“Per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare”, disse Voltaire.
Ora che un giudice (che non ci è permesso criticare) ha condannato il senatore Pillon per aver detto che “le iniziative di informazione contro l’omofobia dell’associazione con gli studenti degli istituti superiori fossero in realtà degli inviti ad avere rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso”. Ora sappiamo che non solo ci comandano i giudici, ci comandano le associazioni LGBT.
Abbiamo visto al Convegno di Verona che si possono insultare e diffamare e calunniare liberamente i sostenitori della famiglia naturale. Persino Di Maio ha potuto chiamarli “estrema destra di sfigati”: sensibile com’è al potere, ha capito – e ci ha fatto capire – che quelli non comandano affatto. Nella nuova “Libertà” totalitaria non solo si può criticare chi “Non comanda”: lo si può disprezzare, sputacchiare. Si può dire e scrivere: “Salvini al muro, a piazzale Loreto”: questo fa capire che non comanda. Per essere equanimi: potete chiamare Matteo Renzi “kazzaro” impunemente: vuol dire che non comanda nemmeno lui...
Provate a scriverlo di quello del Colle (non faccio nome) o di un giudice, o di un LGBT: e imparerete sulla vostra pelle chi comanda nella vostra società.
Sono gruppi che sarà bene nemmeno nominare. Chissà che la semplice parola “sodomiti”, pederasti, li faccia sentire offesi: ti denunciano e la magistratura gli dà ragione e ti impone di pagare loro dei danni. Bocche cucite.
Non dico di più perché, come giornalista e blogger, posso essere condannato a pagare danni che mi rovineranno economicamente. Perché il metodo di stroncare l’informazione libera – che non può essere se non critica del potere reale – e senza appoggi potenti (come quella di noi poveracci su internet) non è che rischi la galera, che può essere anche una gloria; no, ti chiedono soldi. Soldi che non hai. E così ti fanno tacere.
Nei giorni scorsi abbiamo saputo che Oscar Giannino ha subito il pignoramento di praticamente tutti i suoi beni, 144.342 milioni, a dirigenti RAI che aveva indicato come “lottizzati” in un articolo di 11 anni fa (vedi sotto).
Ora, di Giannino, che s’inventò una superlaurea alla Chicago School, è permesso avere il giudizio più negativo, ed anche del suo modo settario di fare il giornalista economico. Ma attenzione: egli è stato condannato a pagare 144 mila euro, con pignoramento forzoso, per aver citato dei dirigenti Rai come lottizzati. Dirigenti Rai lo hanno denunciato perché a sentirsi indicare come lottizzati si sono sentiti diffamati, offesi e – soprattutto, attenzione- danneggiati. Per questo il giudice che ha dato loro ragione ha disposto il risarcimento del danno che hanno subito.
Ma quale “danno”, scusate? Chiedo rispettosamente agli esimi e non-criticabili magistrati. Forse che dopo l’articolo di Giannino quelli hanno perso il posto? No. Sono sempre lì a dirigere la Rai. Sono stati in qualche modo ostacolati nella carriera o nella società che frequentano? Sono influenti come prima. Hanno avuto una diminuzione degli stipendi? Sempre lì a guadagnare sui 240 mila euro l’anno, come ha recentemente ricordato la Gabanelli.
Porto la vostra attenzione sulle cifre relative. 240 mila euro l’anno si prendono questi, che non è permesso criticare; e i 144 mila euro per Oscar Giannino sono la rovina economica. Come spiega lui:
“ Ho appreso in mezz’ora, per effetto della decisione del giudice civile, sentenza passata in giudicato ed esecuzione, di esser stato pignorato per la cifra di 144.342 euro al Sole. E non essendo dipendente ma collaboratore a contratto non ho la tutela del quinto dei compensi come massimo pignorabile – e in banca, che necessariamente congela conto e ogni carta credito e bancomat. Ergo, a conti e retribuzione bloccata, e non potendo vivere in tali condizioni né pagare affitto né pensare ai miei figli né potendo vendere proprietà che non ho, l’unica è indebitarsi e passare ora un certo periodo della vita a ripagare il prestito. E tutto questo per aver scritto che la RAI è lottizzata?”.
Già. Si è tentati di osservare che Giannino ha pagato caro per una volta che ha detto la verità – ma è una battuta da cui mi affretto a dissociarmi: non perché tema che Giannino mi quereli, ma perché temo che mi querelino i dirigenti da 240 mila l’anno e poltrona calda e sicura, sapendo che i giudici daranno ragione a loro – e non a me. Io non ho che la mia pensione, sei volte inferiore ai loro emolumenti, e il trilocale a Corsico. Ho avuto già una spesa giudiziaria di questo genere, che mi è costata qualche migliaio di troppo. Ho un’altra vertenza in corso, che comunque mi costerà. La sola consolazione e speranza mi viene dall’efficienza della Giustizia Italiana: essa ha spogliato Oscar Giannino per un articolo di 11 anni fa. Posso sperare che quando si avventerà su di me, io non ci sarò più.
Comunque sia, la vicenda di Giannino è una lezione ed un avvertimento per tutti noi che cerchiamo di fare informazione: nessun danno subisci se dici menzogne, ma se dici la verità rischi anche le mutande. Cari lettori, non vi stupite se non parlerò più di quelli che non è permesso criticare.
Adesso capite chi comanda. Oltre ai Ricchi di Stato, anche gli LGBT comandano. E vi rovinano se non li lodate e li adulate e favorite le loro “informazioni di sensibilizzazione” nelle scuole. Il messaggio è: “Taci. Comportati bene. Resta in riga, obbedisci all’ideologia”, come ha detto Tulsi Gabbard a proposito dell’arresto di Julian Assange. E’ l’Occidente delle “Libertà” – per i
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