PS: Vi ricordate che bei tempi erano quella della "guerra fredda" tra l'occidente e l'oriente? Oggi invece siamo in" guerra calda".....abbiamo migliorato un casino!
umberto marabese
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Lo scontro infuria e gli 007 della Cia
trattengono il fiato. A Mosca tira brutta aria e tutti s'aspettano la
caduta di qualche altro collega. Quel che ancora non si capisce è in
nome di cosa si combatta.
E per volere di chi. La guerra di spie
divampata lunedì con l'arresto di Ryan Fogle, l'agente Cia inviato a
Mosca in qualità di terzo segretario dell'ambasciata americana, è
culminata con la rivelazione del nome di Stephen Holmes, un diplomatico
del servizio consolare statunitense indicato dall'Fsb come il vero capo
cellula di Langley in Russia. Bruciare il responsabile di una sezione
nemica è una rappresaglia pesante. Lo sgarbo, alla luce delle regole non
scritte della guerra d'intelligence, indica la volontà di mettere
l'avversario con le spalle al muro, costringerlo a reagire e ad
innalzare il livello dello scontro.
Ma ancor più interessante dello scontro è lo scenario in cui si
svolge. Mentre l'Fsb colpisce con una determinazione degna del vecchio
Kgb, anche i comandi militari sembrano rispolverare le divise della
guerra fredda. Non paghi di far incrociare una dozzina di navi militari
davanti alle coste siriane, fanno intendere di voler fornire a Bashar
Assad 72 missili antinave Yakhonts, un'arma da difesa costiera dotata
d'una testata da 300 chili, capace di volare a due volte e mezzo la
velocità del suono e colpire fino a 300 chilometri.....
Il tutto mentre
fonti di Gerusalemme descrivono come un fallimento il recente faccia a
faccia di Soci tra il premier israeliano Bibì Netanyahu e Vladimir
Putin. Durante l'incontro Netanyahu non sarebbe riuscito a convincere
Putin a rinunciare alla forniture di missili anti aerei S300 destinati a
Damasco. La guerra di spie in corso a Mosca sembra dunque andar di pari
passo con un innalzamento della tensione su quella sottile «linea rossa
siriana» capace di riportare indietro di 30 anni i rapporti tra Stati
Uniti e Russia.
L'escalation pare però in contrasto con il clima apparentemente
disteso avvertito lo scorso 7 maggio dopo la visita a Mosca del
segretario di Stato John Kerry. La visita, segnata da un incontro con
Putin, si era conclusa con una conferenza stampa nella quale il ministro
degli Esteri russo Sergey Lavrov e Kerry annunciavano la decisione di
convocare una conferenza di pace per trovare una soluzione negoziata al
conflitto siriano. Dunque per capire la nuova guerra di spie bisogna
forse spostarsi su un binario parallelo. Un binario su cui i capi
dell'Fsb possono anche trascurare le direttive di Putin e Lavrov. Quel
binario porta da una parte al Caucaso e ai terroristi islamici
trincerati in Cecenia e Daghestan e dall'altra all'appartamento di
Boston dove vivevano Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, i fratelli
responsabili dell'attentato alla maratona di Boston. Il viaggio di
Tamerlan nel Daghestan nel 2012 sarebbe stato segnalato agli americani
da un agente del Fsb responsabile del Caucaso. Per tutto ringraziamento
l'agente avrebbe ricevuto da Ryan Fogle la proposta di trasformarsi in
un doppiogiochista e collaborare con la Cia. La spregiudicatezza di
quell'avance, formulata nell'ambito di un rapporto di collaborazione
avviato dai russi, sembra aver innescato la rabbia dei vertici dell'Fsb.
Anche perché l'entrata a gamba tesa di Fogle segue l'analogo passo
falso commesso nell'autunno 2011 dal suo predecessore Benjamin Dillon,
un altro agente Cia arrivato a Mosca con la copertura da terzo
segretario e pizzicato, pure lui, a tentar d'arruolare un omologo russo.
Proprio quel reiterato affronto avrebbe spinto l'Fsb a far piazza
pulita della sezione moscovita della Cia.
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