PS: Un grande sogno , che si trasforma in un incubo! Che tristezza!
umberto marabese
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Una nuova tegola giudiziaria sul governatore, già indagato dalla
procura di Bari per un concorso per la nomina di un primario. La vicenda
riguarda una transazione da 45 milioni di euro tra la Regione con
l'ospedale Miulli. Il governatore: "Non capisco". Coinvolto anche il
vescovo. Notificati gli avvisi di conclusioni delle indagini a Tedesco e
altri 46 indagati per gli accreditamenti dei privati.
La bufera giudiziaria che ha spazzato la Sanità pugliese non si ferma e
una nuova tegola si abbatte su Nichi Vendola, già indagato per presunte
pressioni sulla nomina di un primario. Un nuovo avviso di garanzia è
stato notificato nel pomeriggio al governatore e leader di Sel, accusato
questa volta di peculato, abuso d'ufficio e falso in una vicenda che ha
a che fare con una transazione poi annullata da 45 milioni di euro tra
la Regione e l'ente ecclesiastico Miulli che gestisce un ospedale ad
Acquaviva delle Fonti. Si tratta di un'inchiesta nata anch'essa dal
grande scandalo della Sanità targata Tedesco-Tarantini e la notizia
arriva nel giorno in cui al senatore ex Pd, ora Gruppo misto, e ad altre
46 persone sono arrivati gli avvisi di chiusura delle indagini per la
maxi inchiesta sugli accreditamenti per le cliniche private. Due vicende
distinte, che però vedono indagati i vertici della Regione, funzionari e
dirigenti dell'assessorato alla Sanità. Tra loro, insieme a Vendola,
anche lo stesso Tedesco e il suo successore Tommaso Fiore. Nel caso
Miulli, figurano pure il vescovo della diocesi di
Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, monsignor Mario Paciello, e don
Mimmo Laddaga, direttore dell'ospedale ecclesiastico di Acquaviva.
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