sabato 16 luglio 2016

DAVID STOCKMAN* - HAN DECISO DI FARE LA GUERRA AL RISPARMIO! E NON MOLLANO!

risparmidi DAVID STOCKMAN*

La guerra delle banche centrali ai risparmiatori è radicata in un caso monumentale di Grande Menzogna. Ecco quello che ora guadagna su un conto di deposito un operaio in pensione che è riuscito a risparmiare 5 mila dollari all’anno dopo 40 anni di fatica e sudore in un’acciaieria.
Vale a dire, una sola tazza di cappuccino. Eppure i banchieri centrali affermano di non aver assolutamente nulla a che fare con questa ingiustizia economica. Proprio così. Un rendimento che equivale ad un cappuccino di Starbucks al giorno su un gruzzolo da 200 mila dollari, non sarebbe il risultato di una massiccia intrusione delle banche centrali nei mercati finanziari e dell’ancoraggio dei tassi d’interesse allo zero bound; è causato, invece, da un “eccesso di risparmio” globale e una bassa crescita economica.
Di recente Mario Draghi ha insistito che la politica monetaria ultra-allentata e la Nirp non sono
«[…] il problema, ma un sintomo di un problema di fondo causato da un “eccesso globale di risparmio” e da una mancanza di appetito per gli investimenti […]. Questo eccesso (definito come “sovrabbondanza globale di risparmio” da Ben Bernanke, ex-presidente della Federal Reserve) è ciò che c’è dietro al declino storico dei tassi d’interesse negli ultimi decenni, ha detto il presidente della Bce»......
C’è da dire che Draghi non se l’è presa solo con l’ossessione per il risparmio da parte di cinesi che lavorano 12 ore al giorno nelle fabbriche d’assemblaggio di iPhone. Così ha chiosato lo stampatore folle europeo:
«L’area della moneta unica è stata «anch’essa una protagonista» […]».
In realtà, questa è una gran bella bugia. Il tasso di risparmio delle famiglie nell’eurozona è in calo fin dalla nascita della moneta unica. E tale erosione di lungo termine non ha rallentato neanche quando Draghi ha proferito il suo ukase nell’Agosto del 2012.
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Sì, il cosiddetto double-speak dei banchieri centrali come quello di Draghi fa riferimento a qualche sotterfugio statistico, affermando che gli “avanzi delle partite correnti” sono la stessa cosa del “risparmio nazionale”. A dire il vero, non sono nulla del genere; gli avanzi e i deficit delle partite correnti sono un’identità contabile nell’ambito degli schemi contabili keynesiani di tutto il mondo, e per tutte le nazioni non rappresentano affatto un risparmio ma discrepanze statistiche.
In realtà, gli avanzi e i deficit delle partite correnti sono una funzione delle politiche delle banche centrali e del loro impatto su salari interni, prezzi e costi. Gli avanzi cronici delle partite correnti sono il risultato di un ancoraggio dei cambi al di sotto dei livelli economici e di una repressione di salari e prezzi interni, e i deficit cronici sono il contrario.
Detto in altro modo, ciò che i banchieri centrali affermano che sia “eccesso di risparmio” generato da famiglie e imprese, che devono essere punite per i loro peccati, è in realtà una deformazione del commercio mondiale e dei flussi di capitale radicata nelle macchinazioni dei banchieri centrali. Ciò è evidente nei numeri di Draghi.
Egli rimprovera la Germania e l’eurozona per aver alimentato la sovrabbondanza di risparmio, come rappresentato dalle loro eccedenze delle partite correnti rispettivamente del 5% e del 3% del PIL. Ma questo è il classico caso in cui il bue dà del cornuto all’asino. Durante i 14 anni prima dell’ukase di Draghi, col quale affermava di voler scardinare il tasso di cambio allora prevalente di 1,30-1,40 dollari per euro, l’eurozona non aveva un surplus delle partite correnti.
Ciò che Draghi indica come il problema che sta riparando, è principalmente una sua creazione! Vale a dire, è la conseguenza di un 20% di svalutazione dell’euro effettuata sotto la sua guida, e anche del temporaneo miglioramento del commercio europeo grazie alla sovrabbondanza globale di petrolio e materie prime.
E anche in quest’ultimo caso, è stata l’azione dei banchieri centrali che ha scatenato il boom del credito a buon mercato degli ultimi due decenni, con conseguente eccesso d’investimenti in capacità di produzione nel settore energetico e minerario. In ogni caso, le eccedenze dell’eurozona a partire dal 2011 riportate di seguito, non rappresentano consumatori e imprese che non spendono abbastanza e risparmiano troppo.
Al contrario, queste eccedenze contabili sono solo un’altra fase del sistema massicciamente deformato del commercio globale e dei flussi di capitale. Questi ultimi, a loro volta, sono il frutto di un sistema marcio di falsificazione dei mercati monetari e dei capitali.
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Infatti, quando i risparmi sono misurati in modo onesto, non c’è una sola economia dei mercati sviluppati che nel corso degli ultimi decenni non abbia subito un forte calo del tasso di risparmio. Il tasso di risparmio delle famiglie, ad esempio, non solo è diminuito ben oltre la metà, ma, così facendo, è andato esattamente nella direzione sbagliata.
