domenica 16 luglio 2017

Nei porti italiani nuovi sbarchi. Il Times: “L’Italia minaccia l’Ue con 200mila visti temporanei”



PS: Bisogna fermare, anche con un po' di "vigore fisico"...questo governo del DucettoRenziPd e dei suoi adepti. Se l'UE si stanca di lasciare la flessibilità e quindi aumentare il debito pubblico all'infinito( vedi  oltre 8 migliardi in due mesi...) ...e c'è li chiede indietro, potendolo fare...., facciamo bancarotta e finiamo peggio che la Grecia...ex sinistroidi ex destroidi...su, un po' di "sano vigore fisico"..!
umberto marabese
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Consentirebbero ai migranti che approdano sulle sue coste di redistribuirsi in Europa. Il giornale parla di una «opzione nucleare» del governo RenziPd per risolvere la crisi per motivi elettorali.

Una nuova ondata di sbarchi ha interessato i porti italiani: oltre 1.500 migranti sono arrivati tra Puglia e Calabria, portando a quasi 7.000 il numero degli arrivi di questo fine settimana. Nel porto di Bari ha attraccato la nave della Marina britannica Echo, con 644 persone soccorse nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Poco dopo è approdata nel porto di Corigliano Calabro la nave militare tedesca Rhein con a bordo 923 migranti. 

Intanto, scrive il Times, l’Italia sta pensando di rilasciare 200.000 visti temporanei per consentire ai migranti che approdano sulle sue coste di circolare in Europa. Il giornale parla di una «opzione nucleare» del governo italiano per risolvere la crisi dei migranti. Il quotidiano britannico riferisce di aver parlato con il vice ministro degli Esteri Mario Giro e il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, i quali hanno confermato che l’ipotesi dei visti temporanei è «in discussione». Giro e altri nel partito democratico sostengono che l’Italia potrebbe avvalersi della direttiva europea 2001/55 che era stata scritta dopo la guerra dei Balcani per permettere a un gran numero di profughi di entrare in Europa...
 

La tensione nel paese su questo tema è sempre più alta: un gruppo di circa 50 profughi è stato inviato dal prefetto di Messina in un ex hotel a Castel Umberto, scatenando le proteste di parte degli abitanti. Il sindaco Vincenzo Lionetto Civa ha bloccato l’allaccio dell’energia con un gruppo elettrogeno e quindi nella struttura dove si trovano le 50 persone non vi è energia elettrica. «La struttura ricade nel territorio del Comune di Sinagra, un centro vicino a Castell’Umberto - chiarisce la dottoressa Caterina Minutoli, della Prefettura di Messina - è una struttura che abbiamo individuato in via di emergenza perché nel territorio di Messina sono stati destinati numerosi migranti e bisognava dare una sistemazione a tutti».  

Visto il flusso di migranti che sta arrivando in Italia, c’è la possibilità di aprire hotspot di “emergenza”. Punti di accoglienza pronti ad essere attivati per alleggerire la pressione sui porti della Sicilia. E scoppia la polemica. È il caso di Civitavecchia, dove il sindaco dei Cinque Stelle Antonio Cozzolino ha detto che il porto «non è nelle condizioni» di accogliere l’arrivo dei migranti. Con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che rincara la dose e accusa: «Il governo Renzi e quelli che ci hanno preceduto, ci hanno svenduto. Hanno autorizzato gli sbarchi nei nostri porti per avere qualche milione di euro da dare come mancia elettorale». 

Ma casi come quello del porto vicino Roma coinvolgerebbero anche approdi in Calabria, Sardegna, e Salerno in Campania, dove sono in corso appunto verifiche per hotspot di carattere temporaneo, da affiancare a quelli attivi a Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto. La protesta è già in atto: in Calabria Forza Italia ha promosso una petizione per bloccare gli hotspot di Corigliano, Crotone e Reggio Calabria. Qualche tempo fa anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, aveva chiarito: «Non daremo il consenso». Una levata di scudi dai primi cittadini che sembra dunque superare lo stesso colore politico. Invece in Sardegna ci potrebbero essere hotspot mobili, e per questo il governo avrebbe già un accordo con la Regione. ----

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