giovedì 31 luglio 2025

Marco Tosatti - Russofobia. Politici, ci Siete o ci Fate? Ecco perché sempre meno Persone Vanno a Votare. Pubblicato da 31 Luglio 2025Marco Tosatti

 

31 Luglio 2025


Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione due elementi sul “caso” della russofobia. Buona lettura e diffusione.

§§§

Per rinfrescare la memoria:

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Il primo è questo commento di Marco Travaglio pubblicato da Infosannio, che ringraziamo per la cortesia:

Russofobi col broncio

Scandalo, orrore, raccapriccio: il ministero degli Esteri russo copia i migliori quotidiani italiani e pubblica una lista di proscrizione con gli “esempi di russofobia”, fra cui alcune perle di Mattarella, Crosetto e Tajani. Il quale convoca l’ambasciatore Paramonov per chiedere “spiegazioni”. Noi vorremmo essere una mosca o – se mosca è troppo russofilo – una zanzara, per assistere allo storico incontro. Tajani redarguisce da par suo il diplomatico russo: “Come vi permettete di darci dei russofobi?”. E quello se la ride: “Pensavamo che per voi l’aggettivo russofobo non fosse un insulto, ma un complimento”. Poi consegna al presunto ministro un paio di volumi della Treccani con la lista degli episodi di russofobia promossi o istigati o tollerati dai governi Draghi e Meloni col consenso o nel silenzio di Mattarella:

direttori d’orchestra, artisti, intellettuali e sportivi cacciati-discriminati-perseguitati-insultati in quanto russi, balletti russi banditi dai teatri, corsi universitari su Dostoevskij sospesi, partnership scientifiche fra atenei italiani e russi cancellate, liste di proscrizione contro giornalisti russi e analisti italiani spacciati per putiniani e trascinati al Copasir e/o radiati dalle tv, vagonate di armi inviate all’Ucraina per “sconfiggere la Russia”, mega-piani di riarmo per l’auspicata guerra alla Russia. E, a mo’ di dedica, la lectio magistralis di Mattarella a Marsiglia che l’anno scorso paragonò la Russia attuale al Terzo Reich di Hitler, sconfitto soprattutto grazie al sacrificio dell’Unione Sovietica con 28 milioni di morti.

Tutte cose che parrebbero eccessive anche se fossimo in guerra con la Russia e risultano vieppiù incomprensibili in assenza di dichiarazioni di guerra di Roma a Mosca o viceversa. Anche perché chi le ha volute o avallate denuncia, giustamente, la peste gemella della russofobia: l’antisemitismo di chi confonde il governo israeliano col popolo ebraico. Ieri Mattarella ha attaccato l’“angosciosa postura aggressiva della Russia in Ucraina, un macigno sull’Europa” e poi i morti e la fame a Gaza, solo che lì non ha evocato né angosciose posture aggressive né macigni: ha deplorato, giustamente, la “diffusa tendenza alla contrapposizione irriducibile, alla intolleranza per le opinioni diverse dalle proprie, al rifugio in slogan superficiali e pregiudizi tra cui riaffiora gravissimo l’antisemitismo, che si alimenta anche di stupidità”. Ma lo stesso si può dire della russofobia di chi paragona ai nazisti i russi che li sconfissero, o esclude la Russia dalle celebrazioni per la liberazione di Auschwitz a opera della Russia, mentre finanzia e arma il battaglione Azov e altre nazi-milizie ucraine. Questi russofobi sono proprio dei bei tipi: se li chiami per nome, anziché appuntarsi al petto la sudata medaglia, si offendono.

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E il secondo è un post di Lavinia Marchetti, a cui va il nostro grazie:

I MOTIVI PER CUI NESSUNO VOTA PIÙ O NON HA MAI VOTATO.
di Lavinia Marchetti
Io non voto. Non per snobismo, ma per lucidità. Perché la democrazia rappresentativa è il travestimento ultimo della servitù volontaria. Una messinscena dove a decidere non è la volontà popolare, ma la compatibilità sistemica, il debito, l’algoritmo, lo spettro del rating.
Giuseppe Conte, l’ex giurista dell’emergenza permanente, oggi difende Sergio Mattarella come se fosse un perseguitato politico. Perché la Russia lo ha inserito in una lista di nomi sgraditi. Una lista, come quelle che i nostri simpatici giornali hanno usato per etichettare i ‘putiniani d’Italia’, spesso inventati di sana pianta, solo per condannare chi non recitava la parte assegnata nel copione atlantico. Nessun mandato di cattura. Nessun esilio. Solo propaganda che chiama altra propaganda. Una reazione diplomatica a parole cariche di retorica, pronunciate in una sede ufficiale. Niente che giustifichi la sceneggiata.
Mattarella, nel febbraio scorso, ha paragonato l’invasione russa dell’Ucraina alle guerre del Terzo Reich. Ha detto che l’aggressione russa è “della stessa natura”. Questa frase è un insulto alla storia, oltre che alla memoria. La Russia ha sacrificato ventisette milioni di vite contro il nazismo. Ha sepolto generazioni nel gelo e nel sangue. Ha fermato i carri armati a Stalingrado, quando in Europa molti ancora collaboravano.
Accostare Mosca al Terzo Reich è un gioco d’illusionismo verbale per menti pigre. Una trovata da illusionisti morali in cerca di applausi automatici. Serve a sterilizzare qualsiasi voce fuori spartito, a nobilitare la guerra in doppiopetto, a conferire patenti etiche al business delle armi. E soprattutto a preservare l’Occidente nella sua ossessione per il presente armato, dove chi colpisce per primo detta la versione ufficiale dei fatti.
Conte questo lo sa. Ma Conte è lo stesso che firmava DPCM a orologeria, che parlava al Paese come un parroco ansioso, che chiudeva tutto ma lasciava aperto Amazon. Ora finge indignazione per difendere Mattarella, Tajani, Crosetto. Le colonne portanti dell’ipocrisia istituzionale.
Questo Paese ha bisogno di verità, non di attori. La Russia ha risposto a una provocazione con una nota. Non c’è nessun pericolo. Non c’è nessun regime alle porte. C’è solo il solito teatrino della politica italiana, dove anche i difensori della pace si inchinano all’apparato bellico quando serve:

...Che esseri schifosi..!

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