Durante i suoi 27 anni di carcere il premio
Nobel per la Pace Nelson Mandela ripeteva una poesia di Henley:
"Invictus". Popoff ha deciso di ricordarlo dedicandogli e dedicandovi
quei versi.
di Franco Fracassi
Nelson Mandela è morto. Popoff ha deciso di onorare la sua memoria ricordando una poesia, che il premio Nobel per la Pace aveva l'abitudine di ripetere spesso durante i ventisette anni che passò in carcere.
La poesia si chiama "Invictus", che il latino vuol dire "Mai sconfitto". È stata scritta nel 1875 dal poeta inglese William Ernest Henley. All'età di dodici anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica a Londra. Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all'età di venticinque anni lo costrinse all'amputazione di una gamba per sopravvivere. Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa trent'anni con una protesi artificiale, fino all'età di cinquantatré anni. Henley era amico di Robert Louis Stevenson, che si ispirò a lui per il personaggio di Long John Silver ne "L'isola del tesoro". La poesia "Invictus" fu scritta proprio sul letto di un ospedale.
Eccola:
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Buia come un pozzo che va da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per l'indomabile anima mia......
Nella feroce stretta delle circostanze
Non mi sono tirato indietro né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo d'ira e di lacrime
Si profila il solo
Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=92575&typeb=0&Mandela-l-Invicibile-Io-capitano-della-mia-anima
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