domenica 24 marzo 2013

Italia Futura- Montezemolo:<<...un trasparente patto politico con il PdL e con altre forze disponibili>>

PS: <<una piattaforma minima per partire:  
1) riforma della legge elettorale;
2) taglio dei costi della politica e trasformazione del Senato in Camera delle Regioni;
3) provvedimenti sul lavoro e il welfare, a partire da una drastica riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle nuove assunzioni;
4) pagamento immediato dei debiti della Pubblica Amministrazione. 

...ragionevole, condivisibile, indispensabile!
 umberto marabese


Un governo di scopo per ripartire. Il ruolo di Scelta Civica
di Italia Futura , pubblicato il 24 marzo 2013
All’Italia serve un governo che affronti subito le emergenze che stanno strozzando il Paese, non un confuso tentativo di strappare qualche parlamentare qua e là per varare un esecutivo debole. Mentre le aziende continuano a chiudere ogni giorno, la povertà e la disoccupazione raggiungono livelli record e gli investimenti continuano a latitare, Pierluigi Bersani rincorre alchimie potenzialmente esplosive.
Il PD non ha vinto le elezioni del 24-25 febbraio e, al di là delle dichiarazioni più o meno roboanti all’insegna di un antiberlusconismo di maniera, è in atto una indecorosa caccia ai voti leghisti e grillini. Il risultato è una miscela d’intransigenza e tatticismo, che se riuscisse ad andare in porto, grazie alla Lega e a pezzi del Movimento 5 Stelle, comporrebbe la nascita di una sorta di “fronte dell’irresponsabilità”.
Nella situazione di crisi in cui ci troviamo basta poco per far divampare un incendio incontrollabile. È quello in cui spera Beppe Grillo, per condurre il Paese nuovamente ai margini dell’Europa e ancora più lontano dalla crescita economica.
Quello che serve all’Italia è esattamente il contrario di un governicchio costretto a rincorrere i singoli voti, accontentando ogni pulsione populista pur di vivacchiare. Quello che serve all’Italia è un “governo di scopo” che abbia una largo consenso parlamentare, sulla base di un trasparente patto politico con il PdL e con altre forze disponibili, e che metta al centro poche, chiare priorità per far ripartire l’economia e sanare almeno parzialmente il baratro che separa cittadini, istituzioni e politica.

Nel nostro editoriale del 10 marzo ne avevamo identificati almeno quattro:

1) riforma della legge elettorale;

2) taglio dei costi della politica e trasformazione del Senato in Camera delle Regioni;

3) provvedimenti sul lavoro e il welfare, a partire da una drastica riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle nuove assunzioni;

4) pagamento immediato dei debiti della Pubblica Amministrazione.

Questi obiettivi, già oggi condivisi dalla maggioranza delle forze politiche - Partito Democratico in testa - rappresentano una piattaforma minima per partire, che potrebbe poi essere arricchita da riforme più incisive e strutturali su fisco, lavoro e istituzioni.

Questo è il progetto che Scelta Civica deve coerentemente perseguire, evitando di alimentare ogni equivoco che possa far pensare a un eccesso di tatticismo politico. Perché Scelta Civica non può in alcun modo avallare iniziative contrarie alla propria vocazione riformista e liberale, dove la responsabilità non ha nulla a che vedere con i generici proclami sul “nulla è scontato” e “nulla è escluso”, ma è, al contrario, forte consapevolezza della propria vocazione di baricentro riformatore.

Senza i voti di Scelta Civica il “piano A” di Bersani non potrà vedere la luce e la parola ripasserà immediatamente al Presidente Napolitano. Anche per questo è necessario dire con maggiore chiarezza che non siamo disposti a sostenere governicchi. Bisogna recuperare una centralità rispetto ai problemi degli italiani, piuttosto che inseguire un’immaginaria centralità nelle trattative politiche. Il linguaggio della verità è quello che i cittadini capiscono meglio, soprattutto in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo.

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