PS: " L'incubo della povertà assoluta.
Sono oltre 1 milione i minori che vivono in povertà assoluta, il 30% in
più nel 2012, pari a 1 minore su 10,"....E poi molti del Pd, e non solo..., danno dei fascisti ai molti che stanno protestando in tutta Italia. Forse non hanno capito che in piazza non ci sono i partiti....nessuno....tanto meno i sindacati....nessuno.....che sono quelli inciuciati che in questo momento sostengono questi governi che stanno affamando la maggior parte del popolo, quindi...."avanti popolo"...unici leggittimati a protestare anche un po' incavolati, per adesso, domani sarà un altro giorno...!
umberto marabese
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Il rapporto di Save the Children "L'Italia Sottosopra". Un milione e 344
mila in condizioni di disagio abitativo; 650.000 in Comuni in default o
sull'orlo del fallimento; 138 euro al mese il taglio dei consumi nelle
famiglie con bambini; 11 euro il budget familiare mensile per libri e
scuola e 23 euro per tempo libero, cultura e giochi.
ROMA -
Una tenaglia di povertà e deprivazione, che giorno dopo giorno stringe
ai fianchi sempre più bambini e adolescenti, costringendoli a vivere un
presente con pochissimo "ossigeno": cibo al discount, pochi o nessun
libro, scuola solo la mattina senza neanche un'ora in più per attività
di svago e socializzazione, e poi a casa, in uno spazio piccolo e
soffocante, nient'altro da fare nel tempo libero perché non ci sono
soldi e gli aiuti che arrivano dai servizi sociali se ci sono, sono
pochi, perché il Comune è in default......
Il contrario di come dovrebbe essere.
È il contrario di ciò che dovrebbe essere l'infanzia e di come
dovrebbe essere il nostro Paese per le sue giovani generazioni quanto
emerge ne "L'Italia SottoSopra", il 4° Atlante dell'Infanzia (a rischio) in Italia di Save the Children,
diffuso stamattina alla presenza, tra gli altri, del Ministro del
Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini, dell'Autorità
Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza Vincenzo Spadafora, del Dirigente
nel Servizio Studi di Struttura Economica e Finanziaria della Banca
d'Italia Paolo Sestito, del Direttore Dipartimento Statistiche Sociali
ed Ambientali ISTAT Linda Laura Sabbadini (diretta twitter
#ItaliaSottosopra)......
L'incubo della povertà assoluta.
Sono oltre 1 milione i minori che vivono in povertà assoluta, il 30% in
più nel 2012, pari a 1 minore su 10,..... documenta "L'Italia SottoSopra"
con l'aiuto anche di 50 mappe; 1 milione e 344 mila vivono in condizioni
di disagio abitativo; 650.000 in comuni in default o sull'orlo del
fallimento, e per la prima volta è di segno negativo la percentuale di
bambini presi in carico dagli asili pubblici, scesa dello 0,5%. Il 22,2%
di ragazzini è in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità: il
cibo buono costa e le famiglie con figli hanno ridotto i consumi e gli
acquisti (-138 euro in media al mese), anche alimentari; 1 bambino su 3
non può permettersi un apparecchio per i denti. 11 euro mensili il
budget delle famiglie più disagiate con minori, per libri e scuola, una
cifra 20 volte inferiore a quella del 10% delle famiglie più ricche; sui
24 paesi Ocse, Italia ultima per competenze linguistiche e matematiche
nella popolazione 16-64 anni e per investimenti in istruzione: +0,5% a
fronte di un aumento medio del 62% negli altri paesi europei (Ocse);
sono 758.000 gli early school leavers1 e oltre 1 milione i giovani
disoccupati.
Stretti in una morsa. "In questa
fase di crisi i bambini e gli adolescenti si ritrovano stretti in una
morsa - commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children
Italia - da una parte c'è la difficoltà di famiglie impoverite spesso
costrette a tagliare i consumi per arrivare alla fine del mese,
dall'altra c'è il grave momento che attraversa il Paese, con i conti in
disordine, la crisi del welfare, i tagli dei fondi all'infanzia,
progetti che chiudono. In mezzo, oltre un milione di minori in povertà
assoluta, in contesti segnati da disagio abitativo, alti livelli di
dispersione scolastica, disoccupazione giovanile alle stelle. Un numero
così grande e crescente di minori in situazione di estremo disagio - ha
aggiunto Neri - ci dice una cosa semplice: la febbre è troppo alta e
persistente e i palliativi non bastano più, serve una cura forte e
strutturata".
