PS: Finalmente è nato il nuovo PDD: PARTITO DESTRA DEMOCRATICA , con Renzi Segretario, Berluscini Presidente e l'On. Santanchè candidata unica per la carica di Primo Ministro....era ora!
umberto marabese
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Terminato il faccia a faccia ad alta tensione che rischia di provocare uno strappo tra i democratici e nella maggioranza di governo, il segretario dem lancia chiaro messaggio ad Alfano: "Sì a modello che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli". Poi apre alle altre forze politiche. All'orizzonte un accordo di massima sul modello ispanico modificato. Lunedì la direzione democratica voterà il testo della riforma.
ROMA - Se si tratti o no del modello ispanico corretto, Matteo Renzi non lo vuole dire. Vero è che la "profonda sintonia" che lo accomuna a Silvio Berlusconi sulle modalità con cui metter mano a una legge elettorale - il Porcellum - che la Consulta ha già provveduto a bocciare impietosamente, si basa su due cardini ben precisi. A sottolinearli ci pensa lo stesso Renzi nel corso della (breve) conferenza stampa convocata al termine del (lungo) faccia a faccia col Cav in casa del Pd: "Favorire governabilità e bipolarismo da un lato - dice il leader dem - ed eliminare il potere di ricatto dei partiti più piccoli". Un messaggio chiaro al vicepremier Angelino Alfano e al suo Nuovo centrodestra, bersaglio dell'affondo contro i 'partitini'. E a chi gli chiede se, di fatto, assieme all'ex premier si sia deciso di procedere con il modello spagnolo rivisitato, la risposta è stata: "Non ci resta che attendere il lavoro che presenteremo lunedì". Già, perché lunedì prossimo - dopodomani - alle 16 la direzione del partito potrà esprimersi su un testo che per allora dovrà essere definito....
"C'è una profonda sintonia - aveva sottolineato qualche minuto prima Renzi nell'esordire dinanzi ai giornalisti - tra le proposte del Pd e quelle che abbiamo discusso oggi con Berlusconi su tre temi delicati e capaci di segnare la svolta: la riforma del titolo V, con l'eliminazione dei rimborsi ai gruppi consiliari regionali; la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie senza elezione diretta dei senatori (altro messaggio indirizzato a Ncd, ndr); e la riforma delle legge elettorale" su cui annuncia: "Abbiamo condiviso un'apertura alle altre forze politiche per scrivere il testo della legge che, se nelle prossime ore saranno definiti i dettagli, presenteremo alla direzione del partito che lunedì alle 16 lo voterà".
Un'intesa, dunque, sulla riforma del Porcellum che sconquassa il Pd e che divide la maggioranza. Un faccia a faccia, quelli di oggi, che scatena il caos politico. Attorno alle 15 Renzi varca per primo l'ingresso del Nazareno - blindatissimo per l'occasione -, dove a ridosso delle 16 arriva pure il leader di Forza Italia condannato in Cassazione per frode fiscale. Assieme a Renzi, c'è il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini. Con Berlusconi - che entra da un ingresso secondario e che dopo più di due ore lascerà via Sant'Andrea delle Fratte dileguandosi con la scorta senza rilasciare dichiarazioni - il 'fedelissimo' Gianni Letta. Un cordone di forze dell'ordine ha tenuto lontani curiosi e giornalisti per lasciar passare, tanto all'entrata quanto all'uscita, la macchina dell'ex premier.
LA CONFERENZA STAMPA IN DIRETTA / SCHEDA: LEGGE ELETTORALE, I 3 MODELLI
All'arrivo di Berlusconi un piccolo gruppo di manifestanti, tra cui alcuni esponenti del Popolo Viola, ha gridato: "vergogna, vergogna" e poi "non si tratta con i criminali". Sono state lanciate anche alcune uova che hanno colpito la macchina dell'ex premier.