Cioè, la generazione dei baby boomer s’è diretta verso il punto di flesso del pensionamento a partire dal 2010. Il tasso di risparmio avrebbe dovuto salire verso un picco generazionale, non scivolare nel sotterraneo della storia.
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A questo proposito, il Giappone è il manifesto della questione, una nazione mangia-risparmi. Così, le tanto decantate famiglie frugali del Giappone nel periodo pre-1990 sono letteralmente scomparse dalla faccia della terra. Questo sviluppo funesto si è verificato proprio quando il Giappone necessitava di un considerevole risparmio per i decenni successivi, quando si sarebbe trasformato in una colonia di pensionati.
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Il declino secolare profondo dei tassi di risparmio delle famiglie in tutti i mercati sviluppati, è l’avvertimento che le banche centrali hanno drasticamente deformato il sistema finanziario, e ora stanno raccontando la proverbiale Grande Menzogna di un “eccesso di risparmio” al fine di giustificare la loro continua aggressione sui depositanti.
Ecco perché sotto un sistema monetario sonante, il tipo di boom degli investimenti vissuto dai mercati emergenti nel corso degli ultimi due decenni, sarebbe stato accompagnato dall’impennata dei risparmi. Durante il grande boom globale tra il 1870 e il 1914, per esempio, Gran Bretagna, Francia, Olanda e, in misura minore, Germania, erano enormi esportatori di capitali.
Al contrario, i mercati emergenti dell’epoca (Stati Uniti, Argentina, Russia, India, Australia, eccetera) erano grandi importatori di capitali. Ciò aveva un enorme senso economico. Le economie avanzate dell’epoca guadagnavano surplus commerciali esportando macchinari, materiale rotabile, acciaio, prodotti chimici e manufatti di consumo, e poi re-investivano tali surplus in prestiti e investimenti in navi, miniere, ferrovie, fabbriche, porti e infrastrutture pubbliche nelle economie in via di sviluppo.
Il cardine di questo circolo virtuoso, naturalmente, era il denaro globale comune. Cioè, le valute rappresentavano un certo peso in oro e, di conseguenza, erano convertibili a tasso fisso per lunghi periodi di tempo. Gli investitori e le compagnie di assicurazione inglesi, per esempio, investivano in obbligazioni denominate in sterline emesse da mutuatari stranieri, perché sapevano che suddetti bond erano tanto buoni quanto l’oro e che il loro unico vero rischio era un default del mutuatario sugli interessi o sul capitale.
Il convoglio odierno delle stampanti monetarie ha ribaltato la logica del capitalismo sotto il gold standard. Di conseguenza, nel corso degli ultimi decenni i produttori asiatici e le petro-economie sono diventati risparmiatori ed esportatori di capitali, mentre le economie più avanzate del pianeta sono diventate importatrici di capitali.
Infatti gli economisti keynesiani e i monetaristi hanno definito questi enormi avanzi delle partite correnti degli Stati Uniti una cosa meravigliosa. No, non lo erano. Donald Trump ha ragione, anche se per i motivi sbagliati. Fin dagli anni ’70 gli Stati Uniti hanno preso in prestito circa 8 mila miliardi dal resto del mondo, e non ai sensi delle leggi dell’economia, come invece proclama il consenso keynesiano/monetarista.
Al contrario, la stringa ininterrotta di deficit delle partite correnti mostrata qui sotto (la misura di base del prestito annuale dall’estero) è stata accumulata in violazione delle leggi del denaro sonante; ed è stata alimentata dall’abbandono della convertibilità del dollaro con l’oro nell’Agosto del 1971.
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Alla fine, la Fed ha trovato una scusa dopo l’altra per inondare il mondo con passività in dollari. In realtà, le passività nel bilancio della Fed (cioè, i dollari) erano pari a soli 65 miliardi di dollari prima dell’Agosto del 1971, il che significa che sono esplose del 70X, a 4500 miliardi di dollari, negli anni successivi.
Questo inflazionamento del sistema monetario, a sua volta, ha consentito al credito complessivo dell’economia degli Stati Uniti di salire dai 1700 miliardi nel 1971 ai 63 mila e 500 miliardi di dollari attuali. Ciò significa che il rapporto debito pubblico/privato e reddito nazionale dell’economia degli Stati Uniti è salito dal suo livello storico di 1,5X nel 1971 a 3,5X di oggi.
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Inutile dire che il male di questa massiccia inflazione monetaria è la sua contagiosità. Gli ultimi 45 anni hanno dimostrato che non esiste una cosa come una stampa di denaro in un solo Paese. In realtà, la baldoria dell’indebitamento in America, Giappone ed Europa ha giocato a favore dei mercantilisti politici in Asia orientale e nei petro-Stati.
Agganciando le loro valute non ad uno standard fisso come l’oro, ma alla massiccia emissione di dollari scoperti, sono diventati esportatori di capitali e “risparmiatori”. Questo perché al fine d’impedire una salita delle proprie valute rispetto ai dollari e agli euro, le loro banche centrali hanno accumulato enormi quantità di titoli di stato statunitensi ed europei intervenendo cronicamente nei mercati Fx.