Qual è la cura. "E la cura è,
secondo Save the Children ma anche istituzioni autorevoli come la Banca
d'Italia e l'Ocse - ha proseguito Neri - investire in formazione e
scuola di qualità, laddove l'Italia è all'ultimo posto in Europa per
competenze linguistiche e matematiche della sua popolazione. La
recessione non è iniziata soltanto 5 anni fa in conseguenza della crisi
dei mutui subprime o degli attacchi speculativi all'euro, ma affonda le
sue radici nella crisi del capitale umano, determinata dal mancato
investimento, a tutti livelli, sui beni più preziosi di cui disponiamo: i
bambini, la loro formazione e conoscenza. Sotto questo aspetto,
l'Atlante non offre solo una mappa di ciò che non va, ma mostra bene in
controluce ciò che si può e si deve fare per rimettere a posto le cose".
La crisi nel carrello.
Tra il 2017 e il 2012, la spesa media mensile dei nuclei con bambini si
è ridotta di 138 euro (pari al 4,6%), quasi il doppio rispetto a
quanto accaduto sul totale delle famiglie. I tagli sono andati a colpire
soprattutto l'abbigliamento, i mobili e elettrodomestici, la cultura,
il tempo libero e i giochi: quelli più consistenti si registrano al Sud
e al Centro (rispettivamente - 2,56 e 1,82) per quanto riguarda il
vestiario, al Nord per la sanità (-0,66%) e nuovamente nel Mezzogiorno
per il tempo libero e la cultura (-0,90 punti percentuali). Per quanto
riguarda la spesa alimentare, nel 2012 il 66% di famiglie con figli -
ovvero ben 4 milioni 400 mila nuclei familiari con prole - ha ridotto la
qualità/quantità della spesa per almeno un genere alimentare.
Il default dei servizi sociali e degli enti locali.
Sono oltre 650 mila i minori che vivono in comuni completamente
falliti (72) o sull'orlo della bancarotta (52). Amministrazioni
costrette ad alzare al massimo le tasse per le prestazioni fondamentali o
anche a ridurre alcuni servizi cruciali, come si evince dal calo
(-0,5%) - per la prima volta dal 2004 - di bambini iscritti agli asili
comunali nel 2011-2012.
L'ascesa della povertà infantile.
Dal 2007 al 2012 i minori in povertà assoluta sono più che raddoppiati,
passando da meno di 500 mila a più di un milione. Solo nel 2012, il
loro numero è cresciuto del 30% rispetto all'anno precedente, con un
vero e proprio boom al Nord (+ 166 mila minori, per un incremento del
43% rispetto al 2011) e al Centro (+41%). Il Sud già fortemente
impoverito ha conosciuto un aumento relativamente più contenuto (+20%) e
raggiunto la quota stratosferica di mezzo milione di minori nella
trappola della povertà.
Ma chi sono i bambini che non hanno il
necessario per una vita dignitosa? Sono i figli di genitori disoccupati
(+8,5% il tasso di povertà assoluta nelle famiglie senza occupati),
oppure monoreddito ( +3,1% l'escalation della povertà), o ancora
bambini i cui genitori hanno un livello d'istruzione basso. Fra i nuclei
familiari con capo-famiglia privo di titolo di studio, l'incidenza
della povertà assoluta è stata del 3,1%.
Il nesso stretto tra povertà economica ed educazione.
"Tra povertà economica e povertà educativa c'è una stretta relazione e
l'una alimenta l'altra in un circolo perverso", sottolinea Raffaela
Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children Italia. "Se
si comparano i consumi di una famiglia in povertà con una benestante,
si rileva che, nella prima, le spese per il pane e il cibo assorbono
quasi il 35% del reddito mensile a fronte dell'11% circa di una famiglia
più agiata. Così, i meno abbienti cercano di risparmiare dove possono e
finisce che all'istruzione - libri scolastici, lezioni private, rette -
possano destinare appena 11 euro al mese e 24 alla cultura, tempo
libero e gioco a fronte dei 360 euro delle famiglie più abbienti.
Questo deficit di spesa educativa delle famiglie in povertà non è
compensato da investimenti pubblici su welfare ed educazione, con il
risultato che i bambini più poveri vivono una gravissima contrazione
delle opportunità educative indispensabili per la loro crescita".
Minori sotto sfratto.
Negli ultimi 5 anni sono stati emessi quasi 300 mila provvedimenti di
sfratto per morosità e ne sono stati eseguiti 100 mila. Nel 2012 le
ingiunzioni per morosità hanno superato, per la prima volta, quota 60
mila: ogni 10 sfratti emessi, 9 sono dovuti alla difficoltà o
impossibilità delle famiglie di fare fronte alle spese per la casa.
Un'incertezza abitativa che va di pari passo con la precarietà di molte
sistemazioni: 1 milione e 344 mila tra bambini e ragazzi, il 12% della
popolazione di riferimento, vive in situazioni di particolare disagio -
sovraffollamento, alloggi privi di alcuni servizi e con problemi
strutturali - con un incremento del 25% rispetto al 2007.
Crescere nell'Italia SottoSopra.
