Ricevo, copio, incollo e....ringrazio.
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L’IMBROGLIO
In qualunque vero imbroglio i disonesti sono sempre due:
quello che cerca di convincerti di un guadagno facile con poca fatica, e tu che
accetti consapevole del fatto che una scorciatoia simile non può avvenire senza
che un “qualcuno” (cosa che non ti interessa minimamente) finisca con l’essere
danneggiato da quello che tu accetti di fare.
Nel gioco d’azzardo l’unico che non ci perde mai è il
gestore del gioco. E diventa spesso molto difficile considerare “disonesto”
qualunque gioco dove il Gestore è lo Stato stesso: ovvero quella entità il cui
unico scopo sarebbe quello di tutelare i suoi cittadini provvedendo a creare le
migliori condizioni possibili per il loro benessere morale e materiale.
Oggi lo Stato Italiano, col nobile intento di “fare cassa”,
oltre al monopolio del fumo (che uccide i suoi consumatori con il cancro), ha
anche il monopolio LEGALE ed il controllo (diretto o indiretto) del gioco
d’azzardo (che uccide i suoi consumatori privandoli del denaro).
Nello spendificio del gioco d’azzardo (come si fa a
chiamare “gioco” una vera e propria malattia?) le proposte a disposizione del
consumatore sono tantissime. E ogni giorno se ne inventano di nuove ed ancor
più allettanti. Me il fine ultimo è sempre lo stesso: trasferire il più possibile
soldi dalle tasche dei consumatori a quelle sempre più avide dello Stato
(magari attraverso l’utilizzo di intermediari con tanto di autorizzazione, al
solo scopo di attenuare il giudizio morale da parte dei cittadini nei confronti
di uno Stato biscazziere).
Del clamoroso dislivello esistente tra la vittima (il
consumatore) ed il carnefice (lo Stato) voglio fare un esempio prendendo come
riferimento uno dei giochi più conosciuti e forse il più antico: il Lotto......
Nel gioco del Lotto ci sono novanta numeri che vengono
estratti a sorte. Vince chi indovina il numero estratto, fino ad un massimo di
cinque estrazioni (cinquina). Quindi si può tentare di indovinare il secondo
numero (ambo), e il terzo (terno), e il quarto (quaterna), ed il quinto
(cinquina). Ovviamente, più numeri in sequenza si giocano e più alto è
l’effetto moltiplicatore della somma puntata nel caso di vincita. Perfetto. Ma
quante sono le probabilità di vincere? Questa è una domanda che il giocatore
non si pone quasi mai, mentre il gestore del gioco invece lo sa benissimo: il
giocatore ha una probabilità su novanta di vincere, mentre chi gestisce il
gioco ha ottantanove probabilità su novanta di intascare i soldi giocati
dall’incauto.
E allora, per chi non fosse ancora convinto, ecco il
calcolo delle probabilità di vincita.
AMBO = (90x89) una probabilità su 8010
TERNO = (90x89x88) una probabilità su 704.880
QUATERNA = (90x89x88x87) una probabilità su 81.324.560
CINQUINA =
(90x89x88x87x86) una probabilità su 5.273.912.760
Quindi, sulla vostra giocata per la cinquina, lo Stato ha
5.273.912.759 probabilità (contro una sola!) di intascarsi i vostri soldi:
CONVIENE ANCORA TENTARE LA
FORTUNA?
Sotto questo aspetto il Calcio sarebbe più “onesto”:
infatti le probabilità di fare tredici sono “soltanto” una su 1.594.923.
Ma, in conclusione, tentare la fortuna non è mai
conveniente. Chi ci guadagna è soltanto chi propone il gioco e lo gestisce. I
giocatori sono (sempre!) dei polli da spennare. E le clamorose quanto rare
vincite favolose vengono pubblicizzate soltanto per aumentare il numero dei
polli da spennare. Fatevi e facciamoci furbi: ogni volta che ci viene la
tentazione di giocare mettiamo i soldi che avremmo voluto giocare in un
cassetto. Più alta sarà la voglia di giocare più alto sarà il “gruzzolo” che
troveremo in quel cassetto. Soldi sicuri. Vinti onestamente. Senza intermediari
che ci lucrano su.
luglio 2013
F. Maletti
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