giovedì 6 luglio 2017

Direzione Pd, Renzi insiste: "Non parlo di alleanze". Franceschini: "Porre il tema non è tradimento"

Direzione Pd, Renzi insiste: "Non parlo di alleanze". Franceschini: "Porre il tema non è tradimento"

Lavori blindati: per la prima volta dall'avvento della segreteria Renzi non c'è la diretta streaming. Invito anche ad astenersi dai social. Il segretario chiede lo stop ai litigi: concentrarsi sui contenuti. Si voterà nel 2018 e sarà una campagna lunga 10 mesi. Il ministro della Cultura: "Pd lontano dal poter vincere da solo". Orfini: "Parlarne qui, non sui giornali".

ROMA - Lo Ius Soli è un principio di civiltà. Matteo Renzi ha aperto il suo intervento in apertura della direzione Pd insistendo sulla battaglia per la legge: "Dobbiamo andare avanti". Direzione letteralmente "blindata" da Matteo Orfini. "Non fare tweet e post nel corso della direzione", la richiesta del presidente del partito all'inizio dei lavori. E per la prima volta dall'avvento di Renzi alla segreteria, la direzione non viene trasmessa in diretta streaming. Presenti al Nazareno  il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro della Giustizia Andrea Orlando è quello per i Beni Culturali Dario Franceschini. Arriverà a direzione iniziata, invece, il governatore della Puglia Michele Emiliano....


Il segretario aveva fatto riferimento allo Ius Soli anche nell'incontro con i circoli dem a Milano. Altri temi di quel discorso di chiusura tornano nell'intervento di Renzi in direzione. Il segretario ha ricordato ancora una volta come sulla scuola il governo, prima Renzi e poi Gentiloni, ha investito 4,7 miliardi ma "se noi parliamo di alleanze i cittadini non se ne accorgono". Ribadendo che il dibattito interno "interessa a 3 o a 300". "Non rispondo ai capicorrente, ma ai 2 milioni di persone che hanno votato alle primarie" ha ribadito Renzi, in riferimento sempre alle polemiche interne seguite al flop delle amministrative.

E a proposito delle sconfitte ai ballottaggi, Renzi ha riaffermato il suo giudizio: il risultato va analizzato senza dargli una lettura nazionale. A Genova, ha ricordato ancora una volta il leader dem, a quanto si apprende, il Pd ha perso con una coalizione "larga, ampia" mentre si è vinto a Padova dove si era perso nel 2014 quando ci fu, invece, il successo alle europee.

Sull'economia. "I segnali di timida ripresa si sono evidenziati: l'Italia vede segnali di ripresa ancora però non omogenei sul territorio: ancora 'prudenti' sul Sud anche se tanto è stato fatto in Campania". Sui migranti: "L'immigrazione sarà il tema della prossima campagna elettorale e di quelle dei prossimi 20 anni. L'immigrazione è al quarto posto tra le preoccupazioni degli italiani. Servono politiche di cooperazione. Minniti ieri è stato bravo, in Europa su questi temi siamo divisi".

Altro passaggio già sentito a Milano: "Non sono interessato nè alla mia nè alla vostra carriera personale. Il mio obiettivo è portare il Pd sempre più in alto". Si andrà a votare nel 2018, sarà una campagna elettorale lunga 10 mesi. Per questo bisogna concentrarsi sui contenuti. "Per i prossimi 10 mesi sarò in giro per il Paese. Ma voi dovete essere classe dirigente", quindi stop ai litigi. "Questa comunità politica negli ultimi anni ha portato a casa risultati, smettiamo di lamentarci e iniziamo a progettare" ha esortato Renzi, "vivo questi mesi con grande curiosità, il nostro lavoro è bellissimo, ci consente di spalancare il Pd e nei territori siamo gli unici a portare risultati".

Nella prossima legislatura, ha detto ancora Renzi, l'Italia dovrà chiarirsi con i partner europei: serve un approccio diverso sul deficit e va posto il veto sul fiscal compact nei Trattati: "Abbiamo vinto la battaglia sulla flessibilità perché in Europa, dopo le europee, abbiamo messo un diktat". In un passaggio del suo discorso dedicato agli altri partiti, a quanto si apprende, Matteo Renzi ha esortato Berlusconi a decidere "se vuole stare con i populisti o con i popolari europei".

Il Pd in questa fase è in precampionato ma a settembre si ricomincia, abrebbe detto Renzi in direzione del Pd, chiedendo a tutti, in vista della campagna elettorale per le politiche, di stare sui problemi concreti. Si può fare una campagna porta a porta. "Il Pd deve fare squadra - ha detto l'ex premier -. Utilizziamo il partito come una finestra, non come uno specchio per riflettere noi stessi".

Renzi ha fatto gli auguri alla portoghese Maria Joao Rodrigues, subentrata a Massimo D'Alema alla guida della Feps (Foundation for European Progressive Studies), l'organizzazione che riunisce le fondazioni socialiste europee. D'Alema, in carica dal 2010, aveva chiesto ai vertici della Feps una proroga per restarne presidente fino a fine anno, anche per avere il tempo di chiarire "gli aspetti che sono legati alla situazione politica italiana e le impressioni che sono circolate".

Franceschini: "Parlare di alleanze. Pd lontano dal vincere da solo". Il ministro Franceschini nel suo intervento alla direzione Pd ha detto, a quanto si apprende, di condividere le parole di Matteo Renzi sulla rivendicazione dei risultati del governo, sulla necessità di parlare al Paese e ha annunciato che se si voterà approverà la relazione del segretario. Ma, ha aggiunto, ritiene che si debba parlare anche di alleanze. Serve un confronto partendo dal programma e da una condivisione dei contenuti.

"Parlare di alleanze e di legge elettorale non vuol dire mettere in discussione il segretario. Me lo ricordo che sei stato eletto da 2 milioni di persone. C'è anche una comunità di parlamentari, militanti, sindaci, iscritti che ti hanno scelto, ma per questo non hanno rinunciato al pensiero e alla parola. Io sono tra i 350 residuati bellici che pensa che si debba parlare del tema delle alleanze. Un segretario ascolta la comunità, la tiene insieme con pazienza, senza vedere dietro il pensiero di chi la pensa diversamente un tradimento o un complotto".

Franceschini ha quindi chiarito: "Chi ha detto che abbiamo perso le amministrative perché non c'erano le coalizioni? Non io. Il problema è opposto, che non abbiamo vinto neanche avendo le coalizioni. A Padova abbiamo vinto, ma il Pd ha preso il 13%: siamo un po' lontani dal poter vincere da soli. Servono le proposte, serve la forza leader, serve l'azione di governo, serve l'organizzazione, ma servono gli altri, servono le alleanze. Ora, non dobbiamo arrivare all'Unione, me li ricordo bene gli 11 gruppi parlamentari che sostenevano Prodi. Ma il tema dobbiamo porcelo. Dobbiamo partire dal nostro campo e dal campo che ha sostenuto il governo Letta, Renzi e Gentiloni in questi anni. Non possiamo dire che non c'è più quel campo che ha governato il Paese in un rapporto fisiologico".

Orfini: "Alleanze: giusto parlarne qui, non sui giornali".

"Parlare di alleanze negli organismi dirigenti, qual è la direzione, è giusto, sono d'accordo con Franceschini. Magari non tutti i giorni sui giornali o facendoci la campagna elettorale", la replica del presidente dem al ministro dei Beni Culturali.

 

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