La povertà nel suo senso più ampio - basso reddito, disoccupazione,
mancanza di supporti emotivi e psicologici, mancanza di protezione
ambientale - rappresenta il maggior "determinante di salute", cioè ha un
impatto rilevante e in negativo sulla speranza di vita e la salute
media. "Studi autorevoli confermano anche la stretta relazione fra i
bassi livelli di istruzione delle madri e degli stessi ragazzi e
l'insorgenza di alcune patologie come l'obesità. Al crescere
dell'istruzione da parte delle madri aumenta il loro grado di
consapevolezza sul reale stato di salute dei figli e ciò costituisce un
fattore importante di prevenzione e riduzione del rischio", spiega
ancora Raffaela Milano.
Povertà educativa. Il
capovolgimento dell'Italia SottoSopra, oltre che da fattori contingenti,
è prodotto dalla debolezza strutturale del suo capitale umano,
caratterizzato da un diffuso analfabetismo funzionale. L'Italia è in
ultima posizione fra i 24 paesi Ocse per competenze linguistiche e
matematiche3. In particolare è il fanalino di coda in quanto a
percentuale di individui (16-64 anni) intervistati con un punteggio
intermedio (3) o superiore (4 o 5) nella scala delle competenze
linguistiche (250 il punteggio del nostro paese a fronte di una media
Ocse di 277). I dati riflettono in parte le competenze limitate della
popolazione più anziana (55-65 anni), mentre le fasce più giovani (16-24
anni) mostrano un recupero di oltre 20 punti sia in lingua che in
matematica, ma il progresso non è sufficiente ad eguagliare le
performance della media Ocse: i laureati italiani, in quanto a capacità
linguistiche, fanno mediamente peggio dei diplomati di Australia,
Giappone, Finlandia e Paesi Bassi.
Il Sud penalizzato.
A fronte di ciò, la spesa pro-capite per gli studenti della scuola
primaria e secondaria è rimasta di fatto invariata (con un incremento
minimo dello 0,5% in termini reali fra il 1995 e il 2010), mentre nei
paesi Ocse l'investimento per le stesse voci aumentava in media del 62%.
E negli ultimi 5 anni la spesa delle famiglie per l'istruzione,
cresciuta di poco al Nord e al Centro per effetto dei rincari di servizi
e materiali, è invece scesa leggermente proprio nelle regioni più
impoverite del Mezzogiorno.
L'ascensore rotto della scuola.
In un quadro di depotenziamento della scuola non stupisce se essa fa
più fatica ad attrarre e trattenere gli studenti più disagiati,
impedendone la dispersione e favorendone il rafforzamento delle
competenze. Nel quinquennio 2002-2007, la percentuale di giovani con un
basso livello di istruzione si era ridotta di 4,5 punti in percentuale,
quasi un punto all'anno; dal 2007 al 2012, i cosiddetti early school
leavers fermi alla sola licenza media hanno preso a scendere al ritmo
ben più lento dello 0,4%, passando in 5 anni dal 19,7% all'attuale 17,6%
per un esercito di 758 mila giovani con bassi titoli di studio e fuori
dal circuito formativo: 5 punti percentuali in più della media europea.
Ragazzi che spesso vanno ad accrescere il numero di disoccupati che, nel
luglio 2013, hanno raggiunto la cifra record di oltre 1 milione di
under 30 e la spaventosa percentuale del 41,2% fra i 15-24enni.
Le Aree ad Alta Densità Educativa.
"L'intensa povertà e deprivazione in cui vivono sempre più bambini,
adolescenti e giovani, vuol dire innanzitutto riduzione delle libertà di
scelta, privazione di opportunità, chiusura di orizzonti, impossibilità
di fissare e raggiungere traguardi. Ancora prima della mancanza di
reddito è questa la povertà che spezza le gambe: una condizione che si
può contrastare solo tornando ad investire sulla educazione. Serve più
scuola, e di prim'ordine e, allo stesso tempo, servono territori ad alta
densità educativa, dove tutti i bambini, senza alcuna eccezione,
possano non solo studiare ma fare attività ugualmente rilevanti, come
sport, musica, gioco, stare insieme, scoprendo le proprie passioni e
talenti e imparando a pensare il futuro in modo aperto", spiega ancora
Raffaela Milano.
Gli esempi cui ispirarsi. "Non mancano gli esempi cui ispirarsi per ribaltare l'Italia sottosopra.
Basta guardare a progetti come INVFactor del Cnr- Irps che, attraverso
un concorso per la migliore invenzione realizzata, sta portando alla
luce la creatività e intelligenza di tanti studenti di istituti tecnici
italiani, la rete delle orchestre giovanili, le esperienze di contrasto
alla dispersione scolastica che incidono non solo sulla didattica nelle
classi, ma anche sul rafforzamento delle opportunità educative fuori da
scuola, sui territori".
http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2013/12/10/news/save_the_children-73183238/
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