Si tratta indubbiamente di un pomeriggio ad altissima tensione per la maggioranza: è la 'prima volta', infatti, che Berlusconi mette piede in casa del Partito democratico. L'incontro con Renzi sulla riforma della legge elettorale si svolge nella stanza in cui campeggia il quadro che ritrae Fidel Castro e Che Guevara. L'ha annunciato, peraltro, lo stesso segretario dem ieri sera alle Invasioni barbariche. A quanto si apprende, il primo a prendere la parola è stato il padrone di casa, che ha illustrato a Berlusconi la propria visione. Secondo fonti di maggioranza, il modello che Renzi ha proposto a tutti i suoi interlocutori, e di cui nelle ultime ore ha discusso con l'ex premier, è il modello spagnolo 'made in Italy' con due tipi di soglie, al 4-5% e all'8% a seconda che ci sia o meno un apparentamento. Resta da capire se Berlusconi darà il via libera in mancanza di un assenso del Pd sull'election day. Renzi ha detto infatti di non essere disponibile a subire ricatti.
Un faccia a faccia, quello di oggi, su cui rischia di consumarsi uno strappo nel Pd. E un colpo letale per il governo, stando almeno a quanto minacciano i bersaniani e i vari centristi della coalizione che appoggia il premier Enrico Letta. L'eco delle fibrillazioni che minacciano l'Esecutivo spinge il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a dire: "Non è compito nostro pronunciarci, noi chiediamo stabilità e capacità di governare". Ma mentre il colloquio in casa Pd è in corso, a intervenire da Pesaro è Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti in quota Ncd, che definisce "inaccettabile" quel che sta accadendo: "Renzi e Berlusconi - ha attaccato - hanno il diritto di incontrarsi e di dialogare, ma non è accettabile che due partiti si mettano d'accordo per eliminare gli altri partiti con una legge".
La lunga giornata di Renzi è cominciata, a Firenze, con un incontro con Scelta civica. Il segretario, Stefania Giannini, uscendo da Palazzo Vecchio dice: "Se con Berlusconi si andasse a un'intesa sul modello spagnolo nella forma in cui è stato presentato, sarebbe un tavolo parallelo e allora credo che ci sarebbero dei problemi". Ma quando ormai il summit al Nazareno stava volgendo al termine, a parlare è Renato Balduzzi, deputato di Sc. Che ribalta le dichiarazioni della Giannini e sull'ispanico modificato afferma: "Potrebbe tenere insieme i diversi ingredienti di una legge elettorale adatta al nostro Paese".
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Tuttavia, il problema principale resta quello del rapporto tra il segretario Pd e il premier Letta. Un rapporto che si è ormai logorato tanto che il presidente del Consiglio minaccia apertamente le dimissioni: "Avanti così e mi dimetto", sono state le sue parole. Di sicuro non sono state d'aiuto le parole pronunciate ieri sera da Renzi nella trasmissione di Daria Bignardi: "Letta? Lo stimo molto quando si occupa di esteri". E poi l'ironia: "Diamo un hashtag: Enrico stai sereno. Nessuno ti vuole prendere il posto".
Intanto i militanti democratici si mobilitano sul web e scelgono l'ironia per criticare la scelta di Renzi di incontrare il Cavaliere, perdipiù al cospetto di un celebre ritratto fotografico in cui Che Guevara e Fidel Castro giocano a golf. Giampaolo Angius, ad esempio, scommette che gli eroi della rivoluzione cubana non attenderanno l'arrivo del Cavaliere. "Oggi incontro nella sede del pd tra Renzi e Berlusconi sotto la storica immagine che ritrae Che Guevara. Nella foto", scrive su Facebook. Ma l'istantanea di Che Guevara e Fidel Castro non c'è più. Al centro della cornice una scritta: "Torno domani". Mentre Mariano Occhionero commenta caustico: "Silvio in visita al Pd? E dove lo tenete il palo della lapdance?"
http://www.repubblica.it/politica/2014/01/18/news/governo-76264722/
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