Aumentano i suicidi tra i soldati israeliani che non vogliono più tornare al fronte. La brutalità della carneficina che stanno commettendo contro la popolazione palestinese sta distruggendo le loro menti. La sindrome post-traumatica da stress di cui sono affetti i soldati dell’Idf, soprattutto i riservisti, li porta al suicidio per evitare di continuare a combattere.
L’Idf ha attivato anche una linea di supporto attiva 24 ore su 24 per i soldati affetti da distress psicologico. Una situazione che non è una novità per l’Università di Tel Aviv che da anni monitora il disagio psicologico dei soldati dell’esercito israeliano, in collaborazione con il centro MAPS Israel, un istituto di ricerca che promuove l’utilizzo delle sostanze psichedeliche in ambito terapeutico
MAPS Israel, che è il maggior affiliato della sede originaria MAPS Usa, ha infatti condotto uno studio su 400 sopravvissuti all’attacco del 7 ottobre, HealingOct7, uno studio che si basa sulla terapia di gruppo per trattare il disturbo da stress post-traumatico di tre gruppi con l’MDMA: i partecipanti al Nova festival; i residenti della regione di confine di Gaza; e soldati israeliani che hanno prestato servizio nella zona.
Terapie con l’MDMA per i soldati israeliani
L’MDMA è una sostanza psichedelica che favorisce l’accettazione e l’elaborazione delle memorie traumatiche. I veterani statunitensi vengono infatti da anni trattati con questo tipo di terapie. Anche nel caso dei soldati dell’Idf, questa sostanza viene usata per far sì che possano accettare gli orrori commessi, giustificando lo sterminio e le violenze.
L’obiettivo del centro, secondo il cofondatore il dottore Tzarfaty, inoltre, è quello di creare un modello di terapia collettiva che possa universalmente aiutare le persone. In realtà, questo modello è piuttosto elitario dato che si tratta di uno studio da 2 milioni di dollari, condotto da psicoterapeuti in resort di lusso proprio a pochi chilometri da dove avviene il genocidio palestinese, dove Israele crea realmente un trauma collettivo ad un’intera popolazione.
A prendere parte a questo tipo di sperimentazione sono anche i rabbini sionisti, in veste di psichiatri e terapeuti, che utilizzano questa sostanza come mezzo di “guarigione spirituale” e “ravvicinamento alla dottrina sionista. Tutto ciò contribuisce al capitalismo delle startup farmaceutiche, mettendo il progresso scientifico al servizio della guerra e del genocidio.
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