Rob Roos è un membro del parlamento europeo, olandese, manda questo segnale:
Pessime notizie. Il Parlamento Europeo e gli Stati Membri hanno appena raggiunto un accordo sull’introduzione dell’Identità Digitale, #eID .
Subito dopo, il commissario EU Breton ha affermato: “Ora che abbiamo un portafoglio di identità digitale, dobbiamo inserirci qualcosa…”, alludendo una connessione tra Moneta Digitale di Banche Centrali (CBDC) [abolizione de3l contante] eID.
Hanno ignorato tutti gli esperti di privacy e gli specialisti di sicurezza. Stanno portando avanti tutto.
Non sono ottimista. Ma non è ancora troppo tardi. Il Parlamento deve ancora votare su questo. Fai sapere al tuo eurodeputato che sei contrario all’identità digitale e che vuoi che il tuo eurodeputato voti contro!
https://twitter.com/Rob_Roos/status/1722304545676497141?s=20
Ecco come si esercita la dittatura totale e le decisioni per il nostro asservimento tramite controllo sociale e moneta digitale vengono prese: al disopra dei governi, senza alcuna votazione dei parlamenti nazionali, in base ad ordini ricevuti dalle centrali globali non identificate, e ovviamente tenendone all’oscuro l’opinione pubblica, a cui alla fine verrà detto “Ce lo chiede l’Europa”
Cosa sia e cosa serva (a “Loro”) l’identità digitale è ben spiegato qui:
IDENTITÀ DIGITALE: EUROPEAN E-WALLET
L’identità digitale è un mezzo (https://t.me/dereinzigeitalia/858) per arrivare al portafoglio elettronico e tracciare ogni utilizzo del denaro.
1) VERSO LO SVILUPPO DEL SOFTWARE
Il 3 giugno 2021 è stata presentata una modifica del Regolamento (UE) n. 910/2014 che definisce le regole che uniformerebbero la prestazione di servizi fiduciari su territorio UE, stabilendo i meccanismi di implementazione dei sistemi di identità elettronica
(https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/eudi-wallet-toolbox)
da parte dei singoli stati membri. A seguito di questa l’UE starebbe puntando sulla realizzazione di un wallet europeo
il quale andrebbe ad uniformare l’accesso ai servizi e l’identità digitale di ciascuno stato membro dell’UE.
All’ordine degli sviluppi odierni il progetto finge di essre solamente una documentazione che servirà per gli sviluppi veri e propri dei software che permetteranno a ciascun cittadino di disporre di un’identità digitale europea, la quale servirà ad uniformare sia per i servizi pubblici che privati. Tali software dovrebbero essere open source a detta della Commissione Europea , ma risvolti futuri potrebbero benissimo rendere open source soltanto i client, lasciando proprietari
i software lato server, ossia quelli che permetteranno di fatto la reale gestione dei nostri dati. Open source, infatti, di per sé non vuol dire software libero . Anche Android è open source, ma rimane di proprietà di Google che può usarlo per accedere ai nostri dati: il rendere open source software che verranno poi gestiti da proprietari serve solo per avere sviluppatori che lavorano gratis al progetto, e non è alcuna garanzia di privacy per l’utente finale.
2) COSA ANDRÀ AD UNIFICARE
Verranno sostituite ed integrate la carta d’identità, la patemte, la firma elettronica con valore legale , il passaporto (https://en.softonic.com/articles/ue-wallet-digital-application),
la tessera sanitaria (https://www.quotidiano.net/economia/it-wallet-spid-rpvibl94),
titoli professionali (https://www.intesa.it/it-wallet-o-eudi-wallet-cosa-succede-con-le-identita-digitali-in-italia/),
diplomi e lauree (https://www.altalex.com/documents/news/2023/03/16/european-digital-identity-wallet).
In altre parole verrà potenziata l’identità digitale, così da implementare le funzionalità dell’attuale SPID a livello europeo, estendendone le funzionalità . Per creare il wallet infatti sia SPID che la CIE saranno fusi insieme e avranno come infrastruttura di base un’estensione dell’app IO.
Attualmente la sperimentazione è partita da Trento ma piano piano sarà estesa a tutta l’Italia.
3) COME SARÀ COLLEGATO ALL’EURO DIGITALE
Questi portafogli virtuali non conterranno solamente i documenti ma fungerànno da vero e proprio portafoglio digitale che permetterà di implementare l’euro digitale
(https://tg24.sky.it/economia/2022/11/07/euro-digitale-20232).
Tali portafogli saranno forniti da banche o da intermediari autorizzati e gestiti dalla BCE (https://www.ecb.europa.eu/paym/digital_euro/html/index.en.html#pubs), o dalla BCE stessa, in quanto ne saranno collegati. Ciò significa che ogni transazione si può ricondurre potenzialmente all’individuo, ciò farà sparire totalmente l’anonimato garantito dal contante.
L’integrazione dell’euro digitale negli E-wallet è prevista per il 2026 e si presenterà come una risposta alla sfida offerta dalle criptovalute perché considerate come una minaccia alla stabilità finanziaria, ciò, vuol dire, che impediscono di avere un totale controllo sulla moneta in circolazione.
4) POSSIBILI SVILUPPI FUTURI
L’identità digitale unificata è uno dei punti principali inerenti al digitale proposti dall’Agenda 2030
(https://www.weforum.org/agenda/digital-identity/).
Una moneta digitale è totalmente programmabile, ciò significa che la valuta potrebbe sparire da un wallet per un qualsiasi motivo, si può partire dalla scusa del terrorismo e del riciclaggio di denaro per controllare i flussi di denaro, cosa che già è implementata nell’UE , per poi passare alla lotta all’evasione fiscale e ad altro ancora. Si tratta senza alcun dubbio di uno strumento tecnologico molto forte i cui utilizzi totalitari sono molteplici e di varia natura.
CONCLUSIONI
L’UE wallet sarà difeso con la retorica dell’ottimizzazione della burocrazia e dell’accesso facilitato ai servizi.
Gli oppositori saranno demonizzati come retrogradi che non stanno al passo coi tempi, così come è stato fatto dai media mainstrem nei confronti di coloro che si sono opposti all’obbligo del pagamento elettronico tramite POS
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