Gente, questo non è un eccesso di risparmio; è la conseguenza di una massiccia stampa monetaria a livello mondiale. Se la Cina non avesse svalutato la sua moneta del 60% nel 1994 e non l’avesse mantenuta più o meno legata al diluvio di dollari sin da allora, le sue tanto decantate riserve in valuta estera da 4 mila miliardi di dollari e l’espansione del 60X del suo credito interno (da 500 miliardi di dollari a metà degli anni ’90 a 30 mila miliardi di dollari oggi) non sarebbero mai esistiti neanche tra un milione di anni.
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I grafici qui sotto, di conseguenza, non hanno nulla a che fare con un “eccesso di risparmio”. Se nel 1994 la valuta cinese fosse stata collegata all’oro, il tasso di cambio tra dollari e renminbi sarebbe crollato molto tempo fa, e la capacità dell’America di vivere per decenni al di là dei propri mezzi scambiando debito del Tesoro per i manufatti cinesi sarebbe finita tempo fa.
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Alla fine, le chiacchiere dei banchieri centrali sul presunto “eccesso di risparmi” fanno riferimento ad un’identità contabile inerente al commercio mondiale. I mercantilisti che scelgono di scambiare il sudore della fronte dei loro lavoratori (Cina e Asia orientale) e le loro risorse energetiche e minerarie (i petro-Stati) in cambio di Iou, si ritrovano avanzi delle partite correnti; coloro che emettono questi debiti accumulano deficit.
E tutto ciò non ha nulla a che fare con troppi risparmi da redditi reali. E’ la conseguenza della stampa monetaria dilagante che ha gravato l’economia mondiale con 225 mila miliardi di dollari di debito impagabile e grandi eccessi di capacità produttiva che negli anni a venire si tradurranno in pressioni deflazionistiche e bassa crescita.
Infatti i banchieri centrali sono scesi così in profondità nella tana della follia monetaria, che non riconoscono più la differenza tra risparmi onesti di famiglie, profitti aziendali e avanzi statali, e crediti fiat generati ex-nihilo dalle banche centrali e dalle istituzioni finanziarie. Di conseguenza, l’economia globale è stata gravata da investimenti improduttivi ed eccedenze delle spese in conto capitale che ormai hanno innescato una deflazione globale travolgente e un crollo dei profitti nelle industrie primarie e in quelle dei beni strumentali.
Detto in modo diverso, nel corso degli ultimi due decenni i livelli folli di spese in conto capitale in Cina e nei mercati emergenti, non erano una funzione di lavoratori che hanno risparmiato troppo in base ai 60 centesimi l’ora in salario. Invece la follia economica mostrata nel grafico qui sotto, è dovuta ai banchieri centrali e alla loro stupida emissione di credito fiat da 20 mila miliardi di dollari.
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E questo ci porta alle mendacità di Bernanke, Yellen e soprattutto Draghi. Questo pazzo ha risposto così alle lamentele tedesche circa la sua guerra ai risparmiatori europei:
«[…] «Non c’è abbastanza domanda di capitale in altre parti del mondo per assorbire l’eccesso di risparmio senza avere, nel contempo, rendimenti in calo», ha detto Draghi […]. «In un ambiente del genere, i bassi tassi d’ interesse della banca centrale non sono il nemico, ma esattamente quello che era necessario per rilanciare la domanda di investimenti […]. Se le banche centrali non l’avessero fatto, gli investimenti sarebbero risultati poco attraenti», ha detto Draghi. «Altrimenti l’economia sarebbe rimasta in recessione»».
Che idiozie. Se non c’è «abbastanza domanda di capitale», allora perché la Bce ha ritenuto necessario finanziare le esigenze di finanziamento dei governi europei attraverso “porte sul retro”, o il cosiddetto Qe? Spazzolando 1000 miliardi di dollari tra debiti pubblici e privati nel corso degli ultimi 14 mesi, ha semplicemente soppiantato la domanda privata riguardo i titoli d’ investimento.
Ma lo scopo della Bce è stato quello di sopprimere i rendimenti e il costo del denaro, seguendo la teoria keynesiana secondo cui l’eurozona può tornare alla prosperità mediante l’ accumulo di maggior debito. Cioè, punendo i risparmiatori e premiando i debitori tramite la falsificazione dei tassi d’ interesse, Draghi sostiene che le banche centrali possono creare per magia crescita e ricchezza. Come direbbe Trump, non esiste!.
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Sì, il mondo è probabile che affronterà una depressione delle spese in conto capitale nel corso degli anni a venire, a causa della gigantesca capacità in eccesso alimentata dal boom del credito degli ultimi due decenni. Ma tale condizione funesta è stata causata dai banchieri centrali. Ciò significa che nessuna quantità di credito aggiuntivo a costo zero genererà investimenti produttivi.
Quindi la Grande Menzogna insita nel cosiddetto “eccesso di risparmi”, è particolarmente odiosa. I banchieri centrali la stanno usando come pretesto per punire brutalmente i risparmiatori per le conseguenze dei propri errori.

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