Il Cavaliere in un colloquio con "Libero": "Non
farò come fu costretto a fare Craxi. Non accetterò i servizi sociali
come un criminale che va rieducato. Ho quasi 78 anni e avrei diritto ai
domiciliari, ma se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere".
Non farà l’esule, non accetterà i servizi sociali e anche se ha diritto ai domiciliari per l’età ormai avanzata vorrà andare in carcere. Le parole sono quelle di Silvio Berlusconi alla vigilia della sentenza della Corte di Cassazione sul processo Mediaset, dov’è imputato per frode fiscale e dove si presenterà con una condanna a 4 anni
inflitta dal tribunale in primo grado e poi confermata dalla Corte
d’appello di Milano. “Non farò l’esule, come fu costretto a fare Bettino Craxi – spiega in un colloquio con Libero
– Né accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale
che deve essere rieducato. Ho quasi 78 anni e avrei diritto ai
domiciliari, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità,
andrò in carcere”....
Ad ogni modo il Cavaliere si dice “abbastanza ottimista: non possono condannarmi”. In questo caso l’opinione è diversa da quella del suo avvocato Niccolò Ghedini che si era detto pessimista. “Se
non c’è pregiudizio, se non ci sono pressioni, la Cassazione non può
che riconoscere la mia innocenza – dichiara l’ex presidente del
Consiglio – I miei avvocati hanno proposto 50 obiezioni alla decisione
della Corte d’appello e la Cassazione già in altre occasioni ha
riconosciuto che io non firmavo i bilanci, non partecipavo alle
decisioni dell’azienda e non avevo alcun ruolo diretto nella gestione di
Mediaset”, spiega. “Facevo il presidente del Consiglio, cosa ne potevo
sapere io dei contratti per i diritti televisivi? Non
me ne occupavo quando stavo a Cologno, figurarsi se lo potevo fare nei
primi anni Duemila quando ero a Palazzo Chigi”. Inoltre, prosegue il
Cavaliere, “non avrei rischiato tutto questo per 3 milioni dopo averne
corrisposti più di 500 in un solo esercizio. E poi, se fossi stato così
fesso da evadere le imposte, a un certo punto avrei usato il condono
tombale che il mio stesso governo aveva introdotto”.
Berlusconi
racconta anche la sofferenza per i numerosi processi aperti contro di
lui: “Non ho dormito per un mese. La notte mi svegliavo e guardavo il
soffitto, ripensando a quello che mi hanno fatto”, racconta. “In pochi
mesi otto pronunciamenti contro di me. I diritti Mediaset, Ruby, la telefonata Fassino-Consorte,
gli alimenti alla mia ex moglie, le richieste dei pm di Napoli e Bari,
la decisione della Consulta sul legittimo impedimento, il respingimento
della richiesta di trasferire a Brescia il processo per le cene di
Arcore, l’abnorme risarcimento a De Benedetti”.
Nel
colloquio l’ex premier parla anche del futuro del governo e giura per
l’ennesima volta stabilità. “Non farò cadere Letta – assicura – ma sarà
il suo partito a farlo. Se venissi condannato, il Pd non accetterebbe di
continuare a governare insieme con un partito il cui leader è agli
arresti e interdetto dai pubblici uffici”.------
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/28/processo-mediaset-berlusconi-non-faro-lesule-se-condannato-
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