Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su quanto stiamo vivendo, come conseguenza della sperimentazione genica a cui popoli interi, ricattati, come da noi, sono stati sottoposti, con la complicità di politici, autorità sanitarie, mezzi di informazione. E i cui effetti purtroppo abbiamo sotto gli occhi, con rivelazioni quotidiane del cinismo con cui tutta l’operazione è stata condotta. Buona lettura e diffusione.
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L’AUTOPSIA SA FAR PARLARE I MORTI MENTRE TROPPI VIVI IMITANO LE TRE SCIMMIETTE
Parlare di autopsie in un periodo dell’anno che si vorrebbe gioioso può risultare sgradevole; un po’ come quando, mentre si è a tavola assaporando, c’è chi aggiorna sulle problematiche del catetere del nonno.
Di questi tempi si sente spesso parlare di persone decedute per un malore improvviso. In molti casi è noto che è stata disposta l’esecuzione dell’autopsia, anche se raramente trapela che cosa è stato trovato. Segreti inenarrabili?
Come già ben riferito da Stilum Curiae il 21 novembre, è disponibile un interessante riscontro su qualche centinaio di rapporti autoptici di persone decedute dopo aver assunto gli ormai famigerati sieri.
Premessa: gli autori dello studio riferiscono di casi accaduti pochi giorni dopo la somministrazione (causati da eventi avversi a breve termine).
La cronaca sta registrando malori che riguardano persone in gran parte vaccinate più volte nel biennio 2021-2023, l’ultima delle quali parecchi mesi fa (se la vaccinazione dovesse essere implicata, in questo caso si tratterebbe di eventi avversi a medio e lungo termine).
L’esame autoptico è una pratica medica: capendo che cosa ha provocato la morte di chi non è stato possibile curare sarà possibile curare meglio gli altri.
E’ intuitivo che i riscontri riguardanti le autopsie dei deceduti per eventi avversi a breve termine possono istruire anche sui guasti organici a decorso meno rapido, ma purtroppo altrettanto letale.
In questi anni sono stati illustrati i potenziali problemi degli esperimenti condotti tramite gli inoculi di RNA modificato mescolato a nanotecnologie.
Colgo l’occasione per ricordarne due:
-quello dovuto al cosiddetto switch delle immunoglobuline
Ammettendo una risposta anticorpale dopo la somministrazione la protezione dall’infezione declina rapidamente, azzerandosi in pochi mesi! Più di uno studio ha notato che poi c’è un’inversione e pertanto i vaccinati diventano mediamente più propensi a contrarre l’infezione dei non vaccinati!
I booster ripristinano in modo transitorio la protezione iniziale, per poi tornare a perdere velocemente la protezione dal contagio, con un meccanismo che sembra accelerare ad ogni successivo inoculo (Gazit, BMJ 2022;377:e071113).
La reiterazione delle dosi dei sieri sperimentali (i cui lotti non sono del tutto uguali, da stabilire se casualmente o deliberatamente) sta esponendo molti (non tutti gli organismi sono uguali) a una modifica del sistema immunitario che -nel tempo- potrebbe portare a una situazione sanitaria molto pesante da gestire.
Un articolo interessante già proposto: https://igorchudov.substack.
La stimolazione vaccinale induce a produrre la proteina spike che comporta una risposta anticorpale verso le immunoglobuline IgG4. Chi soffre delle comuni allergie sperimenta la risposta delle IgG4 ai pollini e altri allergeni (che non sono né virus, né batteri): essi legano l’allergene e frenano la risposta infiammatoria del sistema immunitario.
Le dosi ripetute a mRNA fungerebbero da allergene e quindi spingono a produrre immunoglobuline non infiammatorie.
Il problema è che mentre i pollini NON si replicano, virus e batteri lo fanno. Ma se il sistema immunitario ragiona come se fosse in presenza di qualcosa che non si replica, sta sbagliando criterio! In pratica le IgG4 sono anticorpi con un effetto opposto agli altri anticorpi, confondendo gli altri anticorpi nel riconoscere e contrastare ciò che dovrebbero.
Lo switch anticorpale verso le IgG4 indebolisce il sistema immunitario verso le infezioni in grado di replicarsi. Se poi l’infezione (virale o batterica) è leggera ci vorrà solo un po’ più di tempo del solito a guarire. Se fosse più pesante, l’immunotolleranza indotta è un guaio. Nulla di inedito: qualche scienziato (vero) lo disse già nel 2021.
2-quello potenzialmente correlato a contaminanti che provocano infiammazioni croniche o un’interferenza sul DNA
Ad esempio qui: https://www.marcotosatti.com/
Questi effetti indesiderati in un soggetto possono condurre a danni quasi immediati, mentre in un altro i danni subentrano nel tempo, complice un sistema immunitario indebolito o un gutta cavat lapidem qua e là nell’organismo.
Tornando allo studio sulle autopsie eseguite su persone decedute dopo essere state vaccinate di recente, il 73,9% è stato giudicato (dai tre medici incaricati di eseguire le perizie in modo indipendente) come direttamente dovuto o significativamente collegato alla vaccinazione anti-COVID-19.
La causa di morte ricalca le avvertenze indicate sui foglietti illustrativi e ormai risapute, implicando danni del sistema cardiovascolare (53%), il sangue (17%), l’apparato respiratorio (8%) e altri casi a sistema d’organo multiplo (7%).
Sarebbe pleonastico chiedersi perché sia così difficile o reso difficile il condurre con maggiore sistematicità verifiche di questo genere. Evidentemente non deve interessare o non si deve interessarsene.
La scienza dovrebbe cercare di spiegare i fatti e non le narrazioni gradite: dovesse trattarsi anche di poche decine di casi, sarebbe importante capire meglio ed escludere il rischio di una sottovalutazione. Se invece la sottovalutazione dovesse essere pianificata… hai voglia a vantare l’intenzione di ridurre il danno!
Prendiamo il caso di un classico antibiotico: se venisse confermato il sospetto di un solo caso mortale in tutto il territorio nazionale, il lotto implicato verrebbe immediatamente ritirato dal mercato e quella specialità medicinale resterebbe segnalata, con ovvie conseguenze commerciali, anche trattandosi di un solo caso su milioni di confezioni vendute.
Nel caso della vaccinazione semi-forzata ovviamente non si sono seguiti gli stessi criteri che sarebbero raccomandati dalla buona pratica farmaceutica e dalla coscienza. Salvo qualche tentativo di accorpare i dati e valutarli criticamente, come nello studio qui descritto, le cause di morte correlabili alla vaccinazione restano in larga misura prive di indagine.
L’utilizzo dei soli dati VAERS per stabilire un nesso causale tra vaccinazione e un decesso non è di per sé sufficiente al sapere, a causa di fattori statisticamente confondenti.
L’analisi degli eventi avversi è solo un segnale, per altro molto sottostimato (stimabile addirittura in un 5% soltanto), primariamente per la scelta di ricorrere alla sola farmacovigilanza passiva, pur trattandosi di un’approvazione emergenziale forzando numerosi paletti regolatori. E poi dissuadendo dall’essere troppo zelanti.
Solo l’autopsia è in grado di giungere a conclusioni più sicure. In questo caso se il 73,9% dei casi valutati è stato riconosciuto correlabile, un 26,1% non lo è e quindi non bisogna mai generalizzare o commettere l’errore di incolpare il siero anche quando non c’entra.
Sarebbe il compito della scienza; invece la propaganda, la censura e la minaccia(?) irridono chi insinui un timido dubbio!
E’ tristemente accertato l’eccesso di mortalità generale registrato ovunque nelle prime settimane dopo la vaccinazione.
Non si trattava di un’autorizzazione “condizionale”? Quella con il monitoraggio addizionale, del triangolino nero sul foglietto illustrativo? Quale dogma impone invece che tutto dovesse andare bene?
Ah già, scordavo: “andrà tutto bene” è stato il marchio dell’operazione insieme a “nulla sarà più come prima”.
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