Riprendo qui una informazione che devo al lettore “IVO” e merita approfondimento-
“Douglas Rushkoff, definito dal MIT “uno dei dieci più influenti intellettuali”, è stato “affittato” (alla modica cifra che lui descrive come “la metà del mio salario annuale da professore”) per celebrare una lezione riguardo “il futuro della tecnologia”.
Mentre si stava preparando ad andare sul podio dove già si immaginava di dover parlare ad una platea di banchieri d’affari (con quello che l’hanno pagato se ne aspettava una sala piena) che presumeva volessero un aggiornamento riguardo tecnologie, per i loro investimenti, alla fine si è ritrovato in una saletta verde con un pugno di persone (ricchissimi ed influenti banchieri mondiali) la cui unica preoccupazione sembrava essere “quando scoppierà (non se scoppierà, ma quando) la rivoluzione popolare che li obbligherà a nascondersi e fortificarsi, cosa potranno fare per uscirne immuni?”.
Domande del tipo “quale moneta potremo usare per assicurarci che la nostra sicurezza privata non ci tradisca”, “forse c’è un sistema per controllare il cibo (visto che la moneta varrà zero) per mantenersi in sicurezza”. ecc ecc. Perchè alla fine lo sanno (basta guardarsi in giro) che questo sistema non è sostenibile per il genere umano e prima o poi (non tanto lontano da oggi) imploderà con un boato che risuonerà per un secolo a venire. Se qualcosa non cambia radicalmente, e velocemente. qui potete leggere quell’articolo. lo consiglio. https://medium.com/s/future…....
The survival of the richest
– la sopravvivenza del più ricco – è il titolo, che fa il verso al darwinistico “la sopravvivenza del più adatto”, con cui Rushkoff racconta la sua strana esperienza coi miliardari Vale la pena di tradurlo.
Rushkoff riporta le domande assillanti che questi miliardari gli hanno posto:
“Quale regione sarà meno colpita dalla prossima crisi climatica: Nuova Zelanda o Alaska? E’ vero che Google sta costruendo una “casa” per il cervello di Ray Kurzweil? E la sua coscienza vivrà attraverso la transizione, o morirà e rinascerà come una completamente nuova? Infine, l’amministratore delegato di una casa di brokeraggio ha spiegato che aveva quasi completato la costruzione del proprio sistema di bunker sotterraneo e ha chiesto: “Come posso mantenere l’autorità sulla mia squadra di guardie del corpo dopo l’evento?”
Quale evento?
“L’evento. Questo è stato il loro eufemismo per qualunque catastrofe apocalittica: collasso ambientale, disordini sociali, esplosione nucleare, il virus inarrestabile o il trucco di Mr. Robot che elimina tutto”.
“…Sapevano che sarebbero state necessarie delle guardie armate per proteggere i loro composti dalle folle inferocite. Ma come avrebbero pagato le guardie una volta che i soldi non avessero valore? Cosa impedirebbe alle guardie di scegliere il proprio capo? I miliardari consideravano l’uso di speciali serrature a combinazione a protezione delle scorte alimentari che solo loro conoscevano. Oppure: si può fare in modo che le guardie indossino collari disciplinari di qualche tipo in cambio della loro sopravvivenza? O forse costruendo robot come guardie e lavoratori – se la tecnologia sarà sviluppata in tempo.
Effettivamente, dice Rushkoff, questi signori si interessavano davvero al futuro delle tecnologie. Si interessavano al progetto di ELon Musk di colonizzare Marte , di Peter Thiel che sta invertendo il processo di invecchiamento, o Sam Altman e Ray Kurzweil che progettano di caricare le loro menti in supercomputer. Però si stanno preparando per un futuro digitale che nulla aveva a che fare con il rendere il mondo un posto migliore – e tutto, invece, su come loro potessero trascendere completamente la condizione umana e isolarsi da un pericolo reale e presente :
siano cambiamenti climatici, innalzamento del livello del mare, migrazioni di massa, pandemie globali, panico nativista e esaurimento delle risorse. A loro, il futuro della tecnologia interessa solo per una cosa: la fuga. Come evadere, scappare dal mondo che hanno creato.
Una scialuppa di salvataggio per l’elite.
“Questa loro spinta verso un’utopia postumana è un’altra cosa. Non è la migrazione totale dell’umanità verso un nuovo stato dell’essere; è trascendere tutto ciò che è umano: il corpo, l’interdipendenza, la compassione, la vulnerabilità – e la complessità. Come i filosofi della tecnologia sottolineano da anni, ora la visione transumanista riduce troppo facilmente tutta la realtà ai dati, concludendo che “gli esseri umani non sono altro che oggetti di elaborazione delle informazioni “.
“È la riduzione dell’evoluzione umana a un videogioco che qualcuno vince trovando il portello di fuga, da dove fuggire insieme ad alcuni amici. Sarà Musk, Bezos, Thiel … Zuckerberg?
[…]
“Questo ha liberato tutti dalle implicazioni morali delle loro azioni. Lo sviluppo della tecnologia diviene meno uno sforzo verso la prosperità collettiva, che un investimento per la sopravvivenza personale. Ed ho appreso per esperienza che esprimere obiezione su questa deriva ti fa bollare come un nemico del “mercato” o un brontolone sorpassato anti-tecnologia.
“sicché, invece di analizzare se è etica la pratica di impoverire e sfruttare i molti a favore di pochi, la maggior parte degli accademici, giornalisti e scrittori di fantascienza consideravano invece enigmi più astratti e fantasiosi: è giusto che un trader di Wall Street usi farmaci che aumentano l’intelligenza? Bisogna fornire ai bambini protesi per le lingue straniere ? Vogliamo che i veicoli autonomi diano priorità alla vita dei pedoni rispetto a quelli dei suoi passeggeri? Le prime colonie di Marte dovrebbero essere gestite come democrazie ? Cambiare il mio DNA mina la mia identità ? I robot dovrebbero avere diritti ?”
“Lasciarsi alle spalle il corpo, e i propri peccati”
Così pensando, ponendosi falsi problemi etico-tecnologici, i miliardari hano “de localizzato” i problemi fuori della loro vista: “le più devastanti conseguenze del capitalismo digitale pedal-to-the-metal ricadono sull’ambiente e sui poveri globali. La fabbricazione di alcuni dei nostri computer e smartphone utilizza ancora reti di lavoro da schiavi [..] L’estrazione di metalli delle terre rare e lo smaltimento delle nostre tecnologie altamente digitali distrugge gli habitat umani, ne fa delle discariche di rifiuti tossici, che vengono poi raccolti dai contadini e dalle loro famiglie, che vendono materiali utilizzabili ai produttori”.
“In definitiva, secondo l’ortodossia tecnosolutionista, il futuro umano culmina nel caricare la nostra coscienza dentro un computer – o ancor meglio, accettando che la tecnologia stessa è quella che si succederà nell’evoluzione. Come membri di un culto gnostico, desideriamo ardentemente entrare nella prossima fase trascendente del nostro sviluppo, liberandoci dei nostri corpi e lasciandoli indietro – e con essi, liberandoci dei nostri problemi – e dei nostri peccati.
Qui il futurologo acuto tocca un punto profondo: questi vogliono uscire dalla condizione umana, lasciarsi nella discarica della realtà fisica i loro peccati, non doverne più renderne conto. La loro fuga è radicalmente questa: fuggire allo sguardo di Dio, al Giudizio.
Questi miliardari non sono i soli. Anche i media, i video di fantascienza, i videogiochi, sempre più ficcano nelle teste di milioni di spettatori “il presupposto , nel rapporto fra uomo e macchina, che gli umani “rompono” , disturbano. Cambiamoli o allontaniamoci da loro, per sempre. […] Allo stesso modo che la “inefficienza” del mercato dei taxi ha potuto essere “risolta” con un’app che rovina i conducenti umani, così le irritanti incoerenze e inadeguatezze della psiche umana possono essere corrette con un aggiornamento digitale o genetico.
L’essenza che fa di noi degli umani è trattato come un “bug”
“Quanto più siamo coinvolti in questa visione del mondo, tanto più arriviamo a vedere gli esseri umani come “il problema” e la tecnologia come “la soluzione”. L’essenza stessa di ciò che significa essere umani viene trattata non come un carattere, ma come un bug, un difetto del software”.
In realtà, “a dispetto di tutta la loro ricchezza e potenza, i miliardari non credono di poter influenzare il futuro. Stanno semplicemente accettando il più buio di tutti gli scenari, per portarci tutto il denaro e la tecnologia che possono impiegare per isolarsi – specialmente se non riescono a trovare un posto sul razzo per Marte”.
“Fortunatamente, quelli di noi che non hanno i miliardi per progettare rinnegare la nostra umanità hanno opzioni molto migliori a nostra disposizione. Possiamo ricordarci del fatto che l’uomo veramente evoluto non fa da sé, non opera da solo. Essere umani non consiste in una fuga individuale. È uno sport di squadra. Qualunque sia il futuro di noi umani, sarà insieme”.
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