PS: Un'inutile sfilata? Questo certamente NO!
Andare in piazza per il lavoro dovrebbe essere un appuntamento scritto sulla Costituzione!
Ma noi di "sinistra" eravamo abituati anche a far autocritica costruttiva: e qui, purtroppo, c'è n'è tanto bisogno. Non può un sindacato di lavoratori essere legato a doppio mandata, ad un partito piuttosto che ad un'altro. Il sindacato deve fare il suo lavoro: diffendere i lavoratori, dai quali è "pagato", non importa chi è in quel momento" il nemico". Da parecchi anni questo non avviene più!
umberto marabese
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di Anna Lami
Si è concluso nel primo pomeriggio di sabato quello che era stato
preannunciato come un corteo con obiettivi ambiziosi: "diritto al
lavoro, all'istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per
la giustizia sociale e la democrazia".
"La priorità è il lavoro, non l'Imu" secondo Maurizio Landini. Per il
segretario generale della Fiom i primi provvedimenti presi da Palazzo
Chigi "non ci fanno uscire dall'emergenza, non ci fanno guardare al
futuro". "Occorrono la riforma della cassa integrazione e il reddito di
cittadinanza", ha quindi aggiunto il leader sindacale. Ottimi slogan
certo. Ma con gli slogan non si otterranno posti di lavoro; per
restituire centralità alle rivendicazioni delle classi lavoratrici, la
Fiom dovrebbe attuare una strategia in netta discontinuità rispetto a
quanto fatto in questi anni. Ma restando la strada maestra quella delle
gite nella Capitale assolata, con le celebrity a fare discorsi
edificanti dal palco, la richiesta di lavoro, magari decentemente
retribuito, non troverà per molto tempo ancora orecchie ricettive. A
maggior ragione se l'interlocutore è l'esecutivo di larghe intese
Napolitano-Letta-Berlusconi: è come chiedere al lupo cattivo di non
mangiare cappuccetto rosso...
La preoccupazione del Segretario Generale era quella di polemizzare
con il Pd perché non presente ufficialmente in piazza: "Non capisco come
si può essere al governo con Berlusconi ed avere paura di essere qui".
Come se il Pd fosse ancora da considerare un interlocutore affidabile
per il mondo del lavoro! Come se prima delle "larghe intese" con
Berlusconi, non avesse appoggiato il Governo "tecnico" di Mario Monti,
sempre in combutta con il Pdl. Come se ci fossero dubbi su quali siano
gli interessi (di classe) che rappresenta il Pd.
La sfilata a cui abbiamo assistito era dunque niente più che una
manifestazione di rito, a cui hanno preso parte (numeri reali) 25-30
mila persone. Significativo che una delle componenti più importanti
fosse costituita dai pensionati dello Spi-Cgil, mentre il clima generale
ricordava più una gita del dopo lavoro che un corteo combattivo in
grado di rappresentare la rabbia e la sofferenza diffusa.
Viviamo in tempi dove questo genere di riti hanno sempre minor presa
sociale. E si è visto fin troppo bene. Basti ricordare che il 16 ottobre
2010 la Fiom della lotta contro Marchionne, nella stessa piazza San
Giovanni, aveva portato circa 500.000 manifestanti. Meno di tre anni
hanno profondamente segnato la storia dell'organizzazione dei
metalmeccanici, che si è tramutata nell'ombra del più antico e glorioso
sindacato italiano. Piegato e svilito da una linea politica
rinunciataria, passiva, perdente. Una linea che ha sostituito il
conflitto sociale, unica strada, seppur difficile, per difendere
veramente i diritti dei lavoratori, con le battaglie dei ricorsi in
tribunale.
Addirittura Landini aveva preannunciato che l'iniziativa di ieri non
sarebbe stata contro il governo. E contro chi allora? Contro nessuno? E
per quale ragione i lavoratori dovrebbero partecipare ad un corteo
contro nessuno? Come se nessuno fosse responsabile del massacro sociale,
dell'austerità e dell'annientamento dei diritti. E se Landini dal palco
ha precisato che "noi siamo qui perché non rinunciamo ad un'idea di
fondo, quella di cambiare questo paese", ci sfugge come possa credere di
cambiare questo paese temendo di chiamare per nome e per cognome gli
avversari dei lavoratori che dovrebbe rappresentare. Senza spendere
nemmeno una parola per denunciare l'abominevole matrimonio Cgil-Cisl-Uil
con Confindustria, chiamato anche accordo sulla rappresentanza e
democrazia, che riserva ai soli sindacati complici la possibilità di
agire all'interno dell'ambito di lavoro. In pratica la generalizzazione
del modello Marchionne.
Insomma l'impressione è che la Fiom di Landini non abbia più le
risorse per offrire ai lavoratori una risposta all'altezza degli
attacchi che subiscono quotidianamente.
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