobre e liberata nell’ultimo lotto di scambi mediato dal Qatar. Prima di essere consegnata alla Croce rossa internazionale e poter riabbracciare la sua famiglia ha rilasciato questo messaggio:
"Le persone erano molto buone. Molto gentili con me. Il cibo buono. La gentilezza. Tutto buono". Parole estorte con la forza da Hamas? Non sembrerebbe ed è comunque una testimonianza importante da cui partire per chi ha cuore la costruzione di una reale pace e giustizia.
Ma per i media italiani semplicemente quelle parole non esistono. Il Corriere della Sera e tutti i principali giornali si concentrano sul ritorno a casa (e il vecchio messaggio della madre). Anche La 7. Che poi, però, all'improvviso ha un sussulto di dignità giornalistica e lo rilancia:
Per cancellarlo subito dopo.
E' presente ancora su X ma il link rimanda alla pagina cancellata.
Enrico Mentana, che attraverso Open controlla il “fact checking” responsabile della censura della pagina Facebook da 150 mila utenti de l’AntiDiplomatico, sarà intervenuto di persona? Possibile. Ma adesso, per minima coerenza deontologica, ci aspettiamo che i censori di Open censurino la pagina Facebook de La 7 per aver diffuso la "propaganda di Hamas", oppure il direttore ammetta candidamente l'"errore" della redazione nell'aver diffuso... un messaggio di pace. Il cortocircuito dei "fact checker indipendenti" al suo (tragicomico) meglio.
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