Ricettazione. Con questa accusa Giorgio Ardito, 71 anni, ex presidente dell’Atc, in passato dirigente di Sitaf e membro di spicco del Partito democratico, è stato condannato in primo grado a un anno e cinque mesi dal Tribunale di Torino. Avrebbe intascato 115mila euro dal gruppo Gavio per consulenze risultate fittizie. Condannato a otto mesi per appropriazione indebita anche Bruno Binasco, ex manager dello stesso gruppo, da cui Ardito avrebbe ricevuto il denaro. Per Ardito quei soldi erano «parte della buonuscita per il pensionamento anticipato». L’ex segretario Pci nega «qualunque collegamento al caso Penati» e annuncia l’intenzione di appellarsi contro la sentenza emessa oggi dal tribunale di Torino. «Ero e sono certo - dice Ardito - che i versamenti effettuatimi erano di assoluta provenienza lecita».......
L’inchiesta nasce da una costola del procedimento di Monza a carico del compagno di partito ed ex presidente della Provincia di Milano Giuseppe Penati. Le indagini sono state coordinate dal pm Paolo Toso. A tirar dentro Ardito nell’inchiesta sulle presunte dazioni di denaro all’ex braccio destro di Pier Luigi Bersani è un’intercettazione in cui Binasco, ex manager di fiducia di Marcellino Gavio, protagonista nel 2004 della vendita delle azioni della Milano-Serravalle, dà precise indicazioni alla sua segretaria di preparare una mazzetta di banconote «dieci di taglio grande» e consegnarle a un’altra sua collaboratrice che avrebbe provveduto a consegnare la busta «a un signore con la barba che si chiama Ardito». I sospetti che circolarono negli ambienti democratici portavano a pensare che quel denaro potesse servire per finanziare la campagna per le primarie a sindaco di Torino, incarico cui Ardito puntava, lui si è sempre difeso dicendo che quei quattrini erano una tranche della sua buonuscita da Sitaf. Il processo non ha stabilito per che cosa fossero stati utilizzati quei fondi.
Funzionario del Pci fino al 1991, Ardito vanta una lunga carriera amministrativa e politica. Dal 1976 è stato prima assessore all’Istruzione poi vicepresidente della Provincia di Torino fino al 1985. Dall’87 al '91 ha guidato la Federazione del Pci torinese, segretario del neonato Pds per un giorno, dimissionario nel febbraio del 1991, in polemica con Massimo D’Alema che lo aveva escluso dal gruppo dirigente nazionale. Rimane comunque iscritto al Pds e nel 2007, al IVCongresso, viene eletto membro della Direzione Regionale dei Ds. Nel 1996 viene nominato Presidente dell’Atc, Agenzia territoriale per la casa. Nel 2000 viene riconfermato dalla Giunta Regionale di centro destra, riconfermato nuovamente dalla Giunta di centro sinistra, ricopre tale carica fino al 26 ottobre 2010. Nel giugno del 2008 viene eletto all'Assemblea Costituente del Partito Democratico nel collegio di Chivasso. Oggi è un semplice iscritto al Pd.
Ecco il testo dell’intercettazione da cui è scaturita l'inchiesta
In una conversazione datata 14 settembre 2010, Binasco chiamò la propria segretaria Enza e le disse di mettere «dieci banconote taglio grande» in una busta da recapitare ad Ardito.
Binasco: «Apri la vetrinetta».
Segretaria: «Quale delle due? Quella con la papera?».
Binasco: «Si, sotto a sinistra nel piano terra c'è un volume rilegato. Alzalo un attimo. C'è della roba, dovrebbe esserci quella busta quadrata di ieri».
Segretaria: «Ah, devo cercare quella?».
Binasco: «È lì sotto, no, ma sotto quello lì grande».
Segretaria: «L'ho tirato fuori».
Binasco: «Prendi quella quadrata».
Segretaria: «Quadrata, ok».
Binasco: «Ecco, conti dieci di quelli grandi, ok? Li metti in una busta e li porti giù a Marisa, poi ci penso io».
Segretaria: «Allora, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci».
Binasco: «Li metti in una busta».
Segretaria: «Ah no! Ho sbagliato! Ho preso quelli piccoli».
Binasco: «Eh eh, vedi?».
Segretaria: «Allora, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci... Li metto in una busta bianca».
Binasco: «Sì, e la chiudi. E la porti giù a Marisa, poi la chiamo io. Grazie».
Binasco non tardò a contattare Marisa per dirle che «la busta che le ha portato Enza è da consegnare a un signore con la barba che si chiama Ardito».
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