venerdì 5 agosto 2016

Maurizio Blondet - Perché siamo l’ultimo cane ammaestrato che obbedisce al circo UE

weidmann     

Questa me l’ero quasi persa. Devo riprenderla dalla UNIAN, l’agenzia di propaganda  del regime golpista di Kiev “Il parlamento italiano [dei  nominati] , nella risoluzione intitolata ‘Direttive  della politica estera europea e italiana  nel contesto dei recenti sviluppi mondiali’,  ha raccomandato al governo [non eletto] di prendere misure per assicurare l’applicazione  degli accordi di Minsk, che devono diventare il prerequisito per la possibile ripresa delle normali relazioni tra Italia e Russia”.  Sono gli accordi di Minsk che  Kiev viola sotto gli occhi degli osservatori OSCE  – che non vedono i quotidiani bombardamenti e l’ammasso di armamento pesante sulla frontiera col Donbass – ma nella neolingua burocratica, significa questo: è Mosca che   deve rispettare gli accordi. Il succo è che il parlamento ha approvato il prolungamento delle sanzioni alla Russia, come   ci   ha ordinato la UE, di altri sei mesi   fino al 31 gennaio 2017;  e dopo, ancora una volta, a prolungarle deciderà il Consiglio UE, non noi.  Ha ratificato come sempre. La richiesta del 5 Stelle di levare   le sanzioni è stata bocciata.....

Insomma il governo Renzi si è rimangiato le velleità parolaie di  spingere la UE a rivedere la politica di sanzioni anti-Mosca. Prego notare: siamo rimasti gli ultimi ad obbedire a una Commissione UE a guida tedesca che – incapace di tutto – smolla   su tutti  i settori per di mantenere la finzione che esista ancora una UE.  Che ha appena subito il Brexit  cadendo in confusione. Che si  becca male parole e rifiuti da Ungheria,Polonia, e persino dalla piccola Austria per la dissennata politica d’immigrazione e per  la ridicola e vergognosa posizione  verso il neo-dittatore turco ; che viene insultata, ricattata e minacciata  ogni giorno da Erdogan. Infine, che ha consentito anche a Spagna e Portogallo di sforare il deficit oltre il cretinissimo 3 per cento  (un privilegio  che Parigi ha sempre avuto),  e praticamente ai due latini concede di far quel che vogliono del loro debito.    Solo noi,  agli ordini delal UE, eseguiamo come  un cagnetto da circo ammaestrato: salta qui,   seduto! Cuccia!


weidmanweidmann
Solo a noi il banchiere tedesco Weidmann, il capo della Bundesbank,   intervistato in ginocchio dal  Corriere,  continua a dire   i suoi Nein! E a far le bucce al nostro sistema bancario: “Un banchiere centrale che sui problemi di un partner straniero non dovrebbe profferir parola” (così Giulio Sapelli) e invece ci dà ordini. Rovinosi  per  la nostra economia e le nostre banche, di cui chiaramente vuole il disastro. E in cambio di cosa? Di nulla. Nessun approfondimento dell’unione monetaria, nessun trasferimento,   nessuna soluzione ‘europea’ a problemi bancari che riguardano le banche europee, mica solo le nostre.
Da lui abbiamo ricevuto solo la ripetizione delle formule dogmatiche della fede monetaria che ormai, persino la commissione indipendente del Fondo Monetario ha riconosciuto   sbagliata e pregiudiziale:  un totem a cui “abbiamo sacrificato la Grecia”, hanno ammesso, perché   era l’euro che volevamo salvare.  Non ci ha guidato l’oggettività tecnica, bensì una serie di pregiudizi e  la volontà ideologica.
Varoufakis almeno  ha chiesto (invano) le dimissioni di questi tecnocrati che hanno mostrato tutta la criminale incompetenza del regime – appunto – tecnocratico  – che   i globalismi vogliono imporre al mondo.  In Italia, la Sinistra non ha ripreso Varoufakis.  Anzi nemmeno i grandi media hanno  dato la notizia  col titolo giusto, ossia che non nascondesse l’informazione ai non addetti ai lavori. L’abbiamo dovuta trovare sull’ottimo Imola Oggi: 
Siamo l’unico cane ammaestrato che ancora risponde scodinzolando agli ordini di Juncker. E della Merkel. E  si sente onorato che ci sia “un italiano” alla BCE. Il noto “italiano” di Goldman Sachs che ha svenduto i beni del Tesoro italiano in anni lontani, e a  quello deve  la  sua carriera sovrannazionale.
"Salta! Salta!"Renzi salta nel cerchio

Stress Test: una  farsa per metterci sotto

Si vede da come la BCE ha condotto i famigerati stress test. Anche quest’ m’era un po’ sfuggito, recupero copiando dall’ottimo Iceberfinanza di Andrea Mazzalai, e dai commenti di Giulio Sapelli,  uno dei pochi che non le mandano a dire nemmeno quando lo cercano i mainstream.
Vediamo:  lo stress test pretende di vedere come sostengono le banche specifiche condizioni   di crisi.  Ebbene: quello confezionato  dalla BCE ha simulato i rischi di un rialzo dell’inflazione e ritorno della sfiducia dei mercati sui  debiti pubblici sovrani –  due eventualità irreali,  specie la seconda, dato che la BCE compra i debiti pubblici a man bassa e i tassi sono zero-  mentre ha escluso la simulazione: cosa succede alle banche  in un prolungato periodo di deflazione e di tassi [tenuti artificialmente] sottozero, che devastano  la redditività delle banche?
Insomma: la BCE ha escluso dallo stress test la situazione presente, quella reale e concreta  in cui ci troviamo, e per la quale le banche italiane sono piene di  crediti   andati a male.: per forza, dopo otto anni di deflazione non curata, di asserti salariali e perdita di mercati a favore della Germania. Quindi, sono stati solo una farsa. L’ennesima farsa europea, come titola Mazzalai.
Inoltre:  la BCE ci ha fatto le pulci sui crediti in sofferenza  (i nostri), ma non ha detto sostanzialmente nulla   su come svalutare  i derivati – un grumo “opaco”  ha scritto Onado su 24 Ore, perché si tratta di “titoli privi di mercato”.
Italia di fronte a Draghi
Italia di fronte a Draghi
Soppesate bene  la frase:  titoli privi di  mercato. Significa che nessuno è tanto scemo da comprarli. E nessuna  delle banche che li detengono osa nemmeno mettere in vendita,  perché farebbe scoprire che quei  preziosissimo  attivi che ha nei bilancia  valore 100,valgono – quanto?  3? 1? Meno ancora? Nessuno lo sa.  E BCE non chiede.
Il valore  ‘dichiarato’ [cioè sognato:  a quel ‘valore’ l’avevano comprato, i dementi]  dei titoli   derivati in pancia a 29 banche europee era nel 2014 “7  trilioni di euro”, ossia 7 milioni di miliardi, “il doppio degli Stati Uniti”, e  “il valore netto   riportato in bilancio superava di 20 volte  quello americano”. E in Europa i derivati rappresentano il 20 e passa per cento del patrimonio delle banche, contro il 13 per cento delle banche americane. E come mai la BCE tace? Perché   sono le banche tedesche ad  essere piene di questi attivi. Di Deutsch Bank e Commerzbank si sa già; adesso s’è scoperto che anche la Bremer  è strapiena di titoli tossici   sui noli marittimi – deprezzati alla depressione mondiale che ha fatto crollare quelle previsioni.  Ben note a  qualunque dilettante guardasse il Baltic Dry Index, ma che hanno sorpreso gli specialisti – la Bremer essendo la specialista dei noli navali (altro esempio i quanto i tecnocrati siano più sapienti di tutti noi).  Ma  ancora non basta:
“Le sei maggiori Landesbanken tedesche hanno bruciato un terzo del loro patrimonio all’inizio della crisi”  per aver investito – geniali –  nei subprime americani”. Da allora,   per 7 anni hanno dichiarato un utile di 0,2 % (in chimica,  si parla di  “tracce”;  in statistica, è sotto l’errore statistico: il +0,2 può essere anche un -0,2)  difatti “ nel 2014 sono in rosso”.
E che fa’  Weidmann? Viene a    fare le bucce  alle nostre banche e a dare ordini al nostro governo, minacciando.
Lo fa perché glielo lasciamo fare.  Orban, Kaczynski, il presidente ceco,  il governo austriaco hanno risposto per le rime alla Merkel rinfacciandole i suoi errori. Il circo della UE è in evidente  smobilitazione,  ha perso la grossa belva chiama UK,  l’altra di Ankara   ha morso la mano alla  Merkel e alla Mogherini,  i cavallini  dell’Est non vogliono più obbedire   a fare il numero previsto dalla clownesca Mutti,  i latinos sono lasciati liberi di indebitarsi – tanto Draghi gli compra tutti i titoli.
Tutto lo spettacolo si riduce al barboncino ammaestrato italiano:   il solo che salta nel cerchio di fuoco agli ordini di  Monsieur (il tizio severo in livrea rossa e  stivali da cavallerizzo, con la lunga frusta).
cane ammaestratoL’Europa e noi
Il perché lo spiega un po’ Sapelli.  Parlando en passant di Unicredit, che ha “il tedesco nascosto nel ventre” pronto ad esplodere: una banca germanica,  Hvb,   “una banca che nessuno voleva perché tutti sapevano che era piena di asset tossici comprati da quello che divenne presidente Unicredit”, ovviamente osannata da Repubblica e dai politici, e da Bankitalia.   Il Montepaschi, anch’esso strapieno di derivati   per miliardi, acquisti fatti “per mascherare improvvidi acquisti fatti da falsi banchieri e modestissimi massoni”,  e poi, certo,  anche le sofferenze “perché a Siena un prestito non si nega a nessuno, il credito non  si concede, si regala”.
Il Monsieur UE Il Monsieur UE

Insomma. Per Renzi e il PD,si tratta di ottenere da Monsieur con la lunga frusta il permesso di mettere  a carico di noi contribuenti  il frutto delle loro sesquipedali incompetenze, delle loro mafie, persino dei loro delitti (Sapelli allude al morto  suicidato  di cui la moglie affranta chiede giustizia “di fronte a un percorso giudiziario che più lento  al mondo non s’è mai visto”); devono coprire gli errori inconfessabili  dei loro massoni, che sono anche “modestissimi”   persino come massoni, ossia non hanno i numeri per gestire una cartoleria, e si sono presi le banche.   Ed hanno più o meno ottenuto il permesso di farlo: ma non con una  bad bank vera (che potrebbe persino arrivare a profitto), bensì col fondo Atlante (“Friends of friends  o Prodi Boys, chiamateli come volete”, allude Sapelli)  ma uno degli ircocervi italioti –   centauri pubblico-privati – di cui siamo maestri per nazionalizzare le perdite con artifici giuridici.   Atlante infatti “funziona a scappamento ridotto  e avrà bisogno di rifornimenti in volo massicci”.
Capito?  Facciamo il barboncino ammaestrato , saltiamo sulla sedia delle sanzioni alla Russia, perché il PD, e tutto il sistema dei massoni incompetenti, e non parliamo delle burocrazie inadempienti e incapaci (Bankitalia)   possano mettere a carico del contribuente le sue malversazioni e incapacità e omicidi.
Ci stanno tutti, anche gli stranieri – perché “L’Europa ha preferito affidare ai singoli paesi i processi di ristrutturazione:  cerotti sulle ferite più gravi ma cronicizzazione dei problemi gravissimi mai risolti”, ha scritto 24 Ore.  Fate voi italiani, basta che noi non dobbiamo pagare nulla.  Per tradurre il problema, basta un titolo da Dagospia – il media comico-fescennino, il solo  livello  realistico per raccontare il Paese –

MPS OGGI VALE UN MILIARDO E NE CHIEDE 5 DI AUMENTO DI CAPITALE. IN CASO DI FALLIMENTO,  Renzi  TORNA A GIOCARE A FLIPPER A RIGNANO.  2. IN PIÙ C’È IL CASO UNICREDIT. IL MERCATO ITALICO NON PUÒ SOPPORTARE DUE AUMENTI DI CAPITALE: 5 MILIARDI PER MPS, 7 PER UNICREDIT. ED OVVIAMENTE LA PREFERITA E’ UNICREDIT”

Nessun commento:

Posta